SAPER LEGGERE TRA LE RIGHE…
E CERCARE DI CAPIRE
Nel nostro Paese è sempre
più difficile (o forse troppo facile)
distinguere la teoria dalla pratica
di
Ernesto Bodini
Chi si presta a divulgare per far sapere,
conoscere ed acquisire nozioni specie se provenienti da voci autorevoli,
ancorché istituzionali, ha il dovere (come il sottoscritto) di ben comprendere
se vuole fare considerazioni e appunti in merito. È il caso, ad esempio, delle
affermazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pubblicate a
pag. 15 dal periodico Missiome Uomo della Fondazione Don Carlo Gnocchi (onlus)
del maggio 2015, che riproduco fedelmente. «Il
mio pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei
nostri concittadini… Il Presidente della Repubblica è garante della
Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste,
peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno. Garantire la
Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in
una scuola moderna in ambienti sicuri. Significa riconoscere e rendere
effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura e la ricerca,
anche utilizzando le nuove tecnologie. Significa amare i nostri tesori
ambientali e artistici. Significa ripudiare
la guerra e promuovere la pace. Significa garantire i diritti dei
malati. Significa che ciascuno concorra, con lealtà, alle spese della comunità
nazionale. Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi. Significa
fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze. Significa
rimuovere ogni barriera che limiti i
diritti delle persone con disabilità. Significa sostenere la famiglia, risorsa
della società (…). Significa libertà, come pieno sviluppo dei diritti civili
nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva».
Or bene, tutte affermazioni accorate, sacrosante, razionali il cui senso principe è la realizzazione di tali principi-doveri-esigenze; peccato che talune a mio avviso si prestano a qualche disquisizione. Sempre riferendosi ai principi della Costituzione, quando afferma: “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri”, va precisato che tale diritto non sempre trova riscontro in quanto oggi la Scuola non è semre un ambiente sicuro, viste le aggressioni subite dagli insegnanti e la diminuita autorevolezza, oltre alla fatiscenza degli ambienti di alcune scuole… e alle numerose contestazioni. Quando afferma: “Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro”, va rilevato che sono sempre più costanti la disoccupazione e il precariato, specie tra i neo laureati, e persone con disabilità (circa un milione) iscritte all’Ufficio per l’Impiego. Quando afferma: “Significa promuovere la cultura e la ricerca, anche utilizzando le nuove tecnologie”, va precisato che non sempre le iniziative in merito sono accessibili a tutti, così come per quanto riguarda la ricerca la stessa è in gran parte sostenuta da privati. Quando afferma: “Amare i nostri tesori ambientali e artistici”, va precisato che non si è abbastanza incisivi nel trasmettere questo principio, in parte eluso come dimostrano i ripetuti vandalismi e varie appropriazioni indebite di taluni reperti. Quando afferma: “Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace”, va precisato che dedicare consistenti risorse economiche e umane per altri Paesi in conflitto, non saper porre fine alla gestione migratoria (peraltro dai costi finanziari esorbitanti ed atre cnseguenze, non mi pare si possa parlare di pace. Quando afferma: “Significa garantire i diritti dei malati”, va precisato che da come si trascina la gestione del SSN tale garanzia a molti pazienti è preclusa, o comunque fruibile con molte diffioltà. Quando afferma: “Significa che ciascuno concorra, con lealtà, alle spese della comunità nazionale”, va precisato che il persistente “vezzo” dell’evasione sovverte tale principio. Quando afferma: “Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi”, va precisato che sono sempre più corpose le pratiche processuali in quanto causa di notevoli ritardi nel dar corso ai processi stessi, per non parlare poi dei molteplici casi di errori giudiziari. Quando afferma: “Significa fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze”, va precisato che il fenomeno dei femminicidi è in continuo aumento. Quando afferma: “Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità”, va precisato che dalla emanzione della Legge del 1983 le barriere architettoniche in ambito pubblico e privato sono ancora molte. Quando afferma: “Sostenere la famiglia, risorsa della società”, va precisato che la stessa (meglio dire le stesse) in taluni casi non sono supportate per motivi di indigenza e di burocrazia, che sono causa di sfratti senza una soluzione… se non di ripiego e temporanea. Quando afferma: “Significa libertà, come pieno sviluppo dei diritti civili nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva”, va precisato che stando agli innumerevoli episodi di violenza contro la persona e il patrimonio, non si può certo parlare di libertà e, il fatto di non poter essere sicuri di uscire liberamente di casa (o andare al lavoro) e potervi tornare, non si può parlare di diritti garantiti in quanto vengono meno la libertà e la sicurezza, e quindi il pieno sviluppo sociale e della persona.
A monte di tutti questi principi si rammenta che
il Presidente della Repubblica per antonomasia è il Garante della Costituzione.
Ma cosa significa garante? Tralasciando la semantica evitando così la
pignoleria e la retorica, a mio avviso (ma credo comunemente) va inteso il
poter contare sul rispetto dei 139 articoli della preziosa Carta
Costituzionale. Un impegno ad dir poco improbo che si sono tramandati i 12 Presidenti, ognuno dei quali ha agito (o
creduto di agire) per il meglio, pur in considerazione dei svariatissimi
avvicendamenti di Governo… fagocitati dalla nascita di molteplici partiti e,
perché no, relative ideologie peraltro in alcun casi assai discutibili. Va pure
evidenziato che la nostra “identità” nazionale ha subito il fascino del
progresso, soprattutto dagli anni ’60 in poi, ma nel contempo di un costante
processo migratorio che in non poche occasioni ha per così dire, destabilizzato
molti iter procedurali… offendendo la Costituzione e il relativo rispetto della
stessa. A coronamento di tutto ciò bisogna considerare le sempre più deleterie
conseguenze della burocrazia, vero e proprio “cancro” del Paese che pare
nessuno abbia intenzione di rimuovere. Probabilmente i nobili Padri della
Costituente, pur sapendo delle antiche origini della burocrazia, non
immaginavano che la stessa avrebbe causato negli anni spiacevoli e perduranti conseguenze.
Inoltre, nonostante l’evoluzione dei tempi e svariatissime possibilità di
comunicazione, le successive generazioni hanno sempre avuto difficoltà nel
comprendersi, non per questioni di lessico, ma essenzialmente per scarsissima
apertura al confronto leale, privo di pregiudizi ma non di egoismo e
presunzione. Ora, se si vuol valorizzare il fine concetto espresso dall’ex
presidente Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016), ossia: «La Costituzione è la “bibbia laica” degli italiani», si potrebbe
pretendere l’osservanza da parte di tutti i cittadini, Istituzioni comprese;
diversamente equivarrebbe ad una sorta di “sacrificio costituzionale”. A questo
riguardo viene spontaneo uno (per tutti) dei tanti quesiti: “Se lo Stato
non difende il cittadino, il cittadino può difendersi da solo?”. A
parte la legittima difesa (a seconda dei casi) pare non sia possibile vantare
tale diritto. Non solo perché non si è “addetti a lavori” dovendo quindi
ricorrere ai professionisti, ma anche perché lo Stato è un’entità e non una
persona fisica…; di conseguenza si è sudditi dello stesso. In buona sostanza,
se permane una estesa delusione della Costituzione, è facile dedurre che la
stessa non è insegnata e soprattutto applicata doverosamente.
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