QUANDO I POLITICI
“DETRATTORI” SI OPPONGONO ALLE VACCINAZIONI
Prima di sedere in
Parlamento taluni dovrebbero studiare un po’ di
Storia delle vaccinazioni e
proporre incontri pubblici su tale argomento
di Ernesto Bodini
Non
è bastata la pandemia da Covid-19 a placare gli animi degli oppositori alle
vaccinazioni obbligatorie, a mio avviso una presa di posizione più
politico-ideologica che razionale basata sulla non sufficiente conoscenza. E, a
riguardo, non è necessario essere medici per capire l’importanza dei vaccini a
fronte del rischio di contrarre malattie infettive, anche a rischio decesso
come ad esempio il morbillo. Questi signori, che definirei “franchi tiratori”, dovrebbero
erudirsi in merito facendo riferinent0 ad alcune tappe storiche e, a titolo di
esempio, mi sovviene (dai miei archivi) un lungo e dettagliato articolo
scientifico datato 7/10/1986 che titolava: “E
venne l’antipolio un vaccino vincente”, proseguendo con il sommario: “Diventata obbligatoria in Italia a partire dal
1966, l’immunoprofilassi è stata condotta con grande impegno e risultati
tangibili. Attualmente si pratica somministrando il vaccino trivalente per os a
tutti i bambini al 3°, 5° e 12° mese e al terzo anno di età”. Il contendere
di questi giorni lo si evince dalla cronaca dalla quale emerge una proposta
della Lega (nella fattispecie Claudio Borghi) di abolire i vaccini obbligatori
fino a 16 anni contro 10 malattie più a rischio di diffusione. Ma al di là del
personaggio e del partito che rappresenta, credo che sarebbe utile (oltre che
necessario) che un po’ tutti rispolverassero qualche nozione in merito e,
seppur non dal punto di vista strettamente medico scientifico, almeno da quello
meramente storico. Senza farsi “influenzare” da come è stata gestita la
pandemia incluso il relativo programma vaccinale (con molti pro e qualche
contro, e per questo sarebbe necessario un commento a parte), i politici in
genere in Parlamento nel corso degli innumerevoli dibattiti non menzionano le
tappe storiche della scienza medica che hanno contribuito al benessere
dell’umanità. Tutti dovrebbero conoscere, ad esempio. chi ha realizzato il
vaccino antipolio, ovvero i proff. Albert B. Sabin (1906-1993) e Johnas E. Salk
(1914-1995), i quali hanno studiato oltre un trentennio per realizzare i
rispettivi vaccini, con l’encomiabile gesto di non averli brevettati, facendone
un dono all’umanità. Ebbene, nel corso degli anni sono stati realizzati da
altri autori e relative Case Farmaceutiche i vaccini per la profilassi contro
alcune malattie, come dal seguente calendario:
Bambini nel primo e secondo anno di vita
- Esavalente
(vaccinazione contro difterite-poliomielite-tetano-epatite
B-pertosse-Haemophilus influenzae tipo b): ciclo di base 3
dosi nel primo anno di vita
- Anti-rotavirus: 2 o 3
dosi, nelle prime 24-32 settimane di vita, a seconda del tipo di vaccino
- Anti-pneumococcica: 3 dosi
nel primo anno di vita
- Anti-meningococcica
B: 2 dosi nel primo anno di vita e un richiamo nel
secondo anno di vita
- Anti-meningococcica
ACWY: 1° dose nel secondo anno di vita
- Vaccinazione
contro morbillo, rosolia, parotite e varicella: 1°
dose nel secondo anno di vita
- Anti-influenzale: a partire dai 6 mesi di età, 2 dosi per i bambini non vaccinati in precedenza, una dose di richiamo ogni anno fino ai 6 anni compresi.
5-6 anni
- Vaccinazione
contro difterite, poliomielite, tetano, pertosse:
richiamo
- Anti-influenzale:
richiamo ogni anno, fino a 6 anni compresi
- Vaccinazione contro morbillo, rosolia, parotite e varicella: richiamo.
Adolescenti
- Vaccinazione
contro difterite, poliomielite, tetano, pertosse:
richiamo dal compimento del 12° anno di vita
- Anti-HPV: dal
compimento dell’11° anno di vita (due o tre dosi in base all’età)
- Anti-meningococcica
ACWY: richiamo dal compimento del 12° anno di vita.
A titolo di aggiornamento
nazionale in merito al morbillo
in Italia, ad esempio, è allarme per un recrudescenza dei contagi:
secondo l’Istituto Superiore di Sanità da inizio anno se ne sono contati a fine maggio già 556, in netta crescita
rispetto allo scorso anno. Di questi, circa il 30% ha sviluppato almeno una
complicanza, tra cui 74 casi di polmonite e uno di encefalite. Ma a parte queste doverose
precisazioni, il cui contenuto lo si può approfondire con gli addetti ai
lavori e non tra politici, intendo rammentare un passo della saggezza che ho
“ereditato” (intesa come eredità del sapere) dal prof. Albert Sabin (nella
foto). L’eredità di Sabin dunque,
è lo sviluppo delle vaccinazioni, proprio perché il mondo non riesce a cogliere
tutti i benefici dell’immunizzazione, neppure considerando che la vaccinazione
infantile consente di risparmiare fino a 3 milioni di vite ogni anno, ma 1,5
milioni di persone muoiono ancora ogni anno a causa di malattie che potrebbero
essere prevenute con i vaccini. E dovrebbe essere a tutti noto che
l’immunizzazione è la miglior moneta spendibile per la salute globale, con un
ritorno di 16 dollari per ogni dollaro speso per l’immunizzazione per i bambini
più poveri del mondo. Un bambino su sette è dato a sapere, inoltre, perde i
vaccini di base ed è ora il momento non solo di “contrastare” i noti “no vax”
in Italia e all’estero, ma anche di “risvegliare” le coscienze dei politici e
degli imprenditori affinché si prodighino per aiutare i Paesi a stabilire
programmi di immunizzazione sostenibili per raggiungere ogni bambino.
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