POCA VICINANZA ISTITUZIONALE SOPRATTUTTO
IN AMBITO SANITARIO E SOCIO-ASSISTENZIALE
Quando il supporto delle Istituzioni non avviene “sul campo” sono molti gli assistiti penalizzati… In realtà basterebbe più senso civico da parte di tutti
di Ernesto Bodini
Da
diversi anni ormai, l’informazione sui vari problemi che riguardano la Pubblica
Amministrazione (P.A.) nei confronti del cittadino, sono sempre più “ancorati”
al sistema online, ovvero per conoscerli in gran parte bisogna avere una
connessione internet e immettersi sulla piattaforma della Struttura che si
vuole contattare, più generalmente per consultare il sito regionale, comunale o
ministeriale. Va innanzitutto precisato che sono ancora parecchi i cittadini
italiani (piemontesi inclusi) che non posseggono un PC e quindi tutto ciò ad
esso inerente, restando quindi di conseguenza “isolati” da ogni possibile
informazione diretta e in tempo reale. Uniche risorse per essi: il telefono e
la corrispondenza scritta tradizionale. Questa “penalizzazione” a mio avviso va
ben oltre, in quanto i cittadini (in particolare le cosiddette fasce deboli) hanno
il diritto-necessità di essere informati spesso in modo più diretto e
“ravvicinato”, soprattutto per quanto riguarda il comparto sanità-assistenza,
fatto primario di interesse generale. E poiché vizi, difetti, carenze e
conseguenti problematiche di carattere burocratico si evincono da fonti
istituzionali, sarebbe bene che i componenti delle stesse preposti,
periodicamente scendano dalla loro cattedra (o scrivania) e avvicinare la
popolazione per spiegare “de visu” come funzionano, ad esempio, il SSN e/o SSR
e relative incombenze, magari anche con esempi pratici… senza omettere gli
aspetti negativi! Perché è solo in questo modo che i cittadini “meno avveduti”
e “più sprovveduti” possono acquisire tutte le nozioni in merito a diritti e
doveri. Relativamente a come si sta evolvendo la Sanità pubblica dai mass media
leggiamo di tutto e di più, ma nessuno si prodiga di “assistere” nel modo più
concreto coloro che hanno bisogno di superare determinate difficoltà per fruire
una certa prestazione sanitaria-assistenziale, specie se con carattere di
urgenza (complici le liste di attesa), tant’é che i rinunciatari rischiano di
vedersi aggravare i propri sintomi e, potenzialmente, anche il relativo quadro
clinico. Anche se a volte si fa riferimento a qualche associazione di
volontariato, le stesse raramente si prodigano nel seguire tutti questi casi in
modo diretto e possibilmente in tempo reale; tutt’ al più si limitano a dare
indicazioni o a stilare qualche breve “vademecum”, ma ben si sa che molte
persone non leggono e altre non sanno interpretare… Ma Dio Santo, perché non
prodigarsi verso i nostri concittadini più bisognosi, soprattutto da parte
delle Istituzioni? È evidente, come è noto, che il politico e in sub-ordine il
burocrate non hanno alcun interesse ad attivarsi in tal senso, mentre sono più
inclini a presenziare pubblicamente quando c’é da tagliare il nastro per
inaugurare una Struttura (sanitaria o altro) per la quale si sono spesi per la
relativa realizzazione; inoltre, li vediamo scendere in piazza per stringere
mani e sottoporsi a selfie… soprattutto in campagna elettorale come quella
attuale. È un opportunismo, questo, che ho sempre deprecato ovviamente senza
manifestare astio di sorta, ma al tempo stesso incrementando le mie convinzioni
che taluni politici e taluni burocrati appartengono a quella schiera di persone
cui si addice il detto latino: «Nemo
claudicat alieno ex dolore».
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