Irresponsabilità individuali e collettive

 

CAUSE ED EFFETTI DI MOLTE IRRESPONSABILITÀ

SIA INDIVIDUALI CHE COLLETTIVE

La vita e la salute al primo posto ma bisogna limitare

ogni azione che le possono compromettere

di Ernesto Bodini

Evidentemente non bastano i delitti, gli infortuni sul lavoro, gli incidenti stradali con relativi decessi, oltre al tasso di natalità in discesa. Se a tutti questi aggiungiamo i suicidi, bisogna comprendere anche quelli “indiretti”, ossia coloro che per mero appagamento personale praticano sport estremi con la conseguenza che alcuni di essi decedono, o nel migliore dei casi, si infortunano e chiedono di essere soccorsi dalla Sanità pubblica unitamente al volontariato. In questo ultimo caso perché addebitare gli esorbitanti costi del soccorso-assistenza (come ad esempio l’intervento dell’Elisoccorso 118), poiché tale loro egoismo non è giustificato in alcun modo da esigenze professionali? E come se non bastasse a fronte di una Sanità pubblica incline al collasso, molte persone affette da serie patologie e con particolari esigenze diagnostico-terapeutiche-assistenziali, non riescono ad ottenere quanto necessitano, o quanto meno con non poche difficoltà… anche economiche. In riferimento agli sprovveduti-incauti egoisti tempo fa qualche voce isolata aveva proposto di fare pagare loro il soccorso pubblico o, in sub-ordine, imporre una (privata) copertura assicurativa, ma tale proposta si è subito spenta evidentemente per impopolarità. Come impopolare può sembrare questa mia ripresa sull’argomento, ma fortemente motivata dalla indignazione non solo per i su citati irresponsabili che evidentemente danno poco o nulla valore alla propria e altrui vita, ma anche per il fatto della lesa dignità (e diritti) di chi ha realmente bisogno di essere curato e assistito, e ciò a seguito di patologie che non si sono procurati. Ecco che il buon senso, l’obiettività e la ratio non vanno d’accordo con la politica i cui amministratori dovrebbero contrastare prioritariamente questo malaffare sociale poiché, tale disattesa, si ripercuote sempre di più sui costi sociali come quelli relativi al comparto Sanità in particolare. Va anche aggiunto che tutti quei decessi che in parte si potrebbero prevenire, unitamente alla denatalità, penalizzano il cosiddetto ricambio generazionale, ancorché “aggravato” da una popolazione che continua ad invecchiare e i cui costi (unitamente a quanto sopra citato) continuano a lievitare…, e non è certo un caso se attualmente il debito pubblico sfiora i 3 miliardi di euro. Detto ciò, non si vuole vietare la libertà a nessuno, ma quanto meno il problema che credo di aver chiaramente espresso sia da considerare con tutte le attenzioni, senza se e senza ma; in caso contrario è inutile continuare a vantare la Carta costituzionale e relativi diritti che, come più volte ho scritto e dimostrato, all’atto pratico poco vale se non per alcuni articoli. A tal riguardo da anni sono documentato e mi documento sui concetti di Repubblica, CostituzioneDemocrazia, Libertà, Diritti, Doveri, Giustizia, Ingiustizia e quindi anche di Burocrazia; ma devo constatare continuamente discrepanze al loro interno non solo semantico, ma anche concettuale, e Dio mi liberi da qual si voglia intendimento reazionario in quanto in me non esiste e mai è esistito, giacché i miei orizzonti sono sempre volti al bene comune soprattutto nei confronti di chi versa in particolari condizioni di salute. In sintesi, laddove sono inesistenti il buon senso e la ragionevolezza, sia da parte di chi ha poco rispetto per la propria e altrui vita, che anche di chi è preposto alla gestione dei beni comuni a cominciare dalla Sanità, sarebbe bene (ed urgente) rivedere in toto i concetti dell’esistenza unitamente a tutto ciò che si intende per convivenza civile… in un Paese che ha la pretesa di definirsi civile e democratico.

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