LA PERPETUA INGIUSTIZIA IN AMBITO SANITARIO
PUÒ “AGGRAVARE” UNA SITUAZIONE PATOLOGICA
Sanità pubblica e Sanità privata: in caso di “irresponsabile”
inadempienza
della prima, non resta che essere pronti con esposti a titolo cautelativo
di Ernesto Bodini
Certo
che, pur rientrando nel diritto della iniziativa privata, ci vuole un bel
coraggio per creare nuove attività specie in ambito sanitario, sotto forma di
assicurazione, finanziaria o banca. È evidente che tale intraprendenza crea
posti di lavoro, e questo ritengo sia l’unico “giustificativo”, ma in tempi in
cui il SSN viene meno al suo dovere costituzionale, non mi sembra il caso di
proporsi “sfruttando” tale “debolezza” istituzionale, anche se con proposte più
o meno ragguardevoli, come pure l’eventuale possibilità di convenzionarsi col
il SSN. Si tenga però presente (ma tali neo imprenditori in questo settore lo
sanno) che non sono pochi i cittadini che non possono permettersi di farsi
curare dalla Sanità privata, e tanto meno sostenere i prezzi dei cosiddetti
premi assicurativi delle polizze, tant’è che la gran parte rinuncia a farsi
curare e le conseguenze sono a dir poco immaginabili. Anche se buona parte
degli Enti Sanitari privati (cliniche, ambulatori, studi medici) sono
parzialmente convenzionati e/o accreditati con il SSN il risultato non cambia,
anche perché non di rado pur volendo usufruire delle prestazioni (visite ed
esami) in convenzione, i tempi di attesa non sono sempre altrettanto brevi…
anzi: se si opta per la prestazione a pagamento diretto la stessa la si ottiene
in pochi giorni. Si direbbe che il sistema è come “un cane che si morde la
coda”, ma alla resa dei conti i pazienti non abbienti, e ripeto non sono pochi,
non solo continuano a soffrire della reale o presunta patologia in corso, ma anche
con l’aggravante dell’ansia dovuta alle liste di attesa, e quindi con il
rischio di non potersi curare in tempo utile con il SSN. Secondo l’Agenas, come
riporta il giornale online quotidianosanità.it il 12 ottobre scorso, dai dati relativi al 2022 si evidenzia che per
un’operazione di tumore su 4 (26%) il tempo di attesa è superiore ai 30 giorni
previsti mentre per un intervento di area cardiovascolare nel 18% dei casi
(quasi uno su 5) avviene in ritardo rispetto a quanto normato dalla legge. E
rispetto al 2021 due terzi delle Regioni peggiorano le performance. A parità di esigenze cliniche sarebbe auspicabile
sostenere quelle di pazienti anziani, che spesso sono soli e non sono in grado di
autogestirsi… nonostante la eventuale collaborazione del proprio medico di famiglia. Personalmente, come cittadino e come giornalista
(non cronista) che gravita nella Sanità e nella Scienza medica, e dei diritti
sociali da molti anni, seguo questo “vergognoso e riprovevole” andamento lesivo
per i cittadini, che reclamano (purtroppo solo a voce) il diritto di essere
curati come la Costituzione e le Leggi prevedono e, per quello che mi consta,
ciò che viene “tolto” loro è utilizzato per sanare situazioni
politico-economiche interne (ed esterne), senza nulla togliere all’assistenza
di chi non ha mai contribuito a sostenere il SSN. Per contro, se il cittadino
italiano residente dovesse in volontariamente sbagliare a compilare la denuncia
dei redditi anche solo di qualche centesimo di euro, la mannaia del burocrate è
pronta a colpirlo con i provvedimenti che “ritiene” opportuni… Detto questo,
non me ne vogliano gli imprenditori sia pur essi dotati di buone intenzioni
votate a “creare alternative valide” al SSN, ma sta di fatto che la realtà che
stiamo vivendo tutti per crisi varie e per l’insipienza di taluni politici amministratori,
la nostra salute (e di conseguenza anche la vita) è continuamente a rischio… E
si parli pure di prevenzione primaria, ma quella secondaria non è certo
fattibile se non si garantiscono strumenti e modalità ai cittadini che la
attuerebbero; come pure è inutile legiferare e produrre emendamenti se non si è
in grado di rimuovere gli ostacoli, proprio come si dovrebbe fare secondo l’art. 3 della Costituzione. Questo è
l’ennesimo articolo che spendo per informare il cittadino su come può tutelarsi
di fronte alle inefficienze delle Istituzioni, soprattutto in tema di sanità, e
non potersi curare non può che incrementare una popolazione di malati, anche
cronici, e invalidi il cui costo assistenziale sarebbe ben maggiore. È evidente
che occorre una rinnovata politica che, a mio modesto avviso, deve essere
scevra di colori e ideologie di qualsivoglia natura, ma dotata di maggiori competenze
che sono da individuarsi non solo nel titolo accademico, ma che si possono
acquisire studiando a tavolino e soprattutto vivendo “sul campo” determinate
realtà, magari “soffrendo” anche un po’ insieme a quei pochi operatori sanitari,
che spesso fanno i salti mortali per far funzionare quello che era il miglior
prodotto sanitario a livello internazionale. Considerazioni eretiche, blasfeme,
fuori dall’ordinario? Niente affatto, chi scrive ha vissuto e vive tuttora la
Sanità di ieri e di oggi in bene e in male e, gli eventuali ostacoli, li ho
sempre dovuti affrontare con carta e penna, oltre che con il buon senso e la
dovuta informazione… nel rispetto delle Leggi, sia pur a volte discutibili per
insufficiente appropriatezza.
Commenti
Posta un commento