Volontariato contro la burocrazia...

 

VOLONTARIATO CONTRO LA BUROCRAZIA: UN RUOLO ASSENTE

Più che un obolo servirebbe prima una presenza attiva verso il cittadino 

tutelandolo contro la burocrazia, primo ostacolo nei suoi diritti

di Ernesto Bodini


È indubbio che la generosità e quindi l’essere solidali gli uni con gli altri è un dovere umano e senso di civile convivenza, giacché non tutti si nasce sotto la stessa stella, quella della fortuna, s’intende! È una realtà che accompagna l’essere umano sin dalla sua venuta al mondo, ma purtroppo le disparità e le disuguaglianze hanno sempre condizionato la sua esistenza soprattutto in senso negativo: un’ingiustizia si direbbe, che non avrebbe ragione d’essere, ma se così non fosse l’Eden sarebbe sulla Terra e non in altri lidi sparsi nell’universo. In Italia (come in tanti altri Paesi civili ed evoluti) la generosità è caratterizzata dalla presenza del volontariato, espresso sotto molteplici e varie azioni: dal sostegno economico a quello fisico e/o psicologico; una moltitudine di presenze sul campo di oltre 5 milioni di persone, e la gran parte di esse fanno parte di associazioni che a loro volta sono suddivise in molteplici settori. Ma c’è una piccola nota negativa a riguardo: secondo l’Istat dal 2015 ad oggi i volontari sono di diminuiti di circa 1 milione, una riduzione ancora segnata negli ultimi anni con l’avvento della pandemia. Ma tralasciando le ragioni di questa riduzione, che vanno comunque rispettate, vorrei sollevare una “costante criticità”, ossia ogni intervento di solidarietà (più raro quello in anonimato) spesso tende a colmare le inefficienze/assenze dello Stato il quale, con la “scusa” che l’azione solidale è libera e meritoria, poco si degna in taluni casi di fare il proprio dovere, a cominciare dal non rispettare l’art. 3 della Costituzione (vedi), ma anche non rendere operative le Leggi in vigore e, in questo caso, vale il concetto che è poi la ratio: quando una Legge attiva non può essere onorata per una qualunque ragione, la stessa deve essere rettificata o abolita, diversamente sarebbe una contraddizione se non addirittura una omissione. Inoltre, il lavoro del volontariato in molti casi evidenza l’esistenza della burocrazia un ostacolo che, paradossalmente, nessuno ha interesse a rimuovere, tanto meno lo Stato! E proprio in merito a questo ancestrale “cancro italiano” (la definizione è da me coniata da tempo), non esiste azione di volontariato (e quindi volontari) votata ad affrontarla con competenza e determinazione, neppure per questioni di minore importanza. A me sembra che il cittadino italiano abbia persino timore nel pronunciare la parola burocrazia, e quando la pronuncia lo fa per scaramanzia, magari pronunciando la mitica frase: «Vade retro Satana!». Invece a mio avviso sarebbe il primo ostacolo da affrontare ma non in modo plateale, bensì ogni volta con esposti/diffide specie in previsione di un diritto non rispettato o negato e, ovviamente, è indispensabile essere dalla parte della ragione e aver perfetta conoscenza dei propri diritti, all’occorrenza supportati dalla conoscenza di Leggi e normative procedurali. Ma purtroppo, per quello che mi consta, questo modus operandi non rientra nella mentalità e nella cultura della quasi totalità degli italiani e, tra questi, anche chi esercita attività di volontariato come se fosse rischioso e penalizzante “urtarsi” con il burocrate di turno, specie adesso che è stato abolito l’art. 323 del C.P., ossia il cosiddetto abuso d’ufficio. Inoltre, con l’avvento della comunicazione online (compresi cellulari, Pec ed altri social), gli amministratori pubblici tendono a non dare udienza “de visu” al pubblico, proprio per non affrontare “di petto” certe situazioni… meglio (?) “gestibili” telefonicamente o, addirittura, non rispondendo alle missive inviate dal cittadino, sia pure di una certa importanza. Non per nulla è stato abolito l’abuso d’ufficio! Ecco che, a fronte di questa realtà, sarebbe azione utile affrontare il burocrate a tutela del cittadino debole, sprovveduto e indifeso. In questi anni ho provato a trasmettere, con esempi pratici, questo tipo di azione a qualche associazione tenendo qualche conferenza proprio sulla burocrazia, ma non ho avuto alcuna approvazione, anzi, addirittura un netto diniego. Personalmente mi prodigo in tal senso da molto tempo e in diversi casi ho contribuito a tutelare i diritti di chi ho individuato e di chi mi ha allertato. Purtroppo si è trattato (e si tratta) di pochi casi, probabilmente perché non ho al mio seguito un certo numero di follower: aiutare la popolazione contro la burocrazia non fa audience e, di conseguenza, ciò non “disturba” le Istituzioni. Ecco allora che, quando si parla di volontariato, è bene precisare cosa si intende per essere utili al prossimo senza sostituirsi alle Istituzioni ma affrontando le stesse, agendo in primis a tutela della dignità di Persona, di Cittadino e di Fruitore di beni e servizi e, il sollecitare continuamente l’obolo mensile per questa o quella causa, è solo una goccia versata nel mare e, se anche tante fossero le gocce, il mare non si riempirebbe mai ugualmente. Concludo citando il fatto che, alcuni anni fa, proposi generosamente alla presidenza di due Licei piemontesi di poter tenere un incontro sulla burocrazia agli studenti dell’ultimo, ritenendoli più maturi, ma ne ebbi un laconico rifiuto. Detto questo, chi vuole il suo mal pianga se stesso.



 elandolo contro la burocrazia, primo ostacolo lesivo nei suoi diritti

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