L'ESERCITO DELLA SOLIDARIETA'...

 

SOLIDARIETÀ ALL’ATTENZIONE DELLE ISTITUZIONI

Anche quest’anno la Presidenza della Repubblica ha conferito riconoscimenti a

30 connazionali, e ad altrettanti giovani. Ma quale il reale “valore” nell’accettare?

 di Ernesto Bodini

È indubbio che esempi di bontà espressi con azioni di concreta solidarietà: intervenire, promulgare, fondare, sostenere, progettare, sollecitare, promuovere non possono che essere un toccasana specie in quest’epoca di malaffare diffusa un po’ ovunque. Nel nostro Paese la solidarietà è rappresentata da una miriade di associazioni al cui interno operano milioni di volontari (rarissimi gli autonomi) suddivisi per età, provenienza geografica, istruzione e cultura, formazione e molteplici esperienze professionali. Una parte di questi soggetti ogni anno vengono individuati e indicati da varie Autorità pubbliche e/o private, e quindi segnalati alla Presidenza della Repubblica il cui rappresentante, motu proprio, conferisce loro determinati riconoscimenti che si esprimono in Ufficiale dell’Ordine della Repubblica Italiana, Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, e se i i soggetti sono minori o giovanissimi il riconoscimento prende la denominazione di Alfieri della Repubblica. Generalmente in ambedue i casi (adulti e minori e/o giovanissimi) i prescelti sono una trentina, e la cerimonia si svolge presso il Palazzo del Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica. Premesso che non mi risulta che sinora da parte dei prescelti al riconoscimento vi sia stato un “rifiuto” (le ragioni possono essere le più diverse), scorrendo i brevi “curricula di merito” si rilevano iniziative che in parte che avvengono per sopperire le carenze istituzionali in vari ambiti, soprattutto in quello della welfare; inoltre, parte delle iniziative di solidarietà sono dettate dall’esperienza personale, come dire che se non l’avessero vissuta molto probabilmente tali iniziative non sarebbero mai state intraprese. Ma al di là dei meriti, all’opinione pubblica non è dato a sapere con quale criterio (e da chi) vengono individuati i candidati da segnalare; e vorrei mettere in discussione questo aspetto in quanto scorrendo la Penisola si potrebbero individuare altri cittadini meritevoli di analoghi riconoscimenti: ergo che obiettività ed equità resteranno sempre un miraggio irraggiungibile. Va anche detto che potenzialmente siamo tutti soggetti a buone azioni e di altruismo, e una parte (minima) tende ad agire quasi sempre in anonimato. Ma tra gli innumerevoli esempi di solidarietà, ve né uno che non compare mai: la dedizione alla lotta alla burocrazia, un impegno sociale che richiede competenza, determinazione e infinita pazienza, proprio perché si tratta di sostenere i cittadini nei confronti degli esponenti nei vari settori della Pubblica Amministrazione. Per quanto personalmente dedito a questo impegno da oltre sei lustri, non ho mai trovato un concittadino che mi condividesse e soprattutto affiancasse, evidentemente c’è una certa ritrosia assai diffusa nell’affrontare i “bisonti burocrati”, per timori, codardia, incoerenza, ignoranza, etc.; eppure simo tutti soggetti alle ingiustizie della burocrazia che tanto si critica e, paradossalmente, si tende ad eludere e quindi a subire. Ma si dovrebbe considerare il fatto che la solidarietà non è dare, ma agire contro le ingiustizie; e probabilmente è per questa non considerazione che non ho mai incontrato un mio pari… e intanto la burocrazia (il “cancro” dell’Italia) persevera e miete “vittime”. Vorrei concludere rammentando che non è solo per quello che facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche (se non soprattutto) per quello che non facciamo. Una precisazione: personalmente mi auguro di non rientrare in alcuna candidatura sociale, ancor più se a valenza Presidenziale che, per coerenza con la mia etica, rifiuterei ad oltranza con tanto di dotta e rispettosa motivazione.

 

 

 

 


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