Un Paese sempre più alla deriva

 

UN PAESE SEMPRE PIÙ ALLA DERIVA

Meno protagonismo ma più competenze, umiltà, modestia, meritocrazia e pragmatismo potrebbero contribuire a sanare almeno un poco la situazione… A volte l’anticonformismo è preludio alla saggezza e al pragmatismo

di Ernesto Bodini

Mentre il mondo, quello bellico, continua nel suo percorso autodistruttivo, altre realtà altrettanto negative si aggiungono a discapito dell’umanità. Si sommino ad esempio tutte le calamità naturali, gli incidenti sul lavoro e stradali, le conseguenze dei reati contro la persona e il patrimonio, le carenze e disfunzioni in ambito sanitario, la popolazione che invecchia sempre di più e parte della quale è affetta da almeno due patologie croniche e che non riesce a curarsi; si aggiungano inoltre quelle persone che sono affette da una qualunque forma di disabilità, e i non pochi disabili che andranno in contro all’inesorabile cosiddetto “il dopo di noi”, per non parale degli oltre 8 milioni di caregiver “abbandonati a se stessi”. A fronte di tutto ciò come si può sperare in un ricambio generazionale, soprattutto in tempi brevi? Se poi consideriamo che per far fronte a molti di questi problemi il Governo si trova a dover valutare l’esigenza di stanziare fondi… anche solo per le prime urgenze (ivi compresi gli aiuti all’Ucraina…) e alla luce di un debito pubblico sempre vicino alla soglia dei 3.000 miliardi di euro, non vedo come il nostro Paese possa risalire la china. Certo che chi sta al potere ha delle enormi responsabilità, e ci sarebbe da capire quanto ne siano consapevoli ma soprattutto se in coscienza (sempre che ce l’abbiano) si sentano di ammettere di essere all’altezza nello svolgere il ruolo loro assegnato. E c’é ancora un aspetto da considerare: il grado di cultura e della consapevolezza del cittadino medio, che sicuramente si rende più o meno conto della situazione generale, ma nello stesso tempo per tale carenza non è in grado di contribuire in qualche modo… nemmeno idealmente! Contestualmente alla conduzione politica del Paese si valutino le “incursioni” e quindi le opposizioni delle controparti del potere, i cui esponenti non credo che brillino di altrettanta efficienza, anzi, il più delle volte contribuiscono a dissentire ogni volta anche una qualche buona proposta, con la conseguenza di allungare i tempi per una eventuale possibile soluzione di miglioria. In buona sostanza, per il nostro Paese non c’é requiem e il nostro destino è quello di continuare a vivere con apprensione, tanto che anche le “normali” esigenze relazionali interne ed estere tendono a soffocare le apparenze del momento. Tra i pianeti che da un po’ di tempo richiedono una particolare attenzione, a mio avviso, sono la Sanità pubblica al declino e il sovraffollamento delle carceri, ambedue con tutte le relative e gravi conseguenze gestionali ed è evidente che, come in altri comparti, c’é la necessità di incrementare il personale, ma il dramma è dove individuare le persone preposte (e che ne abbiano le caratteristiche) a lavorare in condizioni sempre più di maggior disagio sotto ogni aspetto e, se per assurdo si riuscisse a reclutarle, ci sarebbe la necessità di predisporre determinati fondi.

Preciso che non sono né un politico (Dio me ne guardi) e né un tecnico di qualsivoglia natura, ma come libero ed attento osservatore degli eventi sociali che mi circondano e taluni mi coinvolgono, ritengo di evidenziare quanto sinora esposto con tutte le preoccupazioni del caso. Posso altresì aggiungere di conoscere un po’ meglio alcuni aspetti della Sanità e quelli relativi alle disabilità, ma poiché non ho vetrine in cui apparire (e nemmeno ci tengo) le mie osservazioni sono certo che resteranno lettera morta, come pure eventuali suggerimenti (per quanto modesti) su come affrontare certi problemi. A questo riguardo vorrei fare la seguente oggettiva osservazione: qualora un emerito “sconosciuto” avesse anche una brillante idea nel proporre qualche soluzione finalizzata al bene comune, da chi di dovere non verrebbe presa in considerazione… soprattutto per orgoglio e, di conseguenza, per appropriarsene come se fosse di sua paternità. Ergo che in politica, come in qualunque altro campo dell’agire umano, umiltà, modestia e onesta intellettuale sono doti in gran parte inesistenti, così come la meritocrazia è un pregio d’altri tempi e d’oltre oceano. Ed è per tutte queste ragioni che il mio anticonformismo ha ragione d’essere e di esistere!

 

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