SOLIDARIETÀ ALL’ATTENZIONE
DELLE ISTITUZIONI
Anche quest’anno la
Presidenza della Repubblica ha conferito riconoscimenti a
30 connazionali, e ad altrettanti
giovani. Ma quale il reale “valore” nell’accettare?
È indubbio che esempi di bontà
espressi con azioni di concreta solidarietà: intervenire, promulgare, fondare,
sostenere, progettare, sollecitare, promuovere non possono che essere un
toccasana specie in quest’epoca di malaffare diffusa un po’ ovunque. Nel nostro
Paese la solidarietà è rappresentata da una miriade di associazioni al cui
interno operano milioni di volontari (rarissimi gli autonomi) suddivisi per
età, provenienza geografica, istruzione e cultura, formazione e molteplici
esperienze professionali. Una parte di questi soggetti ogni anno vengono
individuati e indicati da varie Autorità pubbliche e/o private, e quindi
segnalati alla Presidenza della Repubblica il cui rappresentante, motu proprio,
conferisce loro determinati riconoscimenti che si esprimono in Ufficiale dell’Ordine della Repubblica
Italiana, Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana,
Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, e se i i
soggetti sono minori o giovanissimi il riconoscimento prende la denominazione
di Alfieri della Repubblica.
Generalmente in ambedue i casi (adulti e minori e/o giovanissimi) i prescelti
sono una trentina, e la cerimonia si svolge presso il Palazzo del Quirinale
alla presenza del Presidente della Repubblica. Premesso che non mi risulta che
sinora da parte dei prescelti al riconoscimento vi sia stato un “rifiuto” (le
ragioni possono essere le più diverse), scorrendo i brevi “curricula di merito”
si rilevano iniziative che in parte che avvengono per sopperire le carenze
istituzionali in vari ambiti, soprattutto in quello della welfare; inoltre,
parte delle iniziative di solidarietà sono dettate dall’esperienza personale,
come dire che se non l’avessero vissuta molto probabilmente tali iniziative non
sarebbero mai state intraprese. Ma al di là dei meriti, all’opinione pubblica
non è dato a sapere con quale criterio (e da chi) vengono individuati i
candidati da segnalare; e vorrei mettere in discussione questo aspetto in
quanto scorrendo la Penisola si potrebbero individuare altri cittadini
meritevoli di analoghi riconoscimenti: ergo che obiettività ed equità
resteranno sempre un miraggio irraggiungibile. Va anche detto che
potenzialmente siamo tutti soggetti a buone azioni e di altruismo, e una parte (minima)
tende ad agire quasi sempre in anonimato. Ma tra gli innumerevoli esempi di
solidarietà, ve né uno che non compare mai: la dedizione alla lotta alla
burocrazia, un impegno sociale che richiede competenza, determinazione e
infinita pazienza, proprio perché si tratta di sostenere i cittadini nei
confronti degli esponenti nei vari settori della Pubblica Amministrazione. Per
quanto personalmente dedito a questo impegno da oltre sei lustri, non ho mai
trovato un concittadino che mi condividesse e soprattutto affiancasse,
evidentemente c’è una certa ritrosia assai diffusa nell’affrontare i “bisonti
burocrati”, per timori, codardia, incoerenza, ignoranza, etc.; eppure simo
tutti soggetti alle ingiustizie della burocrazia che tanto si critica e,
paradossalmente, si tende ad eludere e quindi a subire. Ma si dovrebbe
considerare il fatto che la solidarietà non è dare, ma agire contro le
ingiustizie; e probabilmente è per questa non considerazione che non ho mai incontrato
un mio pari… e intanto la burocrazia (il “cancro” dell’Italia) persevera e
miete “vittime”. Vorrei concludere rammentando che non è solo per quello che
facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche (se non soprattutto) per
quello che non facciamo. Una precisazione: personalmente mi auguro di non
rientrare in alcuna candidatura sociale, ancor più se a valenza Presidenziale
che, per coerenza con la mia etica, rifiuterei ad oltranza con tanto di dotta e
rispettosa motivazione.
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