IL VERGOGNOSO FENOMENO DEL NOMENCLATORE
TARIFFARIO DEGLI AUSILI E DELLE PROTESI
Un documento ministeriale il cui aggiornamento è fermo al 1999
a discapito degli erogatori convenzionati e soprattutto degli
invalidi fruitori
La
Sanità pubblica si sta macchiando di un’altra grande inefficienza: il non
totale riconoscimento (dal punto di vista economico) per quanto riguarda la
fornitura di ausili protesici ed ortesici agli invalidi civili. In realtà è una
vecchia storia in quanto mi riferisco al cosiddetto Nomenclatore Tariffario degli
Ausili e delle Protesi emanato dal Ministero della Salute, il cui
aggiornamento è fermo al 1999. Questo mancato adeguamento sta penalizzando
molti invalidi in quanto avendo bisogno di una ortesi o di una protesi,
ottengono sì l’autorizzazione dalla propria Asl ma se l’importo del presidio
supera ciò che è stabilito dal tariffario, la differenza sarebbe a carico del
fruitore stesso. A tal riguardo va precisato che le Officine Ortopediche
convenzionate con la propria Asl regionale, in questi 23 anni hanno avuto a
loro volta aumento di costi relativi al materiale e al personale e, di conseguenza,
la loro prestazione va ben al di fuori di quanto stabilito dal Nomenclatore.
Ecco che allora il cittadino invalido si trova, ancora una volta, a subire la
penalizzazione del SSN e del SSR; ma ciò che rasenta l’assurdo è che gli interessati
non hanno fatto alcuna rimostranza scritta agli Enti preposti ossia alle Asl,
Assessorati alla Sanità, al Ministero della Salute, etc. Se la situazione tende
a non risolversi sarebbe utile che tutti i cittadini chiedano alla propria
Regione di visionare i bilanci in materia di Sanità pubblica, ma purtroppo ho la
matematica certezza che ciò non accadrà mai. Ma ancora più disdicevole è che
non ci sono associazioni che si pongano a difesa del cittadino per questi
diritti negati totalmente o parzialmente, di conseguenza si tratterà di
attendere ancora e, nel frattempo, molti rinunceranno alla prestazione oppure
chi può userà i propri risparmi come per altre prestazioni sanitarie (visite
specialistiche, esami strumentali, etc.). Il fatto che la nostra salute e la
nostra vita sia “discrezione” della politica è un fatto che va in controtendenza
con la nostra Costituzione, e come recita il secondo paragrafo della stessa,
tocca allo Stato rimuovere gli ostacoli che ledono i diritti dei cittadini, e
lasciare intatto quel benedetto Nomenclatore è proprio uno degli ostacoli da
rimuovere. Poi ci si lamenta che la popolazione invecchia, che aumentano i
malati cronici e gli invalidi, che calano le nascite, ma nessuno ci ha mai
informato degli esiti in merito alle migliaia di falsi invalidi scoperti alcuni
anni fa, soprattutto nel sud. Si dice inoltre che mancano i fondi per questo o
quel provvedimento, ma chi si è mai permesso di controllare i bilanci dello
Stato? E se anche di diritto, di fatto è praticamente impossibile per una serie
di ragioni che si possono ben comprendere. Da qui in poi, ogni voce che si
eleva si perde nell’oasi di un deserto, una voce che non prevede nemmeno l’eco
e di conseguenza il cittadino inerme resta alla mercé di un sistema di
sudditanza, se non anche vessatorio, in attesa di finire i suoi giorni… e solo
dopo, forse, quel benedetto Nomenclatore sarà aggiornato probabilmente a favore
dei superstiti e delle generazioni future di invalidi civili. In compenso,
però, ogni Asl si fa bella annunciando di tanto in tanto la inaugurazione di
una nuova struttura sanitaria con tanto di taglio del nastro; una coreografia
che ha della mera teatralità cui seguono applausi e riconoscimenti al politico
che ha portato a termine tale iniziativa (al cittadino non interessano queste
presentazioni ufficiali, sono sufficienti le normali comunicazioni “di
servizio”, mentre interessa l’erogazione delle prestazioni sanitarie dal SSN). È
dunque questa la Sanità che si vuole? Non direi, i cittadini-pazienti, o
potenzialmente tali, hanno bisogno di una Sanità pubblica che garantisca loro
cure e assistenza in tempo reale… senza lustrini e merletti, come pure la
fornitura degli ausili di cui hanno bisogno per restare vivi e attivi nella
società. Intanto, la Sanità privata continua ad imporsi facendo affari d’oro,
grazie anche all’esodo dei sanitari dalla Sanità pubblica, un fuggi fuggi che i
pazienti meno abbienti non riescono a rincorrere se non pagando in tempi
immediati significative parcelle. In buona sostanza, rispettare le Leggi?
Sempre, ma se tutti i cittadini fossero coerenti con quanto lamentano,
dovrebbero agire (individualmente) per raccomandata A/R quale esposto-denuncia
per mancata assistenza e, in sub-ordine, per omissione in atti di ufficio.
Diritti delle persone con
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