UN ESEMPIO DI RICOSTRUZIONE UMANA
A “DISPETTO” DELLA PREPOTENZA BELLICA
I potenti di oggi dovrebbero farne tesoro ma, data la
situazione
attuale, anziché ricostruire continuano a distruggere...
di Ernesto Bodini
Il Governo Parri
Sono trascorsi quasi ottant’anni dall’ultimo conflitto mondiale e, per quanto sia retorico ribadirlo, vale la pena ricordare che attualmente in molte zone del mondo sono aperti 52 conflitti… di una certa entità, e per quasi tutti pare non sia possibile conoscere la fine. Ma a tutti questi responsabili al comando, vorrei rammentare che in Italia nel 1945 i governanti si impegnarono in un’opera della ricostruzione umana. A capo di ciò, nel costituire il Ministero dell’Assistenza Post Bellica, era intenzione del Governo Parri affrontare il problema di ricostruire la personalità umana di milioni di italiani le cui conseguenze della guerra avevano moralmente travolto. Fu la prima iniziativa di carattere umanitario e socio-psicologico che contribuì a riportare l’Italia ad una civile convivenza su un piano di dignità e in pace con tutte le Nazioni. Alla schiera di quanti avevano combattuto per il riscatto del Paese dall’onta della sconfitta, e non meno delle conseguenze morali delle pene sofferte: molti i riferimenti ai reduci provenienti dai campi di battaglia dell’Europa, dell’America, dell’Asia, dell’Africa; fisicamente e moralmente prostrati alla visione di un Patria a dir poco devastata… e per questo privi della forza di reagire alle conseguenze che ne sono derivate, comprese le mutilazioni fisiche e psicologiche. Una popolazione di combattenti, unitamente a profughi e tutti i sinistrati che avevano perso casa, il lavoro e i beni all’insegna di quella fraternità che si estendeva oltre confine. Moltissime le famiglie dei caduti, i mutilati, i malati e tutte le vittime civili di guerra (cioè dopo il conflitto) di ogni età e sesso: tutti innocenti e inermi che l’apocalisse aveva travolto. Ebbene, l’opera di ricostruzione in Italia, come ripeto, fu affidata al Ministero dell’Assistenza Post Bellica con il Dlgs n. 425 del 31/7/1945, con l’obiettivo di agire con rapidità e con intelligenza per raggiungere senza esitazioni e al netto di una qualsiasi forma di demagogia o eccessivo pietismo: un lavoro di risanamento e di ricostruzione sociale nell’interesse di ognuno e del Paese. «Bisognava risanare, nei limiti del possibile – è precisato dai documenti dell’Istituto di Rieducazione per Minorenni Mutilati di Guerra del 29/2/1948) –, i colpiti, venire incontro, come la nostra miseria lo consentiva, ai bisogni più duri, scuotere quelli che la sciagura aveva intontito, pensare ai piccoli, ai più innocenti che rappresentano la speranza viva del domani; infondere finalmente in tutti la persuasione della comune solidarietà che è tale conforto da rianimare e risollevare anche i più depressi».
Questa non facile opera fu
coordinata dal Presidente Ferruccio Parri (1890-1981) e affidata all’On. Emilio
Lussu (1890-1975) già valoroso soldato della Brigata Sassari nella guerra del
1915-18, antifascista, fiero ed irriducibile, combattente tra i più audaci della
libertà, nonché ministro dell’Assistenza post Bellica. Per l’organizzazione centrale
e capillare del Ministero di questa impresa della volontà politica ma soprattutto
umanitaria, il ministro Lussu fu coadiuvato da uomini di età e di provenienze
diverse, tutti provati dalla guerra, ed animati da un elevato spirito di
solidarietà e quindi dalla volontà di agire. La “squadra” si mise al lavoro
quando la situazione del Paese era ancora nel caos più totale, ed incerte le
risorse, molte e insistenti le richieste che la miseria dei “Reduci”
imponeva… Questa esperienza
“post-bellica” fa certo onore all’Italia, ma non basta perché a mio modesto
avviso, dovrebbe raggiungere i responsabili (“Putin e company”) di quei 52
conflitti tutt’ora in corso con l’imperativo di deporre le armi (deponendo le
quali i despoti verrebbero automaticamente isolati), per non continuare a mietere
vittime innocenti poiché anche loro potrebbero perire o, nella migliore delle
ipotesi, subire la mutilazione di un arto; mentre quella della coscienza
dovrebbero (non è mai troppo tardi) recuperarla al più presto!
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