Il delicato aspetto della solidarietà

 

IL DELICATO ASPETTO DELLA SOLIDARIETÀ

Offrire denaro o intervenire con azioni concrete

in difesa della dignità del più debole e indifeso?

 di Ernesto Bodini

Da chissà quanto tempo, ormai, alcuni Paesi come l’Italia nel campo della solidarietà continuano a crescere avvalendosi dell’obolo di ogni singolo cittadino. Le fonti per cui riempire le casse private sono molteplici, e quelle relative alla ricerca scientifica e al sostegno di associazioni di volontariato che a vario titolo rappresentano malati e disabili sono tra le principali. Ma ci sono molte altre importanti realtà che “invocano” un sostegno economico, per le quali si continua a sollecitare la popolazione ad aprire il borsellino un giorno si e l’altro pure, una consuetudine che a mio dire conferma la costante debolezza delle Istituzioni pubbliche, e questo, anche prima della pandemia e degli eventi sismici e climatici di questi ultimi anni. Ma ciò significa anche che se qualche progresso c’è stato, soprattutto in campo medico e scientifico, lo si deve al “buon cuore” delle persone, abbienti o meno. Questa constatazione non vuole essere un plauso, giacché la solidarietà spontanea non ne ha bisogno, ma al tempo stesso non ritengo sia giusto sollecitare tale sostegno con il solito rituale: «Bastano 9 euro al mese per…», «Se versate 10 euro al mese avrete…», «È sufficiente un piccolo contributo per…». etc. Questo aspetto della solidarietà in termini economici è delicato e dovrebbe indurre a qualche riflessione, ma purtroppo si tende a sollecitare l’offerta e a non considerare gli aspetti etico-morali del problema. Io credo anzitutto che la vera solidarietà deve essere spontanea e non sollecitata, diversamente perderebbe il suo valore etico-morale intrinseco; inoltre, tutte le volte che si invitano le persone a contribuire con una offerta, si crea in loro una seria crisi di coscienza in quanto ogni volta devono decidere se privilegiare economicamente una realtà piuttosto che un’altra. Un tempo si dava maggior valore a qualunque gesto di spontanea solidarietà, a cominciare dal semplice gesto di offrire un fiore, un consiglio o una informazione mirata e competente al nostro prossimo, e questo avveniva ad esempio nel dopoguerra in quanto si sapeva che ogni forma di sostegno era utile per far ricrescere il Paese; oggi invece, si è continuamente sollecitati dalla pubblicità per far conoscere ogni sorta di dramma umano con richiesta esplicita e pedissequa, appunto, di denaro. A mio modesto avviso, come sostengo da sempre, in molti casi sarebbe più utile aiutare il prossimo con azioni di concreto sostegno e difesa dei più deboli (disabili e anziani), proprio perché uno dei grandi drammi di “lesione” umana è la burocrazia, che tra l'altro vanno ad intaccare i problemi di salute! Da oltre sei lustri mi occupo di questo dramma sociale e non ho mai conosciuto un paladino votato su questo versante, probabilmente non si è capito (o non si vuol capire) che la lesione della dignità umana a volte è più grave di una malattia… Un tempo si diceva, e forse si dice ancora, che gli italiani sono gente di buon cuore, ma bisogna stabilire in quale senso concepire questa affermazione perché in molti casi fa la differenza. In alcune circostanze si intraprendono iniziative che hanno carattere simbolico, come ad esempio offrire una giornata di spensieratezza (o un pranzo natalizio) ad un gruppo di persone sole e indigenti, ma proprio perché azione simbolica tutti gli altri restano esclusi…, quindi figli di nessuno! Queste considerazioni, che non vogliono condizionare alcuno in nessun modo, dovrebbero suggerire di riconsiderare in modo più obiettivo il concetto di solidarietà sul quale ci si sofferma solo sul termine, mentre sulla sostanza si cade quasi sempre nella retorica... se non anche nell'ipocrisia. Mi rendo conto di essere un impenitente anticonformista ma al tempo stesso la mia coerenza su questo principio, ossia privilegiare il sostegno e la difesa del più debole rispetto all'offerta dell’obolo, è garanzia per il prossimo nel far rispettare la sua dignità, anche se ad onor del vero  molti il concetto di dignità non lo considerano a priori. Preciso inoltre che non sono mai stato venale ed ho un rapporto con il denaro (necessario per vivere) assai forzato, e sono sempre stato convinto che il rispetto della dignità umana a volte è preferibile ad un piatto di minestra. Si dica pure nei miei confronti ciò che si vuole ma si consideri quanto segue: è meglio essere dimenticati per il bene fatto che ricordati con ipocrisia!


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