IL DELICATO ASPETTO DELLA SOLIDARIETÀ
Offrire denaro o intervenire con azioni concrete
in difesa della dignità del più debole e indifeso?
Da
chissà quanto tempo, ormai, alcuni Paesi come l’Italia nel campo della
solidarietà continuano a crescere avvalendosi dell’obolo di ogni singolo
cittadino. Le fonti per cui riempire le casse private sono molteplici, e quelle
relative alla ricerca scientifica e al sostegno di associazioni di volontariato
che a vario titolo rappresentano malati e disabili sono tra le principali. Ma
ci sono molte altre importanti realtà che “invocano” un sostegno economico, per
le quali si continua a sollecitare la popolazione ad aprire il borsellino un
giorno si e l’altro pure, una consuetudine che a mio dire conferma la costante
debolezza delle Istituzioni pubbliche, e questo, anche prima della pandemia e
degli eventi sismici e climatici di questi ultimi anni. Ma ciò significa anche
che se qualche progresso c’è stato, soprattutto in campo medico e scientifico,
lo si deve al “buon cuore” delle persone, abbienti o meno. Questa constatazione
non vuole essere un plauso, giacché la solidarietà spontanea non ne ha bisogno,
ma al tempo stesso non ritengo sia giusto sollecitare tale sostegno con il
solito rituale: «Bastano 9 euro al mese per…»,
«Se versate 10 euro al mese avrete…»,
«È sufficiente un piccolo contributo per…».
etc. Questo aspetto della solidarietà in termini economici è delicato e
dovrebbe indurre a qualche riflessione, ma purtroppo si tende a sollecitare
l’offerta e a non considerare gli aspetti etico-morali del problema. Io credo
anzitutto che la vera solidarietà deve essere spontanea e non sollecitata,
diversamente perderebbe il suo valore etico-morale intrinseco; inoltre, tutte
le volte che si invitano le persone a contribuire con una offerta, si crea in
loro una seria crisi di coscienza in quanto ogni volta devono decidere se privilegiare economicamente una realtà piuttosto che un’altra. Un tempo si dava maggior valore a qualunque
gesto di spontanea solidarietà, a cominciare dal semplice gesto di offrire un
fiore, un consiglio o una informazione mirata e competente al nostro prossimo, e questo avveniva
ad esempio nel dopoguerra in quanto si sapeva che ogni forma di sostegno era
utile per far ricrescere il Paese; oggi invece, si è continuamente sollecitati
dalla pubblicità per far conoscere ogni sorta di dramma umano con richiesta
esplicita e pedissequa, appunto, di denaro. A mio modesto avviso, come sostengo da sempre,
in molti casi sarebbe più utile aiutare il prossimo con azioni di concreto
sostegno e difesa dei più deboli (disabili e anziani), proprio perché uno dei
grandi drammi di “lesione” umana è la burocrazia, che tra l'altro vanno ad intaccare i problemi di salute! Da oltre sei lustri mi occupo
di questo dramma sociale e non ho mai conosciuto un paladino votato su questo
versante, probabilmente non si è capito (o non si vuol capire) che la lesione
della dignità umana a volte è più grave di una malattia… Un tempo si diceva, e
forse si dice ancora, che gli italiani sono gente di buon cuore, ma bisogna
stabilire in quale senso concepire questa affermazione perché in molti casi fa
la differenza. In alcune circostanze si intraprendono iniziative che hanno
carattere simbolico, come ad esempio offrire una giornata di spensieratezza (o un pranzo natalizio) ad
un gruppo di persone sole e indigenti, ma proprio perché azione simbolica tutti
gli altri restano esclusi…, quindi figli di nessuno! Queste considerazioni, che
non vogliono condizionare alcuno in nessun modo, dovrebbero suggerire di
riconsiderare in modo più obiettivo il concetto di solidarietà sul quale ci si
sofferma solo sul termine, mentre sulla sostanza si cade quasi sempre nella
retorica... se non anche nell'ipocrisia. Mi rendo conto di essere un impenitente anticonformista ma al tempo
stesso la mia coerenza su questo principio, ossia privilegiare il sostegno e la
difesa del più debole rispetto all'offerta dell’obolo, è garanzia per il
prossimo nel far rispettare la sua dignità, anche se ad onor del vero molti il concetto di dignità non lo considerano a priori. Preciso inoltre che non sono mai
stato venale ed ho un rapporto con il denaro (necessario per vivere) assai
forzato, e sono sempre stato convinto che il rispetto della dignità umana a
volte è preferibile ad un piatto di minestra. Si dica pure nei miei confronti
ciò che si vuole ma si consideri quanto segue: è meglio essere dimenticati per
il bene fatto che ricordati con ipocrisia!
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