IL
MESOTELIOMA COLPISCE ANCORA. E NON È FINITA…
Oggi (17) è morto il giornalista Franco Di Mare, ieri molti l’hanno
preceduto,
domani sarà la volta di altrettanti meno fortunati…
di Ernesto Bodini
Sembra quasi
impossibile, e per giunta retorico, prendere atto ogni volta della dipartita di
questa o quella persona, in particolare se a noi nota o semplicemente
conosciuta. Ma quando il decesso avviene per una patologia le cui cause si
potevano evitare, lo sconforto non è soltanto dei suoi famigliari ma
altruisticamente anche nostro di comuni conoscenti. Più volte mi sono espresso
in merito all’eccessivo clamore mediatico alla morte di questo o quel
personaggio particolarmente noto al grande pubblico che, il più delle volte,
non ha mai conosciuto direttamente. Ecco che allora questo atteggiamento deve
indurci ad essere vicini a tutti in egual misura, con l’intento di individuare
le cause che si potevano evitare. In tal senso mi ha colpito la recente
scomparsa di Franco Di Mare, giornalista Rai per la quale è stato più volte
inviato in zone di guerra. Ed è proprio su questo contesto che mi vorrei
soffermare, in quanto secondo le sue recentissime affermazioni pubbliche pare
essere stato a contatto con manufatti asbestosi dispersi in tali zone e, a
distanza di oltre un ventennio, il mesotelioma pleurico (da amianto) lo ha stroncato.
A tal riguardo rammento che la correlazione amianto-mesoteliona era nota sin
dagli anni ‘3o anche in italia e, sia le Istituzioni che la maggior parte degli
imprenditori (a maggior ragione se produttori di tale manufatto), non potevano
non sapere della connessa nocività. Nel nostro Paese la produzione dell’amianto
è stata messa al bando con la Legge 257 del 27/3/1992, e poiché il periodo di
latenza (tra esposizione e manifestazione dei sintomi) è di circa 30-40 anni,
l’Italia ha sulla coscienza un certo numero di decessi tra quelli già avvenuti
e quelli che in previsione si verificheranno in quanto il picco massimo è
ancora da raggiungere… Personalmente per oltre due decenni ho scritto molto su
questo argomento sotto tutti i punti di vista, oltre al fatto che la
letteratura nazionale e internazionale a riguardo è assai copiosa, ma ciò
nonostante lungo la Penisola sono ancora molti i siti (pubblici e privati) da
bonificare… purtroppo, ahimè, lo “scotto” da pagare per i
politici-amministratori non sono i decessi ma i notevoli costi da affrontare.
Dunque, ancora una volta, il despota denaro comanda e sovrintende a tutte le
coscienze di qualunque provenienza ed orientamento politico. E intanto le
persone muoiono prematuramente per cause che si potevano evitare! Ora, se la
retorica non mi fa difetto, aggiungo che la vita, seppur effimera per tutti,
non è il caso di anticiparne la fine; ma si sa, vige ancora quel detto popolare
che recita: «Chi muore giace, e chi vive
si dà pace». Ma non credo sia proprio così per i famigliari del “collega”
giornalista Franco Di Mare, e di tanti altri lavoratori (e non), sparsi
ovunque, che in precedenza hanno vissuto in siti cosparsi di fibre di amianto.
In ultimo mi si lasci dire che anche se articoli, inchieste, drammi teatrali e
vicende processuali hanno inteso mantenere alto il livello della conoscenza, io
credo che sia ancora troppo carente la cultura su questo problema, come
altrettanto carente è il senso di responsabilità; una assenza che per molti
equivale al comportamento degli struzzi o, ancor peggio, di quello delle
storiche tre scimmiette: «Non vedo, non
sento, non parlo». Visto il lungo periodo di irresponsabilità questi tre
piccoli mammiferi dovevano essere di casa…, anzi, nella mente di coloro che li
hanno ospitati! Ancora una volta rivolgo un pubblico pensiero a Franco Di Mare,
ai suoi colleghi, ai suoi famigliari, e a tutti coloro che lo hanno preceduto a
causa di questo male che, seppur poca cosa, la mia vuole essere intima
espressione di altruismo e di ideale vicinanza.
LE PATOLOGIE INCRIMINATE
Mesotelioma – È un tumore raro della membrana di
rivestimento del polmone (pleura) o dell’intestino (peritoneo), fortemente
associato all’esposizione a fibre di amianto., anche a basse dosi. È un tumore
che compare dopo una ventina d’anni, quello pleurico anche dopo quaranta.
Questa neoplasia agisce potenziando l’azione cancerogena del benzopirene del
fumo di tabacco: è stato dimostrato che un fumatore esposto all’amianto ha un
rischio di tumore polnonare 9 volte superiore a quello di un fumatore non
esposto e di ben 90 volte superiore a quello d’un soggetto non fumatore e non
esposto. Le caratteristiche peculiari del mesotelioma sono tuttora oggetto di
aspetti scientifici e medico-legali, in parte chiariti, come pure qualche piccolo
passo avanti per quanto riguarda la cura; ma purtroppo a tutt’oggi l’esito è
sempre letale. Si manifesta con stanchezza, calo ponderale, dispnea, tosse e
dolore toracico, con bruciore che diventa, con il passare del tempo, sempre più
aggressivo e persistente anche dopo il formarsi del versamento pleurico, evenienza
questa che risulta molto frequente. Asbestosi
– È una patologia cronica (per prima è stata correlata all’inalazione di
amianto), ossia lesione dei polmoni, fibrosi, proliferazione del tessuto
fibroso che progressivamente sostituisce il tessuto normale. Si manifesta per
esposizioni medio-alte ed è una malattia professionale che tende a scomparire…
I sintomi principali sono respiro affannato, tosse ed espettorazione (ma
soltanto dopo una dozzina di anni dall’inizio dell’esposizione).
LE PUBBLICAZIONI
La letteratura in merito al
problema amianto è ormai copiosa: dai libri e articoli di reportage e
inchieste, alle produzioni teatrali e ai congressi, alla fondazione di
associazioni di famiglie delle vittime, ma anche ai molti processi che si sono
susseguiti negli anni nelle cui aule giudiziarie sono passati
imputati-imprenditori responsabili, malati e famigliari di molte vittime, ma
anche rappresentanti delle stesse associazioni. Forse non tutti ricorderanno
che nel marzo 1999 per cinque giorni, sotto l’egida del Ministero della Sanità
e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la Conferenza Permanente
Stato Regioni – Commissione Nazionale Amianto, si tenne a Roma la Conferenza Nazionale sull’Amianto, i
cui lavori furono pubblicati con il titolo “Riassunti
delle comunicazioni orali e dei poster”.
Da allora sono seguiti convegni e
congressi ma anche diverse pubblicazioni, tra le quali “Grigio è il colore della polvere” (Daniela Piazza Editore, 2007,
pagg. 166) del giornalista Luca Ponzi. Una “commovente” raccolta di
testimonianze di famiglie, molte delle quali nei decenni scorsi dal sud si sono
trasferite al nord per trovare lavoro, e i cui componenti sono stati assunti
dalla Società Italiana Amianto (SIA) di Grugliasco (To). Anche questa, come
tante altre in Italia: l’Amiantifera di Balangero (To) il Sodificio di
Monfalcone (An), la Raffineria Aquila di Trieste, la Cementifera Italiana
Fibronit di Broni (Pv), lo stabilimento Italsider di Bagnolo (Na), oltre a
quello di Taranto, e al quartiere Rogoredo (Mi), per non parlare del comparto
ferroviario (FS), tutte fonti di malati e decessi che a tutt’oggi risultano
essere alcune migliaia. Paradossale e ironico è il fatto che all’ingresso della
SIA c’erano le rose e un laghetto, ma si lavorava l’amianto e si moriva…
Drammatiche realtà che ci ricordano
anche quella dell’Eternit di Casale Monferrato (Al) e di altre fonti analoghe sparse
sul territorio nazionale. Un ampio approfondimento sulla ecatombe “da amianto”
è a cura della giornalista Stefania Divertito, che ha dato alle stampe Amianto – Storia di un serial killer
(Ed. Verdenero – Inchieste, 2009, pagg. 200). Una vera e propria inchiesta
attraverso la quale l’autrice ha ripercorso la via crucis dell’amianto: nelle
scuole elementari, nelle case di periferia, sulle navi, nelle fabbriche, etc.
Siti che contemplano l’ignoranza, l’ottusità delle burocrazie e l’indifferenza
di un’intera classe politica. Da queste pagine si evince che solo in Italia
ogni anno quasi 4.000 persone muoiono a causa di mesoteliomi e asbestosi, molte
delle quali oltre a lottare contro la patologia, spesso hanno dovuto affrontare
il calvario della burocrazia (o della negazione) per il riconoscimento della invalidità,
indennizzo e pensione compresi.
Commenti
Posta un commento