IL DIRITTO DI UNA CONTINUITÀ MONARCHICA
Ma non si perda di vista che anche i sudditi hanno
bisogni da soddisfare.
Dignità compresa. Una monarchia evergetica? Un sogno. Purtroppo!
di Ernesto Bodini
Premetto che non ho avversione alcuna per la monarchia, ad eccezione
laddove viene esercitata con dispotismo e conseguenti vessazioni. Ma è il caso di
rievocare alcuni storici slogan, come il più noto «God Save the King» (Dio Salvi il Re)
e, in contrapposizione «Not My King» (No il Mio Re), quest’ultimo riferito
alla recente incoronazione dell’attuale Re Carlo III d’Inghilterra da parte di
un gruppo di anarchici. Da che esiste il mondo e quindi la stirpe umana le
monarchie sono state sempre presenti in molti Paesi, e ciascuna andrebbe
discussa di diritto se la si è vissuta personalmente, ma ritengo sia
altrettanto lecito disquisire non tanto per la continuità di una monarchia in
sé (del resto queste “presenze” fanno parte dell’evoluzione umana e storica),
quanto invece tutto ciò che comporta il mantenerne l’esistenza… spesso a spese
dei sudditi. Si prenda, ad esempio, quante azioni e mezzi dispendiosi ha
comportato oggi l’incoronazione del neo monarca inglese (come anche le
precedenti), ed è pur vero che hanno contribuito a favorire le relazioni
politico-internazionali, sociali e commerciali (turismo), ma è altrettanto vero
che l’occhio del povero al mondo e anche in Inghilterra, gli eccessivi sfarzi
(a parte l’estetica) lo abbiano turbato: per lui (a mio parere) ogni
sfarzo è uno spreco di mezzi e risorse varie con le quali si potrebbero sanare
le esigenze di molti poveri che, per quanto avvolti nella loro dignità, il
notevole divario li relega agli estremi della considerazione umana. Anche se
non conosco la realtà inglese, mi permetto di evidenziare a titolo prettamente
personale, che anche questo esempio grida vendetta (morale) al cospetto Dio, il
quale ci ha creati e ci vuole tutti eguali e, il fatto che non lo siamo mai
stati, sta a significare il venir meno alle Sue Leggi Divine proprio perché
l’Uomo/Donna è una unica Entità. Sicuramente me ne vorranno i monarchici, ma
questi devono comprendere che disquisire sulla continuità della monarchia
ovunque essa sia presente, significa soprattutto reclamare pari diritti per
vivere e quindi pari dignità. Pur considerando che ricchezza e povertà da
sempre fanno parte della esistenza umana, non è una buona ragione per
continuare a mantenere tale disuguaglianza almeno sul piano del diritto per una
dignitosa sopravvivenza. Ma purtroppo non è così, e sicuramente non sarà mai,
ma non ci si stupisca se i rapporti tra le popolazioni sono destinati ad
alterarsi, e spesso con pesanti conseguenze… Perciò, al di là di queste mie convinzioni,
il mio inivito è quello di poter dissentire razionalmente, civilmente e nel
rispetto dei processi storici e legislativi, senza trascendere in azioni
riprovevoli; prodigandosi invece nel sollecitare incontri che possano favorire
con la “controparte” azioni di uguaglianza, mettendo al bando ogni iniziativa
che comporti sfarzo e dispendio affinché tali “risorse” siano destinate a
sfamare i poveri, sostenere i disabili e gli anziani, e curare meglio e di più
i malati. Utopia? Forse, ma da parte mia molto modestamente con questo breve
articolo ho voluto contribuire ad invocare la sete di una maggiore giustizia sociale e, anche se
retorico, vale la pena rammentare che eredi ai troni regali e loro sostenitori
sono destinati anch’essi al Giudizio finale… senza sconti, sia pur dedicando
loro un requiem terreno!
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