Esempio impopolare in sanità

 

UN ESEMPIO IMPOPOLARE DI GESTIONE SANITARIA

È giusto informare il paziente di quanto è costato alla propria

Regione il suo ricovero e relativi trattamenti sanitari? 

di Ernesto Bodini

Alcuni anni fa (anche in Piemonte) si era posto il problema se rendere informati o meno i cittadini dei costi relativi al loro ricovero e trattamento in ospedale. Inizialmente, come è lecito immaginare, la notizia suscitò scalpore misto a curiosità e, in seguito, anche indignazione espressa da più parti. Pare che questa “butade” sia partita dalla Lombardia (siamo nel 2012) con la denominazione: “Operazione trasparenza”, cui è seguito il riscontro-indignazione dell’Ordine dei medici che ha replicato con un secco: «Decisione esecrabile e umiliante». Probabilmente questa iniziativa che aveva più il sapore di controllare l’evoluzione dei costi di una degenza, prestazione di esami e visite varie comunicando al cittadino, una volta dimesso, quanto è costato al SSR di quella Regione… senza sforare il bilancio assegnato. Ma quale la reale precisazione in merito a tale provvedimento? Come si rileva dal quotidiano La Repubblica online del febbraio 2012, l’assessore regionale alla Santà, Luciano Bresciani, così si espresse: «È un’operazione di trasparenza e informazione assolutamente positiva. Avere consapevolezza dei costi pubblici e sapere ciò che lo Stato, cioè tutti noi, spendiamo per curarci. L’importante è evitare strumentalizzazioni. Chi ha usufruito di servizi sanitari di cui aveva necessità non viene colpevolizzato. Ma tutti i cittadini, dai malati ai medici, devono responsabilizzarsi». Furono così resi noti, a titolo di esempio, alcuni importi relativi a determinati trattamenti quasi a giustificare la filosofia dell’iniziativa, anche per non ingenerare confusione sui costi del sistema inerenti i rimborsi corrisposti alle strutture, ma piuttosto “far pesare” il costo vero e proprio sopportato dalla Regione per ogni paziente avuto in trattamento. Secondo la filosofia di questa iniziativa (a mio avviso a dir poco impopolare) della quale peraltro non si ha più notizia da tempo, l’obiettivo della comunicazione sarebbe stato quello di sensibilizzare i cittadini, ma soprattutto di responsabilizzare i medici che prescrivevano troppi esami.

Anche se non se n’è più parlato e probabilmente perché tale indirizzo politico-sanitario non ha trovato sufficiente “seguito”, lo stesso induce a fare qualche considerazione e non solo per via dei vari problemi di cui sta soffrendo il SSN, ma anche perché ciò richiama il concetto etico nei confronti dei pazienti che necessitano irreversibilmente di cure, e “responsabilizzarli” comunicando loro il valore economico per curarli, guarirli e mantenerli in salute, sarebbe come dire: “Se non ti ammalavi la Regione avrebbe risparmiato”. Un’affermazione ipotetica e apparentemente cinica, ma che denota ancora una volta quanto l’uomo politico-amministratore legato al carro del rendimento sotto l’incudine della “vil pecunia” (spending review e obiettivi da raggiungere), ma anche dei possibili riconoscimenti di merito per “l’oculata gestione”. E ciò sta a dimostrare quanto valore si intende dare all’efficienza “baypassando” l’importanza della sofferenza, credendo loro stessi di non ammalarsi mai, e se si, di “meritare” un occhio più pietoso e di condiscendenza. Queste mie libere considerazioni non hanno nulla di personale con l’Amministrazione Regionale citata, o con altre che volessero imitarla, ma essere un richiamo più generale a tutti coloro che nel gestire la sanità pubblica si pongono, o intendono porsi, come obiettivo il dovere di gestire la sanità pubblica conti alla mano… sofferenza e cure permettendo! Concluderei con la seguente domanda: ci immaginiamo la reazione di un paziente al quale si è comunicato: «Lei è guarito grazie alla nostra organizzazione sanitaria che è stata in grado di pagare… con il sottointeso: nonostante l’importo oneroso per mantenerla in vita». Evidentemente chi non si ammala è più virtuoso perché ha fatto risparmiare, ma la Costituzione e il rispetto della dignità umana non prevedono tutto ciò!


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