QUALCHE PERPLESSITÀ SUI
PROVVEDIMENTI
PER LE AGGRESSIONI AI SANITARI
Utile sarebbe un po’ di cultura sanitaria
e più
vicinanza alla gente trasmettendo fiducia
di Ernesto Bodini
Dopo numerosi episodi relativi alle aggressioni al personale sanitario,
e numerose polemiche infarcite di discordanze varie, è in dirittura d’arrivo un
Decreto che prevede multe ed arresti per chi commette tale reato. Poiché c’é
ragione di immaginare che tali episodi non si estingueranno facilmente, prima
di provvedere legalmente (o congiuntamente) sarebbe più sensato cercare di
capire chi sono queste persone dalla personalità insensata e violenta, e questo
potrebbe contribuire ad una sorta di iniziale prevenzione. Inoltre, multare
queste persone servirebbe a ben poco in ragione del fatto che, appartenendo per
lo più ad un ceto socio-economico modesto, non saranno certo in grado di
sopportare tale imposizione fiscale; come pur arrestare e incarcerare questi
protagonisti “incivili”, oltre ad incrementare ulterioremente la popolazione
carceraria, potrebbe produrre una reazione avversa, ossia una sorta
rivendicazione a posteriori. Pertanto, prima di attuare un provvedimento
legislativo di questo tipo, sarebbe forse utile informare la collettività partendo
dal concetto di base che la Medicina ha
molte potenzialità ma anche dei limiti, e quindi non sempre è in grado di
garantire l’esito sperato. Ed è evidente che in certe persone (che pare non
siano poche) persista un grado di ignoranza attribuendo al sanitario
determinati poteri: “come è in grado di
guarire lo è altrettanto di far morire il paziente”. E a mio parere è
proprio qui che sta il nocciolo della questione, tant’é che a ben riflettere,
basterebbe così poco e a costo praticamente nullo essere più vicini alla gente
infondendo più fiducia non con gli scritti (volantini, vademecum, etc.) che non
verrebbero letti, ma con colloqui ravvicinati, partendo da qualche semplice
spiegazione delle funzioni del corpo umano, delle migliaia di malattie che può
contrarre e di come la Medicina e la Chirurgia possono o non possono
intervenire. Io credo che molti non sanno, ad esempio, che se la Chirurgia ha
fatto passi da gigante, è per merito della scoperta dell’anestesia nel 1846 ad
opera di alcuni americani, e che alcuni dei quali ci hanno rimesso la salute e
la vita. Alcune brevi e semplci pagine di Storia della Medicina possono essere
un buon indicatore per capire che l’onnipotenza non sta nell’uomo comune e
nemmeno nel medico; e chi sceglie di intraprendere questa professione (medico o
infermiere) solitamente è ben cosciente che dovrà contare sulle nozioni
acquisite nel corso degli studi, sulla conoscenza e disponibilità della tecnologia,
e nello stesso tempo sapere di avere determinati limiti e, tra questi, ad
esempio, è che molte cure non sono indicate per tutti i pazienti sia pur
affetti dalla stessa patologia e dalle stesse caratterisitiche. Come è pure
importante, a mio avviso, che ogni paziente conservi aggiornata la propria
documentazione clinico-familiare. (Concetti questi che dovrebbero essere
recepiti anche dal pubblico). Purtroppo, da tempo nelle Facoltà universitarie
italiane, tranne qualche eccezione, non si insegna più Storia della Medicina, e
questa, è una grave carenza perché il confronto tra “ieri e oggi” spesso può
facilitare determinate scelte. Ecco, io credo che i nostri connazionali
dovrebbero avere questa coscienza, basata appunto sulla razionalità e sul buon
senso: non c’é peggior ignorante di chi non vuol sapere… con le conseguenze del
caso! Questi miei semplici suggerimenti, che so a priori non essere recepiti in
quanto personalmente non rivesto alcuna autorevolezza, non dovrebbero in ogni
caso essere disattesi; diversamente, sono pronto a scommettere, come detto
all’inizio dell’articolo, che il problema aggressioni potrà forse diminuire ma
non si estinguerà facilmente… nemmeno con i provvedimenti che la Legge intende
adottare.
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