QUELLI CHE CONTANO…
E QUELLI CHE NON CONTANO
Due mondi opposti in
una società basata sempre
più sull’apparire e sul
troppo materialismo
di Ernesto Bodini
In mondo continuamente condizionato dai
molteplici fattori tecnologici e dalla comunicazione, c’é sempre più posto per
coloro che si sono creati un certo numero di fan (follower), ed è quanto si può
dedurre dalla presenza e visibilità che i mass media danno loro. Ma chi sono
questi personaggi sempre alla ribalta, inizialmente anonimi e che in poco tempo
raggiungono una audience tale da creare emulazioni, peraltro sino al limite
della liceità e del buon costume? Ad esempio, si cominci a considerare i
partecipanti ai giochi a quiz televisivi, la cui partecipazione è “stimolata”
non solo dalla possibilità di vincere denaro (o in versione gettoni d’oro), ma
anche dall’ambizione di apparire di fronte ad un certo pubblico televisivo e in
studio, sciorinando (e a volte anche scimmiottando) quel sapere talvolta pseudo,
dando a credere una certa intelligenza e cultura che per la verità non non sono
tali quando si tira ad indovinare una certa risposta… magari con qualche velato
e abile suggerimento del conduttore. Altre comparse televisive riguardano
esibizioni canore e di ballo, il cui stimolo è dato dalla notorietà della
giuria… più o meno improvvisata. In questi casi i protagonisti sono quasi tutti
giovanissimi, accomunati da quella gran voglia di diventare qualcuno a qualunque
costo. In altre occasioni vi sono protagonisti che a dispetto della propria
privacy si espongono in pubblico raccontando le proprie vicende private, magari
suscitando nel pubblico emozioni sino alle lacrime (vedasi, a riguardo, il
programma “C’é posta per te” trasmesso
da Canale 5); e quel che è peggio è che il pubblico (di qualunque età) non
manca mai, assetato dalla curiosità morbosa dei “fattacci” altrui. Altre
performance per avere visibilità e notorietà sono di chi pratica sport estremi,
ciò per appagare il proprio ego con l’illusione di diventare famosi e di
rientrare nel guinness dei primati, con la particolarità irresponsabile che in
casi di incidente vengono soccorsi dal SSN mettendo a repentaglio la vita dei
soccorritori, e i cui costi sono carico della Sanità pubblica. Inoltre vi sono
personaggi che, pur di avere una certa visibilità commettono atti insani contro
il patrimonio e la persona; per non parlare di coloro che si arrampicano sui
monumenti e, in questi casi, finire sulla cronaca o in carcere poco conta…
anzi! Poi vi è anche il settore della pubblicità che attira sempre più
candidati ad esibirsi per presentare questo o quel prodotto di consumo, e poco
conta se alcune sequenze dello spot “richiedono” esibizioni che a volte
lasciano poco spazio ad una certa immaginazione… Sin qui un quadro sintetico di
figure (umane) che poco o nulla hanno a che vedere con l’umiltà e la modestia
e, per dirla tutta, un’osservazione: in
tutte queste circostanze solitamente gli esibizionisti in questione sono
persone fisicamente graziose di sana e robusta costituzione, ma non mi pare di
aver mai visto (tranne qualche rarissima eccezione) persone con disabilità
fisica e tanto meno psichica: di certo hanno poco interesse ad apparire ed evidentemente non potrebbero attrarre l’interesse
dello spettatore-consumatore. Questa realtà, che li riguarda, è aggravata dalla cosiddetta “cultura dominante del bello”
e della produttività ad ogni costo. A parte questa incisività dal gusto triste ma
purtroppo reale, gli ambiziosi che intendono far parte di quelli che contano,
sono sempre più in aumento e ciò è garantito dai numerosi e facoltosi sponsor,
il cui sostegno economico garantisce la crescita di ilun popolo che “conta” in
un mondo sempre più consumistico e di scarsi valori etici e morali, con buona
pace delle rare eccezioni… che non contano! Credo si utile concludere con
l’acuto aforisma del filosofo Voltaire (1694-1778 – nell’immagine): «È solo per un eccesso di vanità ridicola che
gli uomini si attribuiscono un’anima di specie diversa da quella degli animali».
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