MENO NATI E PIÙ ANZIANI UNA
“IRRESPONSABILITÀ”
IN AUMENTO
Un monito non a chi vuol creare una famiglia
ma a chi non ha saputo (o voluto) prevedere
di Ernesto Bodini
Davvero non si
riesce a comprendere come ci si possa stupire del calo delle nascite, e ancor
più del fatto che tra le cause non si cita, ad esempio, anche l’incolumità
della popolazione ormai a rischio quotidiano. Non passa giorno che le cronache
non informino di reati d’ogni sorta ed arresti e, quando i responsabili sono
condannati, generalmente non sono incarcerati se la pena inflitta non supera i
quattro anni (diversamente le carceri straboccherebbero ulteriormente), con la
conseguenza che parte di questi torna a delinquere vivendo di espedienti e
quindi nella illegalità. Ora, crisi permettendo, vi sono persone che vorrebbero
formare una famiglia e la eventuale prole (futura generazione) sarà sempre più
a rischio in quanto succube della delinquenza e quindi della propria
incolumità. E se si vuole andare oltre, si tirino pure in ballo le varie e
costanti instabilità dei politici governanti, come pure tutti gli effetti deleteri
orginati dalla burocrazia; per non parlare poi dell’allontanamento da una
qualunque fede religiosa. E ogni volta si punta il dito sulla carenza del ruolo
della famiglia e della scuola, ma anche se queste realtà fossero all’altezza
del loro compito, bisognerebbe capire per quali ragioni taluni figli e studenti
non intendono farsi educare, e quindi votati alla ribellione e alla
trasgressione e, come si suol dire, non c’é peggior sordo di chi non vuol
sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere! Bisogna ammettere che da un un
bel po’ di tempo la situazione sociale sta sfuggendo di mano e, anche se si coinvolgono
esperti in scienze medico-psicologiche e forensi, non si otterrebbero concrete
soluzioni, anche perché l’escalation (quasi incontenibile) degli eventi in
questione ne è la dimostrazione tangibile e inequivocabile. Ma se anche
qualcuno avesse qualche brillante idea di come arginare il fenomeno, ci sarà
sempre chi avrà da obiettare, per partito preso, per spirito di contraddizione,
rivalità o invidia verso chi è più lungimirante. Queste ed altre ragioni ancora,
delineano la società d’oggi, molto ben diversa da quella degli anni ’60 e ’70, in
quanto all’epoca non esisteva ancora il grave problema della immigrazione che,
sia pur esempio di libertà di espressione e di coesistenza tra i popoli, la
convivenza per la maggior parte dei casi si dimostra costantemente insostenibile,
anche in considerazione degli aspetti assistenziali ed economici. Il concetto
di libertà è di per sé molto nobile, ma nel corso di questi ultimi decenni è
stato assai abusato a causa del suo incontrollato eccesso e, più volte, ho
scritto che non è certo il caso di avere alcun titolo accademico per giudicare
come sta andando alla deriva la società, con riferimento particolare al nostro
Paese, che osservo e conosco meglio in quanto residente. Ma in realtà i
problemi sono molteplici se si includono il tasso di povertà, l’aumento della
popolazione anziana (gli over 65 sono il 24,1% e 6 sono gli ultra centenari),
le molte malattie ed infortuni che si verificano praticamente ogni giorno, come
pure gli eventi causati dalla Natura, includendo senza remore il tasso di
ignoranza che (giustificata o meno) alberga ancora in una certa fascia della
popolazione. Quest’ultima constatazione trova ragione nel fatto che in Italia sono
circa 10 milioni le persone che credono a maghi, fattucchiere e chiaroveggenti,
e sono circa 4 milioni i cosiddetti analfabeti di ritorno.
Sommando tutte
queste componenti, a ben riflettere e con la massima obiettività, c’é da
chiedersi: quali garanzie per il futuro delle attuali e future generazioni? Mi
pare che non serva avere la “sfera di cristallo”, ma piuttosto si tratta di
rimuovere o ridimensionare le cause che hanno determinato e determinano queste
conseguenze, le quali sono in parte incrementate anche dal costante e veloce progresso
in ogni ambito, peraltro non sempre di grande utilità. Infine, per
sintetizzare, si considerino gli effetti della comunicazione da parte dei vari
social che, a vario titolo, stanno causando molti problemi dal punto di vista
delle relazioni sociali: disgregazione delle famiglie, del parentado, delle
amicizie, etc., in quanto è sempre più difficile comprendersi, accettarsi e…
convivere. Quindi, alla luce di tutto ciò procreare nuove generazioni non è
certo “impossibile”, ma sicuramente richiede piena coscienza e un grande senso
di responsabilità: la sofferenza non piace a nessuno (forse) e la vita è cara a
tutti (meno ai despoti e ai delinquenti che non hanno niente da perdere), ma è
indubbio che i posteri alla loro epoca si porranno molte domande e forse
nessuno darà loro una onesta risposta! Concludo rammentando che molti decenni
addietro c’era chi ha sentenziato: «Col passare degli anni ne vedrete
delle belle!»; un pronostico centrato in pieno che, a mio
avviso, si può ripetere per le future generazioni. Il mio non è disfattismo, essere fuorviante o sobillatore di masse, ma una convinta constatazione che, abbinata
al mio anticonformismo, è anche un monito a chi non ha saputo (o voluto)
prevedere quanto era possibile. La politica in primis.
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