Desolazione e inconsistenza...

 

DESOLAZIONE E INCONSISTENZA PER

 UN FUTURO SEMPRE PIÙ INCERTO…

In ascesa la “pandemia” dell’apparire piuttosto che l’essere e nulla valere 

di Ernesto Bodini

Ci sono persone, soprattutto giovani, che hanno avuto l’opportunità (occasionale, o meno) di incontrare il presidente della Repubblica o il Pontefice. Nel primo caso solitamente per essere insignite di una onorificenza, nel secondo per un “incontro” di carattere cristiano… e di circostanza. Tralasciando le espressioni dettate dall’emozione, quello che mi fa specie è che costoro pare non siano preoccupate delle molteplici lacune che presenta la Nazione, il cui elenco sarebbe appunto interminabile, e all’orizzonte non vedo niente di buono… Oltre alle suddette persone, probabilmente per nulla o poco preoccupate delle sorti della Nazione, si aggiungano le folle oceaniche (la gran parte persone non abbienti) che periodicamente occupano stadi e arene per seguire con eccessiva esaltazione i loro “beniamini”, ed essendo svariate migliaia sarebbe interessante immaginare quante di esse siano in grado di affrontare ad esempio gli ostacoli della burocrazia, come pure in ambito sanitario le liste di attesa. Inoltre, quante delle stesse manifestano preoccupazione per la loro incolumità a causa della delinquenza praticamente quotidiana. Andare in estasi (ma è un eufemismo) per una rock star, un asso dello sport, o per qualcuno che ha vinto ad un gioco televisivo a premi, credo che rasenti un certo che di pochezza, mentre non si è mai assistito a folle oceaniche andare in estasi per un Premio Nobel o per scienziati che hanno dato notevolissimi contributi a beneficio dell’umanità, soprattutto riguardo la salute. Personalmente in questi anni ho avuto l’opportunità di conoscere e avvicinare scienziati della Medicina di importanza mondiale e, per quanto appagante sia stato l’incontro (peraltro per ragioni professionali) non sono andato in estasi… anzi, ho mostrato soddisfazione ma al tempo stesso un comportamento degno di quei Personaggi, proprio come si conviene in tali circostanze. Per “pura curiosità” del lettore tra i personaggi illustri avvicinati e intervistati posso menzionare i proff. Albert B. Sabin (1906-1993), scopritore del vaccino antipolio, che non ha voluto brevettare; Thomas Starzl (1926-2017), primo chirurgo al mondo che nel 1963 ha trapiantato il fegato in essere umano; Christian N. Barnard (1922-2001), primo chirurgo che ha trapiantato il cuore in essere umano; Rita Levi-Montalcini (1909-2012) e Stanley Choen (1922-2020) vincitori entrambi del premio Nobel per la Medicina grazie alle ricerche sull'NGF (il fattore di crescita dei nervi) e sul suo meccanismo d'azione. Senza discriminare alcuno, sia pur di “minore importanza” ma di altrettanta autorevolezza, sarebbe utile richiamare alla memoria anche personaggi che hanno speso la propria vita in modo filantropico (e non meri “eroi dell’azione”), o comunque dediti alla ricerca e allo sviluppo in vari campi; ma tutti questi non hanno destato nella popolazione generale un’enfasi che per certi versi avrebbero meritato. Ma con l’avvento del progresso soprattutto per quanto riguarda la comunicazione, la non obiettività e la irrazionalità hanno preso il sopravvento coinvolgendo una massa delirante sempre più estesa… e per nulla responsabile. Ricordo vagamente, ad esempio, che una rock star italiana in suo brano musicale tra l’altro invocava: «… voglio una vita spericolata, una vita piena di guai…», espressioni che per quanto ironiche e provocatorie suonano come un insulto nei confronti di chi conduce un’esistenza piena di guai che non si è procurato (a differenza, invece, di chi pratica sport estremi con le relative conseguenze!).

Ecco una società in parte “disfatta” e priva di sani princìpi, il cui scenario si presenta non solo deludente ma anche deleterio, in ragione del fatto che certi valori non nascono negli stadi e nelle arene e nemmeno all’interno di alcuni programmi televisivi (sia pur con qualche eccezione come quelli dedicati alla Storia e alla Cultura in genere), a soffrirne sono e saranno le attuali giovani generazioni, e ancora di più le prossime, vere e proprie vittime di futuri guai… Rinnegare o trascurare l’insegnamento dei saggi del passato non favorisce la crescita del futuro, un ostacolo formato da idoli paragonati a “Dei” della perdizione, o comunque della inconsistenza tale da favorire il male del secolo, ossia la maledetta voglia endemica di apparire, più che di essere… e di nulla valere! Vorrei concludere citando quanto affermava il letterato statunitense Henry Wadfsworth Longfellow (1887-1982 nella foto): «La vita dei grandi uomini ci ricordano che possiamo rendere sublimi le nostre, e che, quando ce ne andremo, lasceremo dietro di noi le nostre impronte sulla sabbia del tempo».

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