IL RUOLO DEL POTERE FISICO E PSICOLOGICO
Una ambizione e presunzione non sempre a fin di
bene, a causa
delle quali si è sempre più facilmente succubi… in tutti i sensi.
di Ernesto Bodini
Ogni qualvolta si vuole
intraprendere il discorso sul potere da parte di chi intende inseguirlo e
detenerlo, viene da chiedersi chi sono queste persone e quali le reali ragioni
per raggiungere questa meta. Di primo acchito si potrebbero fare molte ipotesi,
a cominciare dall’ambizione politica che a mio dire ha ben poco a che vedere
con le reali intenzioni volte a tutelare l’interesse pubblico (salvo doverose
eccezioni), tant’è che quando le cose non vanno bene si tende cambiare
bandiera, e magari rinnegando ciò e chi si è rappresentato sino a quel momento,
o addirittura, riversare altrui le proprie colpe. Poi, si consideri il potere
nell’ambito sia dell’attività privata che nella P.A.; in questo secondo caso chi
è affetto da questa ambizione si eleva a catarsi nel dominare (nel vero senso
della parola) una situazione ma soprattutto i propri simili… e ora che è stato
abolito il reato penale di abuso d’ufficio (ex art. 323 C.P.) lascio
immaginare… Queste figure diventano quindi despoti e chi “sotto di loro” dei
veri e propri sudditi. Osservazioni, queste. che non sono certo una novità in
quanto da che esiste l’uomo sulla terra, e in tutte le culture, il potere e
quindi il dominio sono sempre esistiti, e spesso con infinite conseguenze spiacevoli
per la massa. Da sempre sostengo che chi afferma di voler avere un ruolo
“dominante” sugli altri per il bene comune, è da diffidare in quanto non esiste
in assoluto persona votata in toto al bene comune se non attraverso il ruolo
del potere, sia pur a volte in forma attenuata, e spesso non privo di compromessi.
Ed è pur vero che nei secoli abbiamo avuto Regnanti e Presidenti di Nazioni che
hanno cercato di dare il meglio di sé al loro popolo: classico è l’esempio (per
citarne uno) del presidente USA Abrham Lincoln (1809-1865) che, dopo essere
stato eletto alla Casa Bianca proibì la schiavitù in tutti gli Stati. Ma come ci sono stati uomini di
potere saggi, lungimiranti e buoni, ve ne sono stati di pessimi in quasi tutte
le Nazioni, e di questi ultimi si potrebbe stilare un lungo elenco sia di ieri che
di oggi. Ma in buona sostanza chi è la persona di potere? È colui che
dovrebbe essere capace di ascoltare e
guidare il prossimo verso un percorso migliore, ma una qualità che per il vero
è sempre più rara (se non quasi utopistica) che si può riscontrare in quasi
tutti i Paesi del mondo. Ecco che la nostra esistenza è condizionata a priori,
e purtroppo anche il comune delinquente assume un certo potere, spesso anche di
vita e di morte verso il prossimo, e tutti gli autori di reati contro la
persona ne sono un classico esempio quotidiano. Ora, la domanda più impegnativa
è: come difendersi da questi “usurpatori” della libertà, dignità e vita altrui?
La risposta non è davvero semplice poiché ci sarà sempre, nel contesto umano e
quindi sociale, qualcuno destinato a sottometterci in tutti i modi e più o meno
in tutti gli angoli del mondo, forse fatta eccezione per un Paese come
l’Estonia dove vivono soltanto circa 4 milioni di persone, e dove praticamente non
esiste la burocrazia e quindi vi è il rispetto delle regole, e se non esiste
burocrazia il potere si riduce ai minimi termini. Quindi, a mio avviso anche in
un Paese come l’Italia, nonostante la sempre più edulcorata Costituzione, il
potere del politico e di altre figure come quelle rappresentanti le P.A. a
tutti i livelli, Sindacato compreso (rare le doverose eccezioni), continua ad essere
esercitato senza requiem e, come sosteneva Giulio Andreotti (1919-2013): «Il potere logora chi non ce l’ha», un
aforisma-sentenza pronunciata in seguito da tutti per lo più in senso ironico,
ma sottovalutandone la pratica realtà da parte di chi la subisce. A questa
stregua non si può certo parlare di totale libertà e di rispetto della persona;
per contro e per assurdo, c’é fin troppa “libertà” ma di delinquere tant’é che
si continua a morire proprio a causa dello “strapotere” di chi non sa gestire e
non sa tutelarci, in tutti i modi e praticamente in ogni ambito. Concludo che
sull’argomento potere ci sarebbe da dire molto di più, forse non basterebbe una
enciclopedia, ma preferisco fermarmi qui per non “contribuire”, seppur
indirettamente, ad inflazionare ulteriormente questa realtà a beneficio degli
avversari del bene che, voglio sperare, non siano troppi per evitare il rischio
di moltiplicarsi.
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