PER QUANTO SI VOGLIA SPERARE È INUTILE ILLUDERSI…
Il pessimismo di alcuni filosofi del passato per certi
versi ne
anticipava la continuità degli eventi negativi rapportata ai
tempi d’oggi
Non credo di poter essere
smentito da alcuno se vado affermando che lo Stato non può contare sulla
fedeltà di parte dei suoi dipendenti. In questi ultimi decenni, ad esempio, non
sono mancati vari episodi di infedeltà da parte di amministrativi della P.A.,
di tutori dell’Ordine, di operatori sanitari, e di talune cariche pubbliche di
un certo rilievo per non parlare poi di certi politici che sono venuti meno al
Giuramento di Fedeltà alla Costituzione della Repubblica. È inconcepibile ricoprire
una carica pubblica o indossare una divisa, qualunque essa sia, e non onorarne
il valore per poi identificare questi soggetti con l’affermazione (ipocrita e
impropria) di “servitori dello Stato” e, tanto per essere precisi, i dipendenti
dello Stato non sono al servizio dello stesso ma della collettività, caso mai
lo Stato ne è il datore di lavoro che, attraverso i fondi dell’erario, ne
elargisce gli stipendi. Una sottigliezza interpretativa? Non direi perché come
in tutti i casi in cui non si è precisi dal punto di vista semantico e della
appropriatezza, è facile fraintendere ed attribuire ruoli, competenze e definizioni
che possono creare incomprensioni e magari anche qualche conseguenza… Io credo,
inoltre, che il nostro Paese abbia sempre avuto in gran parte il vezzo
dell’immagine e della enfatizzazione dei ruoli, ivi compresi quelli relativi al
dottorato accademico (molto meno enfatizzato all’estero) ma non imparare dai
più saggi significa mancanza di umiltà, per poi sconfinare spesso nel
millantato sino ad attribuire la direzione dei Dicasteri a quei politici che
non hanno alcun titolo accademico: un conto è ricoprire un ruolo di "semplice" impiegato magari con un comune diploma, un altro è reggere un Ministero alla
pari di questo. Ma volendo sorvolare su quest’ultimo aspetto, che per la verità
va anche detto che esistono (seppur poco noti) “autorevoli” autodidatta, per condurre
un Paese è indispensabile anzitutto una certa moralità e ovviamente determinate
pluri competenze giacché si tratta ogni volta di proporre e votare Leggi in
vari ambiti, ma alla luce dei fatti in gran parte tutto ciò non avviene. Questo
è un quadro estremamente sintetico ma comunque sufficiente per comprendere una
realtà che ci sta sommergendo, come se la nostra vita non dovesse avere più
seguito e con essa tutti i suoi valori. Per contro c’è chi si prodiga ogni anno
per individuare cittadini “eroi” e ad elargire riconoscimenti con targhe,
medaglie e pergamene, come a voler “attenuare” le malefatte di molti e gli
innumerevoli eventi negativi che incombono quotidianamente sul Paese: ho sempre
sostenuto che il bene non estingue il male, e questo non significa che non si
debba continuare ad agire nel bene e per il bene della collettività. A mio
avviso non basta aver superato i periodi bui che hanno preceduto la Repubblica,
ma occorre tramutare in pratica quanto di meglio si possa fare per non tornare
indietro… Sono alcuni decenni che vado sentendo a destra e a manca tanti bei
discorsi dal pulpito, tenuti ora da tizio, ora da caio, ma il finale è sempre
lo stesso: terminata l’esposizione-oratoria in pubblico (quasi sempre davanti
ad una cinepresa) tutti a casa felici e contenti, a cominciare dagli stessi
oratori istituzionali. Non si può certo negare il dovere di ricordare i valori
della Carta Costituzionale, ma il sollecitarla continuamente senza la messa in
pratica non fa che produrre l’effetto contrario, ossia come se si ascoltasse un
disco rotto; mentre sarebbe più razionale ed utile spiegare come possono essere
messi in pratica tutti gli articoli che la compongono, ma purtroppo questo non
avviene come più volte ho avuto modo di spiegare con qualche esempio.
Personalmente sono convinto che la Costituzione può essere meglio recepita e
rispettata se si pianificasse di alienare la burocrazia, proprio perchè questo
“cancro prettamente italiano” condiziona negativamente la vita di tutti i
cittadini, e ciò non equivale a libertà… E non è un caso, a mio avviso, che tra
le molte iniziative pubbliche e private non si ipotizzi un programma del
genere, perché un buon inizio consisterebbe nell’ampliare e garantire maggior
trasparenza tra P.A., Cittadini e viceversa. Molti direbbero che ciò è utopia,
mentre invece non lo sarebbe se razionalità e buona volontà venissero sollecitate…
senza encomi. Ma parte di questa inerzia è propria di molti cittadini i quali
apparentemente inorridiscono al solo nominare la parola “burocrazia”, ma nulla fanno
o farebbero per contrastarla tranne qualche rara eccezione. Le Istituzioni,
attraverso le rispettive P.A., si trincerano dietro questo paravento, respingendo
quasi sempre ogni tentativo di confrontarsi con i cittadini, i quali a loro
volta preferiscono subire confermando la propria sudditanza. Volendo
considerare l’obiettività di un anonimo si potrebbe affermare: «Se si chiude la porta ad
ogni errore, anche la verità resterà fuori».
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