CONSIDERAZIONI SUGLI
EFFETTI SOCIALI…
Il progresso ha le sue
esigenze ma non ha diritto di ledere la dignità umana. Non un mero pessimismo ma
una triste realtà in evoluzione e in itinere. Razionali le convinzioni
dei filosofi A. Schopenhauer e K. Popper
di Ernesto Bodini
Sembra di giocare alla retorica ma vale la pena
soffermarsi ancora sulla sempre più difficile convivenza tra esseri umani.
Tralasciando gli eccessi relativi ai vari conflitti bellici, tra comuni
cittadini (tutti co-inquilini dello stesso pianeta) la convivenza, anche la più
comune e banale, è sempre più ostica: si ha difficoltà a comprenderci a causa
di un dialogo apparentemente comune, di pregiudizi, falsità, fraintendimenti
(voluti o meno), per non parlare di quella spasmodica ambizione di voler
primeggiare e saperne di più… In un’epoca capitanata dalla globalizzazione e
dall’irrefrenabile progresso tecnologico, per non parlare della nascente
cosiddetta intelligenza artificiale, certi valori umani si sono sempre più
“assottigliati” lasciando il posto a quel materialismo e ad ogni altra forma di
insulsaggine, tanto da condurci ad un declino etico-morale. Si aggiunga inoltre
il lesivo contributo di alcuni mass media e social, televisione in prinis, con
le loro proposte “fuorvianti” e per certi versi anche oscene, come si evince da
alcuni programmi e spot che, personalmente, definirei anche demenziali… Il
tutto ruota ovviamente attorno al consumismo mosso dal denaro che
prepotentemente comanda sempre di più il sistema, tanto che certi valori morali
vengono sempre meno: «L'argent fait la guerre»,
dicevano i francesi. Chi ha voluto
dare origine a questo mondo con tutte le sue componenti (Regni: animale,
vegetale e minerale) ha inteso un “progetto” con finalità di equilibrio,
lasciando però agli Umani la facoltà di discernere e di conseguenza come
comportarsi gli uni verso gli altri e tutti verso la Natura stessa; ma
evidentemente ciò non viene recepito dalla maggior parte degli esseri, e di
conseguenza ciascuno ha un proprio destino, con la differenza che quelle poche
persone razionali sono a loro volta destinate a soccombere. Più nello specifico
che dire dei rapporti tra cittadini-utenti (sudditi) e Pubbliche
Amministrazioni i cui esponenti non sembrano proprio intenzionati a mantenere
un normale rapporto di dialogo, peraltro come avveniva sino a qualche anno fa?
Anche in questo caso si sta manifestando una certa “grave” disgregazione
sociale, tanto umiliante quanto lesiva per chi ha necessità di accedere ai
Servizi pubblici. Quindi anche la comunicazione verbale “de visu” sta perdendo
il valore della sua utilità e del suo “fascino”, e ciò a disprezzo del dono
della parola che abbiamo ereditato alla nascita. Volendo approfondire io credo
che è come se gran parte delle persone volessero ridurre al minimo l’esistenza
umana, un potere che vanno acquisendo giorno dopo giorno ma che purtroppo contro
il quale non si reagisce, se non sporadicamente da parte di qualche minoranza…
a volte purtroppo ai limiti della legalità. Ed è così che la evoluta
robotizzazione seguita dalla intelligenza artificiale, non solo annientano la
Persona ma sono uno sprezzante insulto al Supremo che tanto vorrebbe ci
parlassimo (e amassimo) di più e ci odiassimo di meno: non per nulla l’uomo è
dotato della bocca per parlare e delle orecchie per sentire, e quindi un cervello
per ragionare… Sia pur in sintesi, è un quadro desolante e pare che
all’orizzonte (imminente futuro) non si possa intravedere nemmeno un tentativo
di “messa in discussione”, se non solo dal punto di vista della mera informazione
di cronaca, ulteriore spregio all’Umanità… Io credo che di fronte a questa
realtà nessuno si sente di contestarla, se non solo per valenza politica e che
abbia ovviamente un tornaconto, e quel che è peggio l’inerzia (anche mentale)
del cittadino comune è come se l’accettasse passivamente. Intanto, però, reati
ed eventi di ogni specie, entità e anche di malversazione, si ripetono ogni giorno
senza approfondire le vere cause che li originano a cominciare, ad esempio,
dalla ridotta (se non nulla) rigidità della censura che, unitamente a quanto su
anticipato, gli esseri umani più deboli (femminile in primis) soccombono, e anche
se su versanti diversi, Arthur Schopenhauer e Karl Popper docet.
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