RADIOGRAFIA DI UNA SITUAZIONE TANTO ITALIANA QUANTO
KAFKIANA
Carenze istituzionali e volontariato disomogeneo:
un declino che
non promette nulla di buono. L’ottimismo è
purtroppo pura utopia
di Ernesto Bodini

Quante
illazioni e deduzioni si possono fare sul nostro agire in tema di volontariato.
Sicuramente sono le più disparate, ma per la maggior parte sono molti simili:
c’é chi sostiene che il prossimo vada aiutato con la raccolta fondi, peraltro
anche a sostegno della Ricerca; c’é chi è più orientato ad intervenire con
gambe e braccia a seconda delle necessità dei destinatari, c’é chi invece
intende svolgere attività promozionali e di comunicazione. Ma come torno a
dire, non c’é nessuno che si cimenti nell’agire contro la burocrazia; eppure ce
n’é un gran bisogno anche perché il farvi fronte sono convinto che ridurrebbe
alcune azioni di volontariato… comunemente inteso. Purtroppo in questo ultimo
caso sembra essere un’utopia, ma il paradosso è che chi volesse contestare
eventi burocratici da parte di questa o quella P.A., è orientato a scendere in
piazza in cortei e manifestazioni che lasciano il tempo che trovano, oltre alle
quasi scontate conseguenze risolventesi in atti di vandalismo. Tra le carenze
istituzionali che andrebbero contestate vi è la non tutela e quindi il non
sostegno fisico-pratico di molti anziani e persone con disabilità, per le quali
un “pool di volontari” potrebbe prodigarsi a loro favore. Si consideri, ad
esempio, l’esigenza di molti di spostarsi e di comunicare specie per ragioni
sanitarie, sono persone con palesi difficoltà motorie e “cognitive”, oltre che
economiche, tanto non potersi permettere una postazione online…, e magari anche
privi della relativa dimestichezza all’uso. Ma chi aiuta questo piccolo
esercito… sempre più isolato? Per quello che mi consta, tranne qualche caso di
tanto in tanto, non certo le Istituzioni pubbliche, e nemmeno liberi
concittadini, come dire: “aiutati che il
ciel t’aiuta”. Insomma, un menefreghismo che sicuramente non esisteva
nemmeno in tempo di guerra e subito dopo, nonostante allora non ci fossero
accorgimenti di sostegno e determinate Leggi per alcuni diritti. Ecco, quindi,
che cosa offre oggi il progresso, l’emancipazione e quello che ancora molti
definiscono il benessere, ma che paradossalmente tale non è per una gran parte
della popolazione, a cominciare dagli oltre 6 milioni di poveri, 14 milioni di
anziani tutti affetti da almeno due patologie croniche. Insomma, è tutto questo
l’altruismo di cui fanno vanto le Istituzioni sia a livello apicale che locale?
È perfettamente inutile emanare Leggi che prevedono determinati diritti se poi
non sono applicate: in tal caso è come sottomettere il cittadino ulteriormente!
Personalmente vorrei immaginare tutti gli abbienti, compresi i nostri
parlamentari, alle prese con la burocrazia ma senza mettere mano al portafogli
o al proprio potere, attivarsi attraverso connivenze varie, e tanto meno
ricorrere alla consulenza legale; già, perché spesso una “comune” azione
burocratica la si può affrontare senza l’intervento di un legale: ma esiste
qualche “paladino” votato in tal senso? A tutti coloro che si “scaricano” la
coscienza offrendo un obolo, ora a destra ora a manca, vorrei prospettare
qualche loro “serio” ostacolo da superare e attendere la conclusione della loro
vicenda… E il ricorrere ai mass media, soprattutto televisivi, per segnalare un
qualunque episodio di carattere burocratico, tranne qualche rarissima eccezione
non ha sortito alcun risultato… Il fatto è che l’italiano medio non ha ancora smesso
i panni del pietismo e della lamentela con o senza lacrime, che però cerca di compensare
con quel gesto di carità cristiana il più delle volte discutibile. Inoltre, a
tal riguardo, per i casi più particolari e urgenti si tende a promuovere
collette con richiesta di denaro che, tra l’altro, non sempre risolvono certi
problemi. La presenza umana, capace e competente soprattutto nei momenti di
defaillance è spesso la massima espressione di considerazione umana. Evidentemente
questo non basta, tant’é che oggi, per un minimo disorientamento psico-sociale
si tende ricorrere agli psicologi e agli psicoterapeuti, ma a mio avviso è un
eccesso se si considera che nemmeno i drammi causati dal conflitto hanno
necessitato tale ricorso. È evidente che l’animo umano si è impoverito tanto da
non sopportare la benché minima delusione o sconforto e, a fagocitare questo
malessere, e che da sempre chiamo in causa la televisione e vari spot
pubblicitari, quali promotori e veicoli
di emulazioni, che sono appunto l’anticamera di illusioni e delusioni, e
questo per quanto riguarda soprattutto le giovani generazioni.
QUALI SONO I MALI DELL’ITALIA NON RISOLTI… E POCO RISOLVIBILI
Anche
se l’elenco non è breve, vale la pena comunque elencarne alcuni.
ll principe di vecchia data, manco a dirlo, è ovviamente la burocrazia
con le infinite e perpetue conseguenze, la mancata applicazione di alcuni
articoli della Costituzione, come pure la non applicazione di alcune Leggi
tuttora in vigore; l’insufficienza del personale della P.A. in diversi ambiti,
e parallelamente la incompetenza-inefficienza di parte di esso; la scarsissima
trasparenza delle P.A. nei confronti dei cittadini, di pari passo l’altrettanta
insufficiente comunicazione; l’insufficiente e gravissima carenza nel tutelare
l’incolumità del cittadino, l’incontrollata “fuga” all’estero di neo laureati
(e non); notevoli le carenze nell’ambito dell’Istruzione, per non parlare poi
delle notevoli carenze in ambito sanitario; perenni confronti-scontri tra
politici al Governo; continuo impoverimento del patrimonio comune, un sistema
produttivo in ribasso; vocazioni religiose sempre più oggetto di
disorientamento (e di critica) anche nei rapporti con le varie Istituzioni; incertezze
nell’intraprendere un mestiere e/o professione, e scarsa tutela di molti
lavoratori; in costante ribasso la cultura, come pure l’incapacità di gestire la popolazione sempre
più avanti con gli anni; costante ricorso all’associazionismo (sindacale e non)
per mancata fiducia ed inefficienze varie; mancata valutazione periodica di
test psico-attitudinali specie dei dipendenti preposti a ruoli di comando o
comunque addetti a contatti diretti con il pubblico; presenza di volontariato
“sostitutivo” in sedi istituzionali (ad esempio Asl); l’eterna difficoltà e
onerosità nel gestire i flussi migratori, carenze in ambito giurisprudenziale,
impropri ricorsi ad iniziative di beneficienza per colmare ciò che lo Stato non
dà; l’irrisolto problema degli errori giudiziari e relative condanne ingiuste.
L’elenco potrebbe proseguire ma si può sintetizzare che sino a quando il
concetto di burocrazia viene inteso dalla popolazione come una sorta di
“maledizione” e quindi un ostacolo insuperabile, il nostro Paese non sarà mai
totalmente libero… e quindi poco credibile, o quanto meno frantumato.
La prima immagine di M. Biani è tratta da internet
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