VERSO LA FINE DELLA PANDEMIA

 

FINE EMERGENZA COVID? È AUSPICABILE MA SI FACCIA TESORO DEL VISSUTO

Tra doveri ed entusiasmi siamo tutti coinvolti nel migliorarci per riportare il Paese al benessere sociale, con particolare riferimento al miglioramento della Sanità pubblica

di Ernesto Bodini

Se oggi (18 marzo) è la Giornata per le Vittime del Covid, io credo che sia anche la giornata delle riflessioni, dell’esame di coscienza da parte di tutti: politici-gestori, sanitari, volontari, famigliari, giornalisti e opinionisti, compreso chi scrive. Infatti, tutti ci siamo spesi a vario titolo con azioni e  parole nel commentare, giudicare e sentenziare l’evento pandemico e non credo che vi sia alcuno che sia privo di qualche piccolo “difetto” comportamentale (sia pur non intenzionalmente), ma pur sempre finalizzato al bene dei nostri simili che sono stati malati e che in parte ci hanno lasciato. Non sto facendo della retorica e tanto meno lungi qualsivoglia ipocrisia, ma il mio esporre vuole essere un invito alla riflessione generale e idealmente rendere onore soprattutto a chi non ce l’ha fatta. Il mio pensiero è ancorché rivolto a tutti quegli operatori sanitari che con professionalità e dedizione sino all’estremo, si sono prodigati per lenire le sofferenze pur consapevoli di essere, in talune circostanze, particolarmente a rischio. Anche per questo aspetto non vi è certo intesa di velato pietismo, ma una evidente costatazione che rispecchia quella che è stata una realtà che ha messo a dura prova questi impavidi della Sanità nazionale, anche a fronte di carenze organizzative, logistiche e strutturali. E che dire dei famigliari di chi si è ammalato per un lungo periodo, e soprattutto dei loro cari deceduti senza aver avuto il tempo e la possibilità di un’ultima carezza e di un ultimo saluto? Questa “parentesi”, che a mio avviso merita una particolare riflessione, dovrebbe coinvolgere intimamente tutti noi, con il proposito di renderci più uniti proprio perché di fronte alla morte e di fronte a Dio siamo tutti uguali… A tal riguardo, pur nel rispetto del proprio credo, una breve preghiera a fine giornata può rappresentare un atto di massima considerazione e rispetto per la vita, e per il lavoro di quanti ogni giorno scendono sul campo della Sanità, spesso in trincea, come pure di quelli dediti ad ogni altra forma di assistenza e tutela pubblica come gli appartenenti delle Forze dell’Ordine, volontari compresi. Un ulteriore pensiero vorrei estenderlo anche a coloro che si sono ammalati di covid e poi guariti, ma parte dei quali stanno affrontando alcune sequele dovute ai cosiddetti “effetti negati”, ossia l’evoluzione dell’ormai noto Long Covid, causate a distanza di tempo dall’infezione della Sars-CoV-2 (acronimo dall’inglese Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2). Si tratta di conseguenze patologiche, tra le più varie, che interessano decine di migliaia di italiani (e non solo), accusando disturbi a distanza di mesi dopo le iniezioni di anticovid, ma soprattutto dopo aver contratto il virus, e le cui cause non sono ancora del tutto chiare. Sono pazienti che richiedono non minore attenzione da parte del proprio medico di famiglia e degli specialisti del territorio, sia pur a fronte delle costanti carenze sanitarie come ad esempio le famigerate liste di attesa. Infine, un pensiero dovremmo averlo noi tutti anche per le vedove/i e orfane/i, privati dei loro importanti punti di riferimento se non anche di sostentamento. Tutto ciò rientra in quello che possiamo popolarmente definire capitale umano da ogni punto di vista, e se anche è terminata l’emergenza non bisogna disattendere ai propri doveri (di tutti), per la continuità di una sana convivenza. Vorrei concludere richiamando l’attenzione dei politici, i primi responsabili della conduzione del Paese, ai quali è affidata in parte la gestione della Sanità, dell’Economia e della osservanza delle Leggi; a costoro dobbiamo fare affidamento ma nello stesso tempo richiamarli ai loro doveri, rammentando che per tutelare la salute pubblica non deve prevalere alcuna forma di egemonia, ma la volontà di perseguire fini comuni: le divergenze in politica non hanno mai risolto nulla, mentre quelle attuali per certi versi si stanno dimostrando deleterie… Anelando un po’ di ottimismo, si vorrebbe intravedere in tutti noi una maggiore incisività nel contrastare ogni evento che tende a ledere la salute e la vita di tutti.

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