LIBERO COMMENTO AL MESSAGGIO PRESIDENZIALE DI FINE ANNO
Non è la prima volta che mi permetto di intervenire a commento sul Messaggio di fine Anno del Presidente
della Repubblica, e ciò non per partito preso ma per evidenziare che ogni volta
Egli non fa che rievocare i fatti accaduti durante l’anno, a mio dire
inutilmente perché ne siamo stati “edotti” ogni giorno: dai mass media: quindi
una ripetizione. Il richiamo ai diritti e ai doveri è tuttavia utile per rammentare
come superare quelle menti invalicabili sia dei politici-parlamentari che della
collettività in genere; ma a questo riguardo nel citare la Costituzione
l’esponente del Quirinale non precisa mai con quali modalità (e chi)
intervenire per far rispettare tutti (dico tutti) gli articoli della preziosa Carta,
così tanto da Lui decantata ogni volta. Si prenda, ad esempio, l’art. 3 (2°
capoverso) che rammento testualmente: «È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale
che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Va rilevato che questo è da sempre disatteso in quanto ci sono
molte Leggi ed Emendamenti tuttora in vigore ma non operative, e la ratio vuole
che quando una Legge è in vigore e per vari motivi non può essere rispettata,
andrebbe rimossa od abolita. Poi il Presidente ha toccato le corde dei
conflitti internazionali, anche questi peraltro a tutti noi noti ogni giorno, e
questo è un problema che andrebbe discusso a parte… Sul versante della Sanità
ha fatto menzione al problema delle liste di attesa, ma nulla è scaturito su
come ovviare, e tanto meno non ha fatto cenno al fatto che la Sanità pubblica
si sta orientando verso il privato, anche se alcuni orientamenti politici
sembrano prendere a cuore il problema, che per la verità sono soprattutto gli stessi
interessati lavoratori. Mi rendo conto che condurre una Nazione è un ruolo
assai improbo, ma nello stesso tempo chi rappresenta lo Stato dovrebbe essere
più determinato richiamando all’ordine i vari componenti del Governo i quali,
un giorno si e l’altro pure, si confrontano ma non in modo costruttivo e
sereno. Insomma, il vecchio saggio ci ricorda che quando in una realtà sono in
due a comandare, uno è di troppo. Del resto ben sappiamo che tutti, una volta
eletti, ambiscono avere un posticino al sole, possibilmente senza scottarsi
(ossia senza scivolare sulla classica buccia di banana); un malcostume talmente
radicato che, a tutt’oggi, non si riesce a recuperare i circa 100 miliardi di
euro di evasione…, e intanto molto malati hanno notevoli difficoltà a farsi
curare. E che dire di quei detenuti che, seppur a sentenza definitiva, sappiamo
essere condannati nonostante fossero innocenti? Dei 600 parlamentari quanti
alla sera prima di coricarsi dedicano un pensiero verso queste anime silenziose
e innocenti? Non intendo certo fare il processo alle intenzioni ma da quei 600
“posizionati” non sento mai elevarsi un voce per questi “derelitti umani”; già,
perché una detenzione disumana oltre che ingiusta toglie la dignità… alla
faccia dell’arti. 3 della Costituzione. Inoltre mi chiedo quali sono le ragioni
che “solleticano” tizio, caio o sempronio a candidarsi per raggiungere l’ambito
potere, anche se di fatto è impensabile non avere nessuno al comando della
nave; ma al tempo stesso quello che al nostro Paese manca da anni è un buon
nocchiero, oltre ad esserci un ciurma che si ricicla ogni volta pur di navigare
con qualunque tempesta per arrivare al porto e incassare il vitalizio. Con
questo commento posso aver dato l’idea del polemizzare, ma non è così sia
perché coerentemente sostengo le mie tesi da anni e sia perché per certi versi
mi ritengo un socratico, con la differenza che i miei discorsi non sono
ospitati in nessuna Agorà, ma diffusi online affinché tutti possano riscontrare
con obiettività tutto ciò che rispecchia la realtà dei fatti; ma se invece si
preferisce nascondersi dietro un dito o negare ciò che si sta vivendo ogni
giorno, allora significa che l’Italia era più unita quando era ancora da unire
(Sic!). Auguro comunque al Presidente di terminare il suo mandato in salute,
con l’auspicio di vedere all’orizzonte un Successore più determinato nel far
rispettare la Costituzione. La dignità umana mantiene comunque il suo valore
anche se non comprovato da uno scritto, soprattutto in un Paese dichiaratamente
democratico.
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