QUANDO VIOLENZE E STUPRI HANNO ANTICHISSIME ORIGINI
La Storia è assai ricca di questi fenomeni e per questo sono necessari i confronti,
e al tempo stesso l’approfondimento degli “stimoli negativi” nella persona umana
di Ernesto Bodini
Per
quanto dobbiamo ancora subire le angherie di persone prepotenti che
infieriscono sui propri simili e soprattutto sulle donne? Non è certo dato a
sapere, ma intanto ogni giorno nel nostro Paese si verificano molte aggressioni
d’ogni genere in parte senza alcuna ragione “plausibile” (anche da parte di
minori), mentre l’aggressione alle donne e spesso la loro soppressione hanno
connotati più precisi, o quanto meno fortemente ipotizzabili, a cominciare dal
problema dello stalking. A questo riguardo ricordo che nel 2003 fu pubblicato “La sindrome delle molestie assillanti”
di P. Curci, G.M. Galeazzi e C. Secchi (Ed. Bollati Boringhieri). Un tema
sempre più in auge ad aree della vita sociale, molestie non necessariamente di
rilevanza psichiatrica ma le cui motivazioni si diversificano in alcuni
aspetti: rifiuto della separazione da parte del partner, isolamento del
soggetto che aspira con ossessione ad un legame di intimità, la tendenza di
“dedicarsi” a qualcuno da cui ritiene di aver ricevuto un torto, etc. Su questo
tipo di evento, caratterizzato appunto quasi sempre dalla ossessività, la
letteratura e la cronaca sommano una infinità di casi definendoli popolarmente
“molestie assillanti” (stalking, appunto) avendo per oggetto l’intrusività, la
varietà (ossia il modo di assillare) e la continuità. Da questi primi
comportamenti, inizialmente e apparentemente innocui, nel tempo si trasformano
in un vero e proprio atto di persecuzione e incubo per le vittime che, se
incontrollata e non fermata in tempo, può sfociare in diverse forme di lesioni
verso la persona. Su questi aspetti dal punto di vista legislativo la legge che tutela le vittime di stalking e
punisce gli autori di atti persecutori è la n. 38 dell'aprile 2009, derivata
dalla conversione del Decreto legge n. 11 del 23 febbraio 2009: "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto
alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori". Su questa base è stato istituito proprio il reato di stalking, con
l'inserimento dell'art. 612-bis nel Codice Penale (CP). Un provvedimento (come
tanti altri) che, per quanto applicato, non contribuisce però ad una
accettabile riduzione dei casi, tanto da non costituire nemmeno un deterrente; ed
anche le più recenti leggi come quella relativa al noto “Codice Rosso”, una
legge che tutela le donne e i soggetti deboli che subiscono
violenze, atti persecutori e maltrattamenti; si tratta della Legge n. 69/2019
dal titolo “Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre
disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di
genere”. Inoltre, il 15
febbraio del 1996 è entrata in vigore la Legge 66 che prevede una serie di
“Norme
contro la violenza sessuale”, con la
precisazione che con l'abrogazione degli articoli del Codice Rocco, risalente
al periodo fascista, si definiva lo stupro delitto contro la moralità pubblica
e il buon costume, e la legge identifica il reato come delitto contro la
persona… Ma nonostante questo esempio e le recenti leggi a difesa delle vittime
i fenomeni dello stupro e del femminicidio sono purtroppo in continua ascesa,
una sorta di “risveglio” dell’aggressività maschile che è riconducibile ad
origini antiche: nelle guerre e nelle culture patriarcali. Infatti, lo stupro e
più in generale la violenza sessuale sulle donne, sono radicati nella storia
dell’uomo, come se Caino indirettamente avesso dato il “là” (ma questa è una
mia azzardata supposizione). Con il tempo e quindi con gli eventi bellici di
antica memoria e sino ad oggi, gli stupri di massa si sono susseguiti e proprio
le donne erano il primo bottino, più o meno
in quasi tutte le culture: mongoli, celti, saraceni, spagnoli, francesi
(durante le loro incursioni in Italia) e perfino crociati cristiani; ma nemmeno
le truppe alleate durante l’ultima guerra mondiale furono esenti da queste vili
aggressioni… Da ciò si evince che lo stupro di guerra è stata una pratica
diffusissima, e solo dopo le violenze durante la guerra civile in Ruanda e i
massacri in Bosnia, i tribunali internazionali hanno definito lo stupro un
crimine di guerra. Nel 2006, durante la guerra in Congo, ci sono verificati
27mila stupri, una ecatombe che non ha lasciato insensibile il dottor Denis
Mukwege (1955), un ginecologo congolese che ha curato in ospedale ogni giorno
10 donne violentate e, in una intervista al New York Times affermò: «Non conosco la ragione di queste violenze,
ma una cosa è evidente: sono inflitte per distruggere le donne». Un altro esempio di
grande dedizione nella cura a queste “sfortunate”, seppur molto datato,
riguarda il medico e criminologo francese Ambroise Tardieu (1818-1979), che con
altri medici già nel 1857 dimostrò attenzione per le ferite psichiche inferte
alle donne vittime di stupro, affermando: «Lo
stupro determina spesso un turbamento morale e offende i sentimenti intimi
almeno quanto ferisce il corpo». Va comunque precisato che, oltre a questi ancestrali e
storici esempi, lo stupro è diventato un crimine solo dopo le battaglie per
l’emancipazione femminile, un traguardo pagato a caro prezzo, perché prima di
allora la donna era alla mercé del potere patriarcale, che includeva il dominio
sessuale, in cui l’onore della famiglia era prevalente, un principio peraltro
non molto distante anche dalle concezioni culturali e religiose. Ne è l’esempio il caso della 17enne siciliana Franca Viola che nel 1966
fu rapita e stuprata da un ammiratore respinto (Filippo Melodia), che con
grande dignità non solo rifiutò di sposare l’uomo che l’aveva violentata, ma ebbe anche
il coraggio di denunciarlo per stupro, sfidando la mafia.
Nel corso degli anni,
come già detto, l’emancipazione femminile si impose e, non a caso, nel 1975 la
scrittrice statunitense Susan Brownmiller (1935, nella foto) pubblicò il libro Against Our Will: Men,
Women, and Rape (“Contro
la nostra volontà: uomini, donne e stupro”), con il quale sostiene che «lo stupro non è altro che un processo cosciente di intimidazione mediante il
quale tutti gli uomini mantengono tutte le donne in uno stato di paura». Ora che la violenza contro le donne è di drammatica
attualità, io credo (molto modestamente) che per una inversione di marcia non
siano sufficienti Leggi e Movimenti, ma sarebbe anche opportuno rimettere in
discussione parte di messaggi pubblicitari e spettacoli in cui la donna è
prevelentemente in primo piano “stimolata” dall’illusione-desiderio di
cavalcare scene che, “a qualunque costo”, possono favorire visibilità e un
certo successo… Ma non solo. E altresì importante, se non di più, approfondire
le conoscenze dei cosiddetti freni inibitori di questi uomini perversi, ossia l'analisi
della struttura psichica ereditata da Sigmund Freud (1856-1939), che sono poi
le leggi morali presenti nel nostro subconscio. Le menti “disturbate ma non
malate” non sono poche, e non è certo il caso di offrire loro l’opportunità di
iperattivarsi… con esempi di emulazione di vario genere. Con questi
suggerimenti non ho certo inteso “usurpare” titoli e competenze che non mi
competono, ma più semplicemente contribuire a dedicare maggiore attenzione a
tutto ciò che può “stimolare” in negativo la mente umana, escludendo a priori
le persone affette da patologie psichiche le quali vanno osservate separatamente,
e purtroppo per questi casi va rilevata la carenza medico-assistenziale. Infine,
a mio modesto avviso sarebbe ulteriormente utile approfondire questi problemi
nella formazione in certe Discipline Accademiche: Psicologia, Sociologia,
Antropologia, Psichiatria, etc. Pur nel rispetto degli addetti ai lavori, non
mi si può disconoscere la mia dedizione di attento osservatore di tutto ciò che
mi circonda… e mi preoccupa, in particolare se coinvolge la vita umana, specie
se debole e bisognosa di aiuto e tutela. Un’ultima osservazione: la solidarietà
alle vittime non la si dimostra con fiaccolate o processioni varie (che parte
di loro non vedranno mai), ma più semplicemente intervenendo tutti nei
confronti delle Istituzioni politiche, Scientifiche, Giurisprudenziali e
Umanitarie, affinché rendano più operativi i rispettivi compiti. Diversamente
questi eventi saranno destinati ad aumentare!
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