Per la festa della donna è doveroso ricordare...

 

PER LA FESTA DELLA DONNA SAREBBE DOVEROSO E

UTILE RICORDARE IL PIONIERISMO AL FEMMINILE 

Alcuni dei molti esempi dal notevole contributo in ogni ambito sociale e culturale reso all’umanità, ma nello stesso tempo un “monito” a quel maschilismo che stenta a dissolversi… per ignoranza e pregiudizio

di Ernesto Bodini

In un’epoca in cui il genere femminile, inteso come Donna-Persona, è sempre più bistrattato (mi si perdoni l’eufemismo), non si tiene o non si vuol tenere conto di quante furono le antesignane che si sono dedicate al rispetto dei diritti umani, allo sviluppo delle scienze, delle arti e della cultura più in generale. Questa attenzione a mio avviso andrebbe fatta ogni anno in occasione della Festa della Donna (8 marzo), non tanto per darne eccessivo censo alla “prima parte” dell’umanità (ossia la Donna), quanto invece per ricordare che siamo tutti a pari livello e con le stesse potenzialità del pensiero e nell’azione, e la differenza di sesso e/o bellezza esteriore hanno nulla a che vedere. Per quanto riguarda i meriti non si tratta di fare particolare distinzione ma di rammentare quante di esse hanno saputo dare, contribuendo ad elevare il concetto di Umanità, talvolta rimettendoci la propria vita. Tra queste figure vorrei citarne alcune che a mio parere ritengo aver avuto il tratto più “significativo” anche dal punto di vista della loro spiccata personalità. Comincerei con il ricordare la britannica Mary Wollstonecraft (1739-1797), autrice e antesignana del femminismo in Europa, la quale respinse con coraggio le restriuzioni e i preconcetti imposti alle donne della società britannica del XVIII secolo. I suoi scritti e il suo comportamento suscitarono scandalo presso i contemporanei, ma oggi è ancora considerata una pioniera della lotta per i diritti delle donne. La statunitense Harriet Beecher Stowe (1811-1896), giornalista, romanziera e instancabile paladina delle campagne contro lo schiavismo; con il suo romanzo “La capanna dello zio Tom”, mostrò senza veli le atrocità dello schiavismo negli Stati Uniti, contribuendo ad acuire tensioni che sfociarono nella Guerra civile e nel successo finale degli abolizionisti. Susan B. Anthony (1820-1906), anch’essa statunitense, fu un’attivista antischiavista, una sindacalista e una riformatrice del sistema educativo, ma soprattutto una paladina del voto femminile; insieme con Elizabeth Cady Stanton (1815-1902) si battè senza tregua per il suffragio delle donne americane, organizzando gruppi e pubblicando un giornale e libri, oltre a viaggiare per gli Stati Uniti tenendo raduni e comizi. L’italiana Florence Nightingale (1820-1910), pioniera dell’assistenza infermieristica e riformatrice degli ospedali nel Regno Unito, contribuì a creare istituzioni di formazione del personale medico fondamentali ancora oggi, assicurando il rispetto per una professione fino ad allora denigrata e sottovalutata. Il pensiero e l’opera della svedese Selma Lagerlöf (1858-1940) appartengono alla storia letteraria svedese ed europea, e una delle ragioni è quella dell’essere stata insignita del premio Nobel per la Letteratura (1909): per la prima volta una donna; tra i molti meriti insegnò a noi come si fa a dare una sorta di epopea moderna esaltante ma non troppo, in cui ritrovare la storia e la leggenda, le lettere e lo spirito, il dolore e l’amore, ad una popolazione triste e sfiduciata. La polacca Marie Salomea Skłodowska-Curie (1867-1934), scopritrice del radio, innovatrice della tecnologia dei raggi X, fu insignita del Premio Nobel per ben due volte: per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911. Di origini modeste, Ada Negri Garlanda (1870-1945) è stata una poetessa dalla copiosa produzione, fra le poche italiane conosciute in Italia e all’estero; il valore letterario delle sue opere fa parte della storia compresa tra il 1890 e il 1930, epoca di transizione ma anche di opere forti. L’italiana Maria Montessori (1870-1952), medico e pedagogista, si distinse in campi che hanno tutti un comune denominatore: lo studio dell’essere umano, sostenendo che le basi dell’esistenza vengono poste nell’infanzia, e proprio nell’interesse per il bambino, considerato per la prima volta un essere completo e pensante; fu candidata al premio per la Pace… ma che non ottenne. La statunitense Helen Keller (1880-1968) divenne sorda e cieca a 19 mesi d’età, ma grazie alla sua acuta intelligenza e all’innata curiosità imparò a comunicare con il linguaggio dei gesti, a leggere con il sistema Braille e a parlare; nonostante la sua disabilità, frequentò una delle migliori università degli USA e per tutta la vita condusse campagne internazionali per migliorare le condizioni dei disabili. La britannica Virginia Woolf (1882-1941), femminista, fu uno dei più grandi romanzieri moderni, nonosante il suo stile e la scelta degli argomenti siano stati oggetto di controversie; con il marito fondò una Casa editrice che pubblicò numerosi libri di autori sconosciuti ma oggi assai apprezzati. La statunitense Pearl Sydenstricker Buck (1892-1938), colta e raffinata, ne 1938 fu la terza donna (dopo Selma Lagerlöf e Grazia Deledda) a ricevere il premio Nobel er la Letteratura, e in seguito la Laurea Honoris Causa presso l’Accademia Americana delle Arti. La statunitense Margaret Bourke-White (1904-1971), fu la prima fotografa occidentale ammessa in Unione Sovietica, e prima fotoreporter donna della rivista “Life”, nonché prima corrispondente di guerra e la prima fotografa cui sia stato concesso di operare al fronte durante la seconda guerra mondiale. La francese Simone de Beauvoir (1908-1986), una delle più eminenti filosofe del XX secolo; il suo famoso libro “Il secondo sesso” nel quale analizza la sistematica svalutazione delle donne nella storia, fece scandalo nell’Europa del dopoguerra. Rita Levi-Montalcini (1909-2012), femminista convinta, medico, ebbe il premio Nobel per la Medicina nel 1986 in quanto nel 1968 isolò il fattore di crescita de tessuto nervoso (Nerv Growth Fator); grazie a quella scoperta la Medicina oncologica ha conseguito la possibilità di contrastare e combattere la malattia “del secolo”. Parte del premio in denaro ottenuto con l’assegnazione del Nobel fu devoluta per suo volere alla costruzione della nuova sinagoga di Roma. 

L’albanese Madre Teresa di Calcutta, al secolo Agnes Gonxha Bojaxhiu (1910-1997), famosa missionaria dei poveri, degli ammalati e dei morenti; dedicò l’intera esistenza alla assistenza dei poveri e degli ammalati; fondò la Congregazione delle Missionarie della Carità. Nel 1979 ricevette il premio Nobel per la Pace, e dopo la morte fu beatificata da papa Giovanni Paolo II. La statunitense Rosa Parks, al secolo Rosa Louise McParks (1913-2005), una icona del femminismo americano per i diritti civili; nel 1955, con il suo rifiuto di cedere il posto sull’autobus a un bianco, mutò il corso della storia americana, tanto da essere soprannominata la “madre del movimento per i diritti civili”. La statunitense Betty Friedan (1921-2006), femminista  e riformatrice sociale, con il suo bestseller “La mistica della femminilità” scioccò il mondo mettendo a nudo la profonda insoddisfazione di un’intera generazione di donne americane, un’opera che cambiò la vita di innumerevoli donne e divenne un punto di riferimento del pensiero femminista. La tedesca Annie Frank (1929-1945), diarista, a tutti nota per la sua commovente storia svelata dal suo omonimo Diario tenuto mentre tentava di nascondersi dai nazisti fra il 1942 e il 1944, una delle più toccati testimonianze della vita dei perseguitati durante l’olocausto. La statunitense Dian Fossey (1932-1985), zoologa e conservazionista, protettrice dei gorilla di montagna dell’Africa centrale con i quali trascorse la sua vita,  grazie al suo lavoro quella specie, una delle più minacciate del mondo, si è salvata, ma a prezzo della sua stessa vita. La pakistana Benazir  Bhutto (1953-2007), prima donna a guidare un Paese musulmano in epoca moderna; coraggiosa e di grandi princìpi si batté per migliorare le condizioni delle donne e dei poveri in Pakistan; accusata di corruzione, visse in esilio dal 1999 al 2007, ma appena rientrata in patria per partecipare alle elezioni venne uccisa in un terrificante attentato. Diana Spencer, principessa del Galles (1961-1997), fu promotrice di attività benefiche e umanitarie, universalmente nota soprattutto per il suo impegno nella lotta contro l’AIDS e nelle campagne internazionali contro le mine antiuomo. Questi alcuni degli esempi di un vissuto non solo al “femminile” in quanto tale, ma un piccolo elenco di quel pionierismo sociale, umanitario e culturale che a mio avviso si tende a dimenticare a differenza di personaggi passati alla storia per meriti ludico-artistici ma ben poco condivisibili… in assenza di finalità umanitarie; mentre le figure descritte, sia pur non al completo, ci portano ad avere una visione più aperta e incondizionata delle loro potenzialità, senza pregiudizi e rivalità alcuna.


 senza pregiudizi e rivalità alcuna.

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