SINO A
QUANDO C’È RAGIONE DI PREOCCUPARSI PER
I NOSTRI
DIRITTI E PER LA NOSTRA INCOLUMITÀ?
Ancora una “tentata” analisi sociologica che sarebbe forse utile
reperire
da ulteriori competenti. Possibilmente con qualche suggerimento.
di Ernesto Bodini

La
realtà quotidiana è tanto assurda quanto sempre più veritiera. Mi riferisco
agli ormai numerosi episodi di sciacallaggio e truffe di ogni genere, oltre che
di reati cruenti contro la persona e il patrimonio. E come se non bastasse, costoro
per il tanto osare non si fanno alcun scrupolo nell’aggredire addirittura anche
le Forze dell’Ordine, come pure nel commettere reati relativi a manomissioni
delle reti informatiche nazionali e internazionali, sia a privati che alle
Istituzioni. Questa invasione di “incontrastata” criminalità a mio avviso è
perfettamente paragonabile ad uno tsunami… che nessuno riesce a contrastare e
tanto meno a prevenire nonostante gli sforzi da parte di chi di dovere; tant’é
che i provvedimenti sinora in corso non hanno nemmeno la funzione di
deterrenza. Di questo passo c’é da essere a dir poco preoccupati proprio in
ragione del fatto che la nostra incolumità è continuamente a rischio. Andando
indietro nel tempo, ossia sino a circa 30 anni fa, non si immaginava
un’evoluzione in questi termini negativi, e ciò mi porta a considerare che tale
evoluzione ha avuto inizio essenzialmente con l’avvento della tecnologia,
soprattutto i mezzi di comunicazione e i vari social, spot pubblicitari e filmati
compresi; ma va pure detto che l’immigrazione (in gran parte difficilmente
controllabile e soprattutto altrettanto difficilmente gestibile) e l’eccessiva
libertà, hanno indotto le ultime generazioni a fare passi eccessivi in fatto di
diritti (con meno doveri): oggi, pare che ogni pretesa sia diventata lecita
come del resto ogni sorta di comportamento. Ma chi sono gli autori di questi
molteplici misfatti? A giudicare dai vari tipi di reato pare che non ci sia particolare
distinzione di ceto sociale, anche se in prevalenza sono persone senza lavoro
in quanto non lo considerano un dovere sociale, ma anche persone apparentemente
agiate e non sprovvedute oltre che in parte istruite e colte; inoltre vi è tra
essi la cosiddetta “fascia dei disperati” con alterazioni mentali che però
nulla hanno a che vedere con una vera e propria patologia psicofisica. Va da sé
che tutte queste persone non hanno mai conosciuto il concetto di dignità umana,
e tanto meno il valore della stessa tanto da sopprimerne l’esistenza. Ma quali
le ragioni? Probabilmente sono diverse, ma in primis sarebbe da considerare la sete di denaro
“facile” e, per ottenerlo illegalmente, gli autori non esitano a commettere
delitti. E chi sono le vittime principalmente designate? Generalmente un po’
tutti noi, in prevalenza le fasce deboli (anziani, disabili, i totalmente
sprovveduti e creduloni); ma non di rado anche le persone più accorte o
apparentemente tali. E ciò che mi fa specie è che sinora non ho rilevato alcuna
fonte (più o meno autorevole) che, a parte le mie ipotesi su descritte, abbia
cercato indagare origini e cause di questo fenomeno e spiegarle al pubblico.
Tanto per semplificare, si pensi ad esempio che è solo in questi ultimi anni
che assistiamo alle aggressioni ai sanitari e in ambito scolastico, come pure
anche al personale dei mezzi di trasporto pubblico; ecco che con questo avvento
di criminalità allargata in tutti gli angoli del Paese, ci troviamo all’interno
di un sistema che nessuna forza politica è in grado di tirarci fuori, visto il
perpetuarsi… Per contro, non vorrei essere cinico, ma i personaggi di alto
rango istituzionale risultanto essere assai protetti in quanto è tutelata la
loro incolumità e vita privata, a parte i rari casi le cui ragioni sono da ricercarsi
altrove. A questo punto, per l’ennesima volta mi chiedo: quanto serve
pontificare dall’alto nel rammentare i valori della Costituzione, i cui padri
mai avrebbero immaginato che la “preziosa” Carta sarebbe diventata un
documento… destinato a restare tale? E soprattutto che fare? Personalmente non
sono per nulla una voce autorevole, in tutti i sensi, se non un attento
osservatore con capacità di analisi critica; tuttavia in considerazione di
quanto su esposto, mi sembra che se non si ritorna (ovviamente nei modi dovuti)
al vecchio sistema “il bastone e la carota”, la nostra esistenza, che non
differisce di molto da quella di altre popolazioni, è destinata ad essere ridotta
nella sua entità e, purtroppo, in non pochi casi ad estinguersi prematuramemte…
nonostante l’aumento della senilità! Desidero concludere con la seguente
osservazione: in tutti questi anni, sia pur doverosamente siamo stati informati
di tutti gli eventi di cronaca nera e giudiziaria e dai molteplici risvolti
sociali, ma di rado si sono citati e si citano esempi di quei non pochi protagonisti che
si sono dedicati al bene del prossimo… senza aver avuto alcun riconoscimento
referenziale da parte delle Istituzioni. Come dire che le “medaglie” non
aggiungono valore alle buone azioni umanitarie. Ma nel nostro Paese, spesso
avviene il contrario con “l’aggravante” di considerarle addirittura
eroiche anche quando non lo sono!
addirittura eroiche anche
quando non lo sono!
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