L'ipocrisia chiamata in causa...

 

SI CHIAMI IN CAUSA L’IPOCRISIA ISTITUZIONALE SENZA RETICENZA

Se riguarda i politici i danni sono molteplici: votare Leggi e non farle applicare l’aggettivo è più che appropriato. Da sempre più penalizzate sono le fasce deboli

di Ernesto Bodini

 

Quanto può essere utile osservare ogni azione umana, valutarla, soppesarla e giudicarla? E soprattutto è lecito da parte di ognuno? Da che esiste l’Essere umano io credo che molti si sono trovati in circostanze tali (desiderio-necessità), e ciò a seguito delle relazioni intraprese a vario titolo; ma senza esclusione di colpi come il manifestare a volte la propria ipocrisia, chi più e chi meno, atteggiamento che spesso ci qualifica e non poco. Dal punto di vista etimologico la parola ipocrita ci porta nei teatri dell’antica Grecia. «L’hypocritès – come rammenta lo psicanalista Vittorio Lingiardi – è l’attore. La combinazione di hypo (sotto) e krino (distinguere, giudicare) ha coinvolto diverse letture: distinzione sulla scena teatrale, tra il sé che recita e il personaggio interpretato; altre dell’importanza di studiare  e spiegare il testo che sta sotto  la recitazione. Solo in un secondo momento l’ipocrita diventa impostore…». Ma tralasciando gli approfondimenti di carattere prettamente etimologici, seppur interessanti, quello che ritengo oltremodo utile evidenziare è la manifestata ipocrisia soprattutto dei nostri governanti, al potere e non, in quanto ogni volta che fanno affermazioni con promesse infarcite di discorsi spesso retorici, non si smentiscono per il fatto stesso che i concetti decantati a destra e a manca sono una sorta di ecolalia. Dal punto di vista della concretezza non rammentano quasi mai quando una legge non viene rispettata. Si prenda ad esempio il D.M. 236/89 relativo alla eliminazione delle barriere architettoniche, la cui precisa finalità è garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle stesse; e a questo riguardo sono ancora molti i siti pubblici da sbarrierare, per non parlare anche di quelli privati. Altra normativa di “ostica applicazione” della quale si parla poco o niente, è la Legge n. 68 del 12/3/1999 relativa al diritto al lavoro delle persone disabili; e ci sono ancora persone aventi tale diritto che non riescono ad avere una occupazione. Più recentemente si aggiungano le sempre più evidenti difficoltà nell’ottenere prestazioni medico-sanitarie secondo regole e normative ben precise, come pure gli invalidi civili che attualmente sono penalizzati nell’ottenere sussidi ortesici e protesici se non contribuendo parzialmente alla spesa (fatto del tutto ingiustificato, peraltro mai verificatosi sino ad oggi). Volendo proseguire se ne potrebbero citare diverse altre e tutte rientrano sotto il “dominio” della Costituzione, in particolare relativamente all’art. 3, secondo capoverso, che le raggruppa: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Se le suddette Leggi in merito all’articolo della Costituzione su citato non trovano quasi mai riscontro, e il fatto che ad ogni incontro pubblico si decanti progressi normativi e i valori della Costituzione, senza seguito, ritengo che ciò rasenti il massimo dell’ipocrisia istituzionale, aggravata dal fatto  che è subordinata alla burocrazia che tanto si contesta ma non si fa nulla per alienarla o ridimensionarla nei molteplici apparati della P.A.; quindi anche questa “inerzia” è mero esempio di ipocrisia. In questi casi si cita il sommo Dante che, come ricorda Lingiardi, danna gli ipocriti, soprattutto politici proprio perché hanno mostrato un contemporaneo diverso dalle loro intenzioni, e io credo che il nostro illustre letterato essendo chiamato in causa un giorno si e l’altro pure avrà sicuramente aumentato il numero dei Gironi, proprio per ospitare l’infinita popolazione peccatrice, ivi compresi appunto, gli ipocriti. Se diamo per scontato che tutti gli aspiranti al potere abbiano solide (?) basi accademiche, ogni volta che varcano la soglia del Parlamento dovrebbero genuflettersi e fare un esame di coscienza, con il dovere-proposito di far rispettare le leggi che sono deputati a votare. Costituzione compresa! Se è vero che un atteggiamento ipocrita, sia pur innocentemente, lo abbiamo probabilmente manifestato tutti, è altrettanto vero che richiama la nostra coscienza, ma ancor più responsabile come quella di chi ha il dovere di gestire il bene comune. Senza ipocrisia!

 

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