Patologie oculari

 

LA TRISTE REALTÀ DI CHI NON PUÒ CURARSI LA VISTA

Molti i soggetti a rischio se affetti da retinopatia diabetica e cataratta che,

 se non trattate in tempo utile, possono compromettere seriamente la vista

di Ernesto Bodini

Credo che sia noto a tutti, se non altro agli interessati che il diabete (patologia ormai diffusa, tra i soggetti diagnosticati e quelli che non sanno di averlo contratto), è fonte conseguenziale di più patologie. Tra queste la più ricorrente e comunissima retinopatia diabetica, una complicanza tardiva del diabete, in quanto si manifesta normalmente dopo anni dall’insorgenza del diabete, specie quando non viene trattata adeguatamente. Inoltre, la vista può essere compromessa dalla cataratta. Secondo l’OMS nel mondo questa patologia oculare è la prima causa di cecità e ipovisione: una disabilità visiva che si potrebbe prevenire per circa 94 milioni di persone, ponendo particolare attenzione, appunto, alla retinopatia diabetica e  agli effetti della cataratta. Quest’ultima (che è la più comune), se non trattata nei tempi dovuti, è causa di offuscamento della vista, percezione sbiadita dei colori, difficoltà nella visione notturna, diplopia (visione doppia); in sintesi, tale patologia è caratterizzata dalla opacizzazione progressiva del cristallino, l’organo situato all’interno del bulbo oculare che insieme alla cornea permette di mettere a fuoco i raggi luminosi della retina. Questa patologia può solo essere operata e la conseguenza del mancato intervento è l’ipovisione: in Italia si eseguono mediamente 600 mila interventi l’anno e, dato significativo, è che nel nostro Paese ci sono oltre 25 mila persone in attesa dell’intervento di cataratta; una cifra che peraltro tende ad aumentare. Tale affezione coinvolge molte persone, dai pazienti diabetici agli anziani per altre cause, e con il tempo in molti casi la cataratta va quindi rimossa ma, stando ai tempi attuali e un po’ ovunque, le prenotazioni per tale intervento (indolore e che si risolve in giornata) con il SSN sono assai biblici, con il rischio che nell’attesa la patologia possa aggravarsi, nel qual caso non sono escluse le “complicanze” proprio per il ritardo del trattamento chirurgico, ma non fruibile dalla maggior parte dei pazienti per via dei costi: oggi, in media, un intervento di cataratta costa circa 2.000 euro, molto più dei circa 800 euro di rimborso messi a disposizione dal SSN. A “suffragio” di ciò ecco spuntare la sanità privata con tanto di pubblicità dedicata proprio alla chirurgia della cataratta; e ovviamente va da sé che è di diritto l’imprenditoria privata, ci mancherebbe, ma vedere una pagina intera dei quotidiani tale pubblicità (i prezzi del trattamento non sono citati) fa “annebbiare” la vista precocemente… A questo punto sorge una domanda: anche se un paziente con problemi oftalmologici si fa controllare regolarmente (il cosidetto follow up), e in uno di questi controlli gli viene prescritto l’intervento per la rimozione della cataratta, ma date le lunghe liste di attesa non riesce a prenotare in tempo utile… con la conseguenza, se non di perdere la vista, ma di andare incontro ad un inevitabile peggioramento, chi ne è responsabile? Un quesito che a mio avviso non è una questione di lana caprina, ma ne è assai intuibile la relativa risposta.

Da tempo ai vertici istituzionali si continua a decantare la Costituzione con “l’incisività” del concetto del diritto universale alla salute (art. 32 della Costituzione e Legge 833/1978), e quindi di uguaglianza, ma che in effetti tale non sussiste se non a macchia di leopardo, poiché anche a causa del Federalismo e dell’Autonomia Differenziata, saranno pochissimi quelli che potranno godere di tale prestazione in tempo utile con il SSN. Quindi, stando così le cose, di questo passo andremo incontro ad ulteriori casi di ipovedenti e di presunta cecità, ad incremento della popolazione disabile. Si tenga presente che le persone che perdono la vista in età avanzata vivono una condizione patologica paragonabile, in termini di stress, a quella di chi ha una malattia neurologica degenerativa. E intanto il cittadino continua a lamentarsi, oggi si e domani pure, un po’ qui e un po’ là, senza sapere come agire per tutelarsi. L’unico aspetto certo, in questi casi, è la continua disponibilità di Centri clinici privati la cui attività è in gran parte garantita non solo dalle convezioni con il SSN ma anche, se non soprattutto, dall’acquisizione di pazienti paganti cash… con la garanzia della vista assicurata! In compenso, però, ogni volta che gli Assi dello sport sono all’apice del successo sono ricevuti dalle Istituzioni, i cui rappresentanti non mancano di affermare loro: «Siete l’orgoglio della Nazione…»; quindi poco importa se gli indigenti non riescono a farsi curare. Evidentemente questi non sono l’orgoglio del Paese! 

 Nell’immagine una sequenza della rimozione della cataratta.

 

 

 

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