Politico sempre più avido

 

SE L’AVIDITÀ È POLITICA

Quando l’egoismo insegue la “vil pecunia”

di Ernesto Bodini

Oltre agli eventi sismici e alla pandemia in corso (seppur in attenuazione) e a tutti i molteplici problemi che gravitano su questa nazione dal tricolore omaggiato, mi viene de chiedere: è più importante la vita di un indigente al quale si vuol far ottenere mille euro al mese di pensione (per una esistenza dignitosa?), oppure la vita di un parlamentare regionale (come in Sicilia) al quale si vuole riconoscere un aumento stipendiale mensile di 890 euro? È evidente che entrare in politica e farsi eleggere quale deputato (anche se solo a livello regionale) è a dir poco conveniente, considerando inoltre che a fine mandato sarà maturato un certo vitalizio che, eventualmente sommato ad altro introito, l’entità della pensione sarà distante anni luce rispetto a quella dell’indigente o del modesto pensionato, per non parlare delle misere pensioni degli invalidi civili. Personalmente sin da quando ho maturato la maggiore  età ho sempre creduto (come tuttora) che l’esercizio della politica è un “malaffare”, o quanto meno è una scelta di indiscutibili convenienze, e non certo per amor di Patria e tanto meno dei propri simili (sia pur con con rarissime eccezioni); perché se così non fosse gli stipendi dei parlamentari regionali e nazionali sarebbero più equi. Ma evidentemente gli elettori, per quanto di diritto, fanno come gli struzzi preferendo nascondere la testa sotto il terreno e, quando riemergono, i giochi sono già fatti e di conseguenza è il caso di dirlo… la storia continua! Ma oltre al denaro che non a caso i latini definivano “vil pecunia”, tanti sono i possibili condizionamenti per appropriarsene, e questo ci ricorda l’aforisma sempre latino “pecunia non olet”, ovvero il denaro non ha odore indipendentemente dalla sua provenienza… Ora, personalmente non ho nulla nei riguardi  parlamentari della Trinacria, che nemmeno conosco, ma sta di fatto che a fronte dei gravi problemi che stanno sommergendo il nostro Paese, chi è deputato a tutelare i diritti dei propri corregionali (e nazionali) aumentandosi un simile stipendio che nessun operaio o pensionato ha mai ottenuto nel corso della sua vita lavorativa, è a dir poco disdicevole e, non a caso, tale Regione gode storicamente del privilegio di una certa autonomia. Chi scrive non ha alcuna velleità e non è per nulla venale, ma è un attento osservatore degli effetti deleteri che incombono sulla società spesso prodotti dall’uomo, sulla parte di quali non leggo mai alcun rigo di commento se non quando determinate testate ritengono essere il momento per loro più opportuno. Va da sé che non ho mai visto di buon occhio i politici che si arricchiscono, specie se alle spalle dei loro connazionali indigenti, e sono sempre stato convinto come lo sono tuttora, che il politico rientra nel tautogramma: “politico, partito, piacevole passione”. I tautogrammi hanno antiche origini storiche, ancorché poetiche, e nel caso della politica sono forse più recenti, ma ancestrale è la figura del politico-politicante che a parer mio fa della sua scelta un obiettivo da raggiungere a qualunque costo… ben distante dagli ideali umanitari, proprio perché la politica e il fato dell’umanità vengono forgiati da uomini privi di ideali e di grandezza.

 

 

 

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