L’INESORABILE IRRESPONSABILITÀ DI CHI È
DEPUTATO A GARANTIRE IL BENE COMUNE
Le cosiddette
“fasce deboli” impotenti sotto il Potere politico e della
Burocrazia: una “guerra tra poveri” che sembra non aver fine
di Ernesto Bodini
Non mi stancherò mai di ripetere quanta
irresponsabilità si va incrementando ogni giorno da parte di molti esseri
umani, tra questi anche quelli deputati a gestire il bene comune nel senso più
ampio del termine. Quando succedono eventi di una certa entità come ad esempio
alterazioni climatiche e pandemie, anziché diventare più umile e solidale il rapporto
con le Istituzioni non sempre è univoco; ed è pur vero che la solidarietà parte
spontanea da più enti associativi (volontariato), ma è altrettanto vero che
quando c’é di mezzo la burocrazia, il denaro e la politica a volte le parti si
dividono. In questi casi il politico e il burocrate diventano sempre più
despoti, tanto da penalizzare il cittadino più debole come i poveri, gli
anziani e i disabili, per non parlare di coloro che sono estremamemte carenti
dal punto di vista culturale. Ci sono realtà che vedono queste persone
emarginate nei loro diritti e mi riferisco in particolare dal punto di vista
assistenziale, un dato di fatto “condizionato” solitamente dall’esigenza di un
maggior impegno economico-finanziario, tant’é che il relativo e necessario
adeguamento si rifà alla non sufficiente volontà politica, venendo quindi meno
alla garanzia di questo o quel tipo di assistenza. Il cittadino-paziente con
esigenza di prestazioni medico-sanitarie (anche urgenti), ad esempio, ha sempre
più difficoltà ad ottenerle nei tempi prescritti dal medico, l’anziano non
autosufficiente ha sempre più difficoltà ad ottenere un adeguato ricovero in
una determinata struttura non vincolante a contributi che non può garantire,
talvolta priva di garanzie soprattutto per quanto riguarda la sicurezza;
all’invalido con necessità di ausili ortesici e/o protesici attualmente non è
garantita la fornitura degli stessi se non previa compartecipazione alla spesa
per… colpevoli carenze e ritardi (manco a dirla) dei doveri
politico-amministrativi, e che sino allo scorso anno per quanto mi risulta ciò
non avveniva (sic!). In merito ai cittadini “culturalmente poveri e
sprovveduti” la scure della politica e della burocrazia irresponsabile è
altrettanto pesante e “senza requiem”, tant’è che questi ultimi come i
precedenti spesso soccombono e quasi sempre sono abbandonati a sé stessi. Alla
luce di queste realtà che si perpetuano un giorno si e l’altro pure, e si badi
bene, indipendentemente dalle varie crisi attuali in fatto di emergenze, si
impone una volta di più l’indole negativa dell’animo umano, specie se
appartiene a chi ha sete di potere; già, perché ricoprire tale ruolo produce
una certa soddisfazione tanto da favorire una elevata catarsi, paradossalmente
quasi mistica, in quanto incontrollabile godimento nel vedere coloro che si
ritengono essere inferiori, e quindi ai loro piedi.
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