Non ideali ma doveri civili...

 

AUMENTA IL POPOLO DEGLI “EROI”: NE ABBIAMO PROPRIO BISOGNO?

Sia pur nel rispetto delle buone e lodevoli intenzioni, ogni conseguente azione

umanitaria è e deve essere non un ideale ma un dovere civile di ognuno

di Ernesto Bodini

Ci risiamo. Anche quest’anno il podio degli “eroi” si popola di altri 31 protagonisti con riconoscimento “rituale” del Presidente della Repubblica. Ma l’Italia ha proprio bisogno di avere un popolo di “eroi” che, dal canto mio, continuo a virgolettare? È indubbio che le buone azioni sul piano umano e civile siano da individuarsi e magari da imitare, ma qualificare ogni comune azione umana e civile (tranne rarissime eccezioni) come atto di eroismo credo che non sia proprio il caso, anzi, non lo è! Primo, perché agire nel bene e per il bene è un atto doveroso e di civiltà, e secondo perché dare eccessivo censo con tali “riconoscimenti presidenziali” è in controtendenza  con certi doveri istituzionali e legislativi non rispettati, che sono peraltro la quotidianità. Si prenda, ad esempio, la costante inosservanza degli artt. 3 e 32 della Costituzione, oltre ad alcune Leggi in vigore che di fatto non sono applicate; per non parlare poi della non volontà di rimuovere il “cancro” del Paese, ovvero la Burocrazia. E a questo riguardo, chissà perché al Presidente della Repubblica non vengono proposti “eroi” dell’anti-burocrazia e, se per assurdo ciò avvenisse, sparirebbero d’incanto i 29 tipi di riconoscimenti istituzionali per merito, poiché in assenza (totale) di questo malessere prevalentemente made in Italy, le buone azioni sul piano umano e civile sarebbero di gran lunga maggiori, e quindi ben lontane dall’etichettare “eroi” i loro protagonisti. Personalmente, come ormai i miei lettori sapranno, mi occupo di anti-burocrazia da oltre sei lustri in quanto ritengo essere un impegno, se non addirittura una mission, per solidarietà verso tutti coloro che sono vessati da questo “male istituzionalizzato”, ma purtroppo con scarsi risultati per l’inerzia di quasi tutti i miei concittadini i quali, come ricordo sempre, a tutt’oggi rientrano nella sentenza di Alessandro Manzoni (1785-1873) : «Noi italiani in genere siamo fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi». Si dirà, a riguardo, che tale sentenza ha oltre due secoli, ma persiste proprio perché da questo punto di vista l’italiano in genere non è mai cambiato… nonostante l’avvicendarsi delle generazioni. Un altro aspetto da considerare, che andrebbe in controtendenza  con il riconoscere onorificenze ogni anno a Tizio, Caio e Sempronio, è il fatto che c’è sempre meno trasparenza tra i cittadini e Istituzioni, a cominciare dal non relazionare sia dal punto di vista verbale che epistolare, ossia quando i primi scrivono per avere un riscontro quasi sempre non ricevono risposta e, in virtù di ciò, vorrei sapere se tutti quelli che in questi anni sono stati insigniti di una qualsivoglia onorificenza sarebbero stati ricevuti dalle Istituzioni apicali o, più semplicemente, avessero ricevuto un riscontro ad una loro richiesta olografa. Un’altra disdicevole incongruenza consiste nel fatto che il Presidente della Repubblica è solito ricevere al Quirinale rappresentanze di scolaresche, e anche di assi dello sport rivolgendosi a questi ultimi con la retorica frase: «Siete l’orgoglio della Nazione». Due esempi che a mio avviso non trovano alcuna giustificazione, mentre sarebbe più “coerente”, ad esempio, ricevere una rappresentanza di persone con disabilità che, a nome di oltre un milione di esse, risultano disoccupate nonostante la Legg n. 68/1999 che prevede l’obbligo di assunzione sia in ambito pubblico che privato; per non parlare poi delle ancora esistenti barriere architettoniche che ne impediscono i movimenti e la vita di relazione. E in merito a ciò, è perfettamente inutile riconoscere un titolo onorifico a chi si prodiga per questi ultimi, quando tocca allo Stato rimuovere gli ostacoli (art. 3 della Costituzione). Dal punto di vista della burocrazia in questi anni ho contribuito (autonomamente) alla tutela di diversi casi in situazione di disagio di fronte alle Istituzioni, ma ben lontano dal sentirmi “eroe” o destinatario di qualche merito, nemmeno idealmente e, se per assurdo dovessi essere individuato per un tale riconoscimento, non avrei alcuna esitazione nel respingere “elegantemente” al mittente l’eventuale invito-proposta. E non mi è dato a sapere se tra tutti che quelli che hanno ricevuto tale riconoscimento vi è stato qualcuno che lo abbia… deliberatamente rifiutato. Infine, a tutti gli interessati, Cittadini e Istituzioni, vorrei rammentare quanto sosteneva il poeta drammaturgo Bertold Brecht (1898-1956): «Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi». Ogni buona azione verso il prossimo non significa spendersi per un ideale, ma onorare quel detto che dice: «Chi non ha una missione nella vita è il più povero di tutti» (Albert Schweitzer, docet!).

IL “PANIERE” DELLE ONORIFICENZE ISTITUZIONALI IN ITALIA

In Italia il “vezzo” delle Onorificenze è ormai una tradizione, che va consolidandosi di anno in anno, il cui elenco è assai lungo che, per curiosità del lettore, ricordo qui di seguito. Il sito internet della Repubblica ha realizzato una banca dati di tutte le decorazioni al valore e al merito, con fonti normative e le insegne. Gli elenchi dei decorati sono in continuo aggiornamento. In particolare, per le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana i conferimenti sono riportati a partire dall’1 gennaio 1991, ad eccezione di quelli relativi al grado onorifico di Cavaliere di Gran Croce e di Grande  Ufficiale, già tutti pubblicati, e quelli di Commendatore presenti dal 1975. I nominativi attualmente presenti in archivio sono oltre 149 mila (salvo aggiornamento).

Ordine al Merito della Repubblica Italiana – Ordine Militare d’Italia – Ordine al Merito del Lavoro – Ordine della Stella d’Italia già Ordine della Stella della Solidarietà Italiana – Ordine di Vittorio Veneto – Medaglia e Croce di Guerra al Valore Militare – Medaglia al Valor Civile – Medaglia al Merito Civile – Medaglia ai Benemeriti della Salute Pubblica e al Merito della Sanità Pubblica – Medaglia ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte – Medaglia ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte – Medaglia ai Benemeriti della Scienza e della Cultura – Medaglia ai Benemeriti della Pubblica Finanza – Croce d’Onore alle Vittime di Atti di Terrorismo o di Atti Ostili Impegnate in Operazioni Militari e Civili all’Estero – Medaglia di Vittima del Terrorismo – Medaglia al Valore e Croce al Merito dell’Esercito – Medaglia al Valore e al Merito di Marina – Medaglia al Valore e al Merito Aereonautico – Medaglia al Valore e Croce al Merito dell’Arma dei Carabinieri – Medaglia al Valore e Croce al Merito della Guardia di Finanza – Stella al Merito del Lavoro – Benemerenza per Otto Lustri di Lodevole Servizio nelle Scuole Elementari – Benemerenza dell’Istruzione Elementare e Materna – Medaglia Mauriziana al Merito di Dieci Lustri di Carriera Militare – Medaglia al Merito di Lungo Comando – Medaglia d’Onore per Lunga Navigazione – Medaglia di Lunga Navigazione Aerea – Le Città Benemerite del Risorgimento Nazionale.

Un’ultima considerazione sul dilemma di Eroe – Nelle civiltà primitive è figura etica di Essere eccezionale al quale venivano attribuite gesta leggendarie. Nel mito classico, invece, un “Semidio” dotato di virtù eccezionali, benché soggetto alle leggi terrene dimostrava la sua natura divina con magnanime e prodigiose imprese. Uomo di grande coraggio che dà prova di generosità e abnegazione. Ma a mio modesto parere, e convinzione, è più rispondente alla realtà quanto sosteneva il filosofo e medico-filantropo Albert Schweitzer: «Non esiste l’eroe dell’azione, m della rinuncia e del sacrificio».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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