TRA LE ASSURDITÀ MADE IN
ITALY
Troppo lustro ai ricchi “patrizi”, meno importanza e risorse ai “plebei”
di Ernesto Bodini
Probabilmente, anzi sicuramente, è destino degli Esseri umani: malattie, disgrazie d’ogni genere e quant’altro ci sarebbe da aggiungere. Eppure, nonostante tali eventi e le avversità l’uomo in buona parte continua a odiarsi, a farsi del male, a uccidersi; mentre dal lato opposto c’é chi gioisce e insegue fama e denaro a piè sospinto. Come pure le Monarchie mantengono tradizioni, usi e costumi i cui soli riti hanno notevoli costi, senza contare paramenti e gioielli da ostentare al mondo intero, e questo, sembra appagarli ad oltranza… Tradizioni o meno, a mio avviso il narcisismo è sempre imperante, ancorché ostentato con tanto di acclamazioni senza sosta. Ma a parte i regnanti che per il vero potrebbero avere una certa giustificazione nel rispetto di tutto ciò che ha fatto storia grazie ai loro antenati, tali ostentazioni le concepisco meno da parte di artisti le cui performance producono fama e soprattutto un giro di denaro che, se sommato solo tra alcuni di essi, potrebbe sfamare i circa 6 milioni di poveri nostri connazionali, a una minima parte dei quali viene offerto un pasto a ferragosto e uno a Natale per opera del volontariato…, come se nei restanti 363 giorni non avessero appetito. Ma evidentemente il volontariato non può fare di più. Per non parlare degli sportivi agonistici che ogni settimana riempiono gli stadi di decine di migliaia di tifosi i cui costi di ingresso e/o abbonamento oltre agli sponsor, producono una marea di denaro a sette zeri, incrementando la cosiddetta campagna acquisti ad ogni inizio stagione. E poi c’é chi sostiene che il calciatore, il ciclista, il pilota, il pugile siano dei lavoratori; evidentemente non sanno distinguere l’egoistico svago-divertimento dal sacrificio del “vero” lavoro che spesso è rappresentato soprattutto da energie psicofisiche sino agli estremi, e in taluni casi a rischio della propria salute se non anche della vita. (Altro aspetto da considerare il cosiddetto lavoro intellettuale, ma anche in questo caso alcuni scrittori e giornalisti, ad esempio, sono pagati un’esagerazione). Ma vorrei fare una ulteriore osservazione. A differenza delle star ultra milionarie e in giro per il mondo a raccogliere sorrisi e applausi sino al massino della apoteosi e al delirio dei loro fan, di questi ultimi non si può dire altrettanto: non si è mai visto, ad esempio, una estesa platea ad applaudire i Premi Nobel, i cui protagonisti appaiono al pubblico attraverso i media ma per una durata di tempo molto limitata. Faccio notare che alcuni di questi hanno devoluto il Premio ad opere di bene, o investito il ricavato per la continuità della loro Scienza. E la chicca di questi giorni è che la Regione Campania avrebbe stanziato 500 mila euro per festeggiare il 90° compleanno dell’attrice Sofia Loren; una iniziativa di una Regione il cui presidente da sempre ama sentenziare a destra e a manca, sostenendo da tempo che ci sarebbe da sostenere soprattutto i costi della Sanità pubblica; peraltro una Regione in cui avvengono sovente reati non solo alla persona ma anche al patrimonio. Ecco che detenere un potere a volte significa fare il bello e cattivo tempo, a cominciare dall’identificarsi con il titolo di Governatore (da tempo desueto) e non di Presidente della Regione. E che dire, inoltre, del fatto che per determinate e importanti cure mediche dal sud si ricorre al nord? Evidentemente è più importante onorare chi è già famoso e ricco e si è goduto la vita, piuttosto che sostenere i concittadini più indigenti… Ma a parte questa “sottile” differenza, ogni volta si è soliti dire: «Così va il mondo!»; una sorta di rassegnazione che non fa onore né alla Regione Campania e né all’intero Paese, che peraltro comprende altre Regioni con altri problemi: politici, socio-culturali, ambientali, strutturali, etc. Mi rendo conto che essere da questa parte è fin troppo “facile” sentenziare, ma allo stesso tempo va anche detto che nessuno per antonomasia può arrogarsi di essere il detentore del saper condurre una Regione e tanto meno un Paese; anche perché chi stabilisce quali debbano essere le qualità per un buon amministratore pubblico? A mio parere presenziare continuamente in pubblico non è certo una garanzia sufficiente (anzi, paradossalmente è controproducente, come dire che chi troppo appare poco vale), quello che serve è il talento della lungimiranza, della concretezza e nello stesso tempo della conoscenza dei moltissimi aspetti del territorio in cui si opera, come pure della legislazione in genere, magari supportata dalle non meno importanti nozioni storiche, geografiche, culturali.
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