Un occhio sulla Giurisprudenza...

 

UN MODESTO OCCHIO SULLA GIURISPRUDENZA 

DA PROFANO OSSERVATORE

Dall’abuso d’ufficio, oggi depenalizzato, all'esigenza di tutelare maggiormente tutti i dipendenti della P.A. specie se a contatto con il pubblico. Non meno significativo il ruolo della burocrazia

di Ernesto Bodini

Beata Giurisprudenza! Sempre più importante materia di studio e soprattutto di interpretazione tra articoli, riferimenti e rimandi ai fini della corretta applicazione là dove ci sono reati da giudicare e perseguire. Ma anche in questo ambito giuridico la politica sta alla base in quanto deputata ad “orientare” scelte che in taluni casi possono fare la differenza, sia della stessa materia in essere che del nostro destino di comuni mortali. Quindi, anche in questo caso le novità non mancano. Da tempo si parla di riforma carceraria con tutti gli annessi e connessi (sovraffollamento, suicidi, carenza di personale, etc.), di separazione delle carriere in Magistratura, di intercettazioni telefoniche. Ma all’ordine del giorno è passata la Legge che abroga il reato di abuso di ufficio. Ma spiego. L’abuso d’ufficio, come tutti possiamo interpretare dal Codice, è un reato in cui un pubblico ufficiale, agendo nella sua capacità ufficiale, abusa del suo potere per ottenere un vantaggio personale o per danneggiare qualcun altro ingiustamente; tale atto è una violazione della fiducia del pubblico e mina l’integrità delle Istituzioni governative. Non poche le opposizioni in merito a tale Legge, ma se si vogliono richiamare in causa gli effetti della burocrazia (concetto, questo, per nulla menzionato), non è insano pensare che il burocrate (generalmente pubblico ufficiale) è, o può essere, soggetto a commettere il suddetto reato. Pur non volendo entrare in taluni specifici casi, e ancor meno “invadere” il campo degli addetti ai lavori, peraltro di provata esperienza giurisprudenziale (magistrati e avvocati), credo sia lecito da parte di chi scrive poter dissentire su tale provvedimento, e anche se il proprio parere non porta acqua al mulino per nessuno, rimane il fatto che continuando a studiare il “cancro” dell’Italia che è proprio la Burocrazia, va da sè che chi detiene anche un minimo di potere è potenzialmente soggetto ad agire con abuso, sia nei confronti delle Istituzioni che della collettività. Ma va altresì precisato che da sempre (e nelle varie epoche) la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici è ben lontana dal commettere abuso d’ufficio, ma allo stesso tempo gli eventi di cronaca ci hanno dimostrato che basta un minoranza (o anche un solo caso, che si può perpetuare) che giustifichi il mantenimento dell’art. 323 del Codice Penale e relativi aggiornamenti. Ora, come sempre, ogni volta che viene promulgata una nuova Legge è fisiologico incontrare dissensi in sede parlamentare, a mio modesto avviso più per una valenza politico-ideologica che concettuale.

Parlando di pubblico ufficiale si intende ovviamente il dipendente di una P.A., a cominciare del semplice addetto allo sportello per informazioni al pubblico sino ad arrivare al massimo grado gerarchico, e a tal riguardo va rammentato che questo dipendente è divenuto tale in quanto assunto previo concorso pubblico e, il più delle volte, una volta assegnato ad una determinata funzione, nessuno si prende la briga di verificare se il soggetto ha concrete attitudini per svolgere la mansione cui è stato assegnato. Infatti, le cronache ogni tanto ci informano di dipendenti infedeli  che, “infettati” da un processo di assuefazione diventano, per così dire, insofferenti e refrattari verso le loro mansioni e, se a contatto con il pubblico, con qualche spiacevole conseguenza… Per contro, colgo l’occasione del presente articolo per spezzare una lancia a favore dei dipendenti della P.A. (operatori sanitari e insegnanti in particolare) che subiscono aggressioni, talvolta con pesanti conseguenze. Ecco che, a tal riguardo, sarebbe opportuno garantire maggiormente la loro incolumità con azioni preventive maggiormente concrete. Ma esiste una Legge con tale riferimento? È pur vero che i colpevoli-aggressori una volta individuati vengono puniti, ma è altrettanto vero che il perpetuarsi degli episodi (e non sono pochi) denota una carenza di garanzia di tutela dei malcapitati. Ergo. Non si può puntare il dito solo nei confronti di chi può abusare della propria posizione, per quanto discutibile, ma bisogna dare il massimo conforto a tutti coloro che lavorano per la collettività. Di conseguenza, secondo il mio modesto parere, verranno meno i reati di cui sopra e maggiore sarà la fedeltà alle Istituzioni!

 

 

 

 



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