Lettera aperta ai politici-amministratori sanitari

 

LETTERA APERTA AI POLITICI-AMMINISTRATORI IN AMBITO SANITARIO

Con tutto il rispetto dovuto espongo quanto segue. Nonostante i recenti provvedimenti per migliorare la gestione del SSN (e in ogni singola realtà il proprio SSR), e nonostante la buona volontà degli operatori preposti: dai sanitari agli amministrativi, come pure degli stessi cittadini fruitori dei Servizi, ossia le prestazioni quali visite mediche specialistiche e/o esami strumentali, a parte situazioni talvolta risolvibili, sostanzialmente non si riesce ad ottenere per tutti le prestazioni prescritte in tempi congrui… Ben cosciente che l’impossibile è demandato solo a Dio e ai propri Santi protettori (per “intercessione”), resta il fatto che è implicito il concetto del dovere di chi è preposto a valutare di volta in volta le situazioni dei cittadini-pazienti maggiormente “a rischio”, per cui si esprime la necessità di trovare sempre le opportune “corsie preferenziali” (prive di disagi come ad esempio il dover ricorrere a strutture lontane dalla propria residenza, o a quelle private non potendo sostenere la spesa richiesta), ciò sia pur nei limiti delle vostre rispettive competenze a garanzia della tutela degli aventi diritto. Va da sé che un eventuale ritardo nell’ottenere determinate prestazioni taluni pazienti potrebbero correre il rischio di veder peggiorare la propria patologia in corso, o comunque i sintomi della presunta tale. E i circa 4,5 milioni di italiani che in questi ultimi anni hanno dovuto rinunciare a farsi curare, è indice di eventuali responsabilità e, a questo riguardo, rammento che l’art. 32 della Costituzione così come gli articoli che compongono la Legge 833/1978, sono attivi e non sotanzialmente modificati, o comunque non “penalizzanti” per tutti noi fruitori. Il constatare ogni giorno che molti cittadini si rivolgono ai mass media lamentando le estreme difficoltà per ottenere una prestazione nei tempi dovuti, anche in presenza di qualche impedimento burocratico, implica una ulteriore “presa di coscienza”, garantendo a tutti salute e vita! Inoltre, il fatto che molti pazienti sono anziani e che circa un terzo di essi è affetto da almeno due patologie croniche (per non parlare di coloro che non sono in grado di espletare incombenze perché privi di una postazione online), si delinea un quadro che richiede quanto di meglio dobbiate fare poiché come è importante la prevenzione primaria lo è altrettanto la prevenzione secondaria. Va da sé che intervenire in ritardo e non nel modo più opportuno implica costi ben maggiori a carico della collettività. In merito ai problemi del personale sanitario sappiamo tutti quali siano, come pure le relative difficoltà per risolverli; per questo a mio avviso sarebbe opportuno aprire un dialogo pubblico (itinerante) da parte vostra con i cittadini, informandoli delle potenzialità della Medicina come pure dei limiti della stessa; ma anche di come è strutturato il sistema sanitario nazionale e, per ciascuna competenza, quello relativo alla propria Regione. Questi miei modesti suggerimenti provengono non solo da una senso di mera razionalità, ma anche dal fatto che sono molti i cittadini che sarebbe utile “erudire”, trasmettendo loro il concetto dei diritti come pure quello dei doveri. Questa esigenza-dovere trova consistenza nel fatto che oggi si legge sempre meno, ed è quindi necessaria e maggiormente fruibile l’informazione verbale diretta. Certamente questo è un impegno ma a mio parere se non si informa bene e costantemente, visti anche gli avvicendamenti politico-econoomico-gestionali, ci saranno sempre delle lacune e le lacune sono espresse proprio nel non riuscire a soddisfare le esigenze dei cittadini bisognosi, e nel non comprendere i vostri sforzi e il vostro impegno istituzionale.

Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)



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