Una distanza da colmare...

 

L’UOMO DI FRONTE ALLA MALATTIA E ALLA MORTE

Passeranno secoli, ancora, ma le differenze 

continueranno a distanziare gli esseri umani

 

di Ernesto Bodini

Ogni volta che un “vip” della politica, dello spettacolo o dello sport si ammala gravemente le attenzioni si sommano senza limiti, e se poi dovesse venire a mancare sostenitori e fan si moltiplicano senza sosta… quasi a voler farlo resuscitare. Tutto ciò ritengo che sia poco razionale, come se le disgrazie in cui possono incorrere comuni cittadini avessero meno valore umano di altri. Questa forma di “idolatria” spasmodica per certi personaggi che si sono ammalati o sono deceduti determina un distinguo netto tra persone di diverso ceto, e ciò è un insulto alla stirpe umana se non anche a chi l’ha generata. Si noti che nemmeno il buon Dio quando è stato accompagnato alla croce ha avuto un seguito numeroso, e nemmeno quando è risorto. Una Superema Entità che meriterebbe ben altra considerazione, eppure Egli non è mai stato considerato un “Vip” ma l’esempio della Redenzione che dovremmo tutti considerare; e senza andare oltre basterebbe rievocare la biografia di Albert Schweitzer (1875-1965) e di altri personaggi di grande valore umanitario che, quando si sono ammalati e poi deceduti, hanno avuto un seguito popolare più contenuto… meno retorico e per nulla ipocrita. Naturalmente gli atei e gli agnostici, il cui credo va comunque rispettato, avrebbero da dissentire, ma queste mie osservazioni-considerazioni non sono eresia o blasfemia, bensì un richiamo a considerare alla pari tutti gli esseri umani: il concetto di sofferenza è unico (ad eccezione degli stoici, peraltro assai rari, se non rarissimi), così come quello della morte. Preciso inoltre che non intendo atteggiarmi a filosofo o teologo, ma rammentare che l’Uomo non può essere “scorporato” anche se diverso è stato il suo comportamento durante la sua vita terrena, in quanto curare un personaggio “importante” o il povero della porta accanto non deve rappresentare alcuna differenza: un tumore si insinua nello stesso modo in ambedue i casi per i quali valgono le stesse terapie. Ma ben si sa che il fanatismo per certi ”idoli” (spesso per lo più mondani, oltre che politici) non ha limite, e a costoro vorrei dire che se si dovessero ammalare i loro beniamini stessi non si sognerebbero mai di sostenerli nemmeno con un semplice augurio. Il fanatismo per un politico o un personaggio dello sport e dello spettacolo non di rado sconfina nella idolatria e, a questo riguardo, l’effetto “Maradona” come l’effetto “Elvis Aaron Presley” a tutt’oggi hanno lasciato il segno…! Quindi, rispetto per tutti, anche per un monarca o un clochard, senza perdere di vista che il fine vita ci porta tutti egualmente alla stessa destinazione. Rifiutando questa ovvia considerazione molti esseri umani saranno “ospiti” graditi nel settimo Girone Dantesco: una collocazione appropriata, a meno che si voglia negare il pensiero e la saggezza del padre della Divina Commedia. Un’ultima osservazione: alla resa dei conti, dovendo affrontare quel noto Giudizio universale, non esiste alcuna difesa se non la propria coscienza, e questo per buona pace di chi non crede in quel Giudizio e nell’uguaglianza tra tutti noi.

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