LETTERA APERTA AL SSN

 

LETTERA APERTA AL NOSTRO SSN

Caro Servizio Sanitario Nazionale,


sono uno dei tanti cittadini-pazienti che hanno diritto di fruire delle prestazioni da Te previste, con tutti i pro e i contro, e con tutti i limiti imposti dai vari accreditamenti e/o convenzioni. Ma anche restrizioni: spending review, obiettivi da raggiungere, etc.) con la Sanità privata, per non parlare poi degli effetti sempre più deleteri del Federalismo del quale da tempo non si fa menzione, perché ormai la popolazione si è, per così dire, adagiata. Anzi, forse non troppo perché le cronicità al Tuo interno sono molteplici e non c’è giorno che i mass media non ne facciano un richiamo o il punto della situazione, come le infinite lamentale della popolazione, evidenziando soprattutto le eterne e soporifere liste di attesa, a causa delle quali in non pochi casi i codici di priorità non sono rispettati, tant’è che molti pazienti (anziani e non, disabili pure) si vedono costretti a recarsi in strutture distanti dalla propria residenza. Ed è alquanto penoso sentirsi dire ogni volta (e praticamente quasi tutti i giorni) davanti agli sportelli delle prenotazioni degli ospedali e delle Asl del Territorio la laconica frase: «Al momento non è disponibile una data a breve termine… se vuole accedere privatamente l’attesa è di pochi giorni… a pagamento»; e a riguardo, Ti rammento che in questi ultimi anni molti italiani sono stati “costretti” a rinunciare alle cure per indisponibilità economica o per problemi logistici. Inoltre, a livello informatico non tutte le Asl del Territorio e gli ospedali sono in Rete, e ciò nonostante la evoluta tecnologia in merito; e a questo riguardo va evidenziato che circa il 20-30% degli italiani non possiede una postazione PC, e quindi non può comunicare se non soltanto per telefono. E che dire dei vari sovracup e i call center regionali e/o provinciali? In molti casi sono un servizio utile ma poco funzionanti: l’utenza quasi sempre non riesce a comunicare per le linee sempre occupate, e a volte per incomprensione con l’operatore. Poi vi sono anche gli Urp, ma purtroppo molti cittadini non se ne avvalgono o non sanno avvalersene; ecco che anche in questo caso la comunicazione è ulteriormente penalizzata. Poi c’è il problema degli accessi ai P.S., come pure ai ricoveri; due ulteriori piaghe del tuo disservire per una cattiva gestione dei tuoi esponenti ai vertici (di ieri, e sino ad oggi) che in questi ultimi anni hanno deliberato la chiusura di ben 118 Pronto Soccorso e alienato 29 mila posti letto; per non parlare della altrettanto sensibile riduzione dell’organico: mancherebbero 24 mila medici (e forse più) e 30 mila infermieri, e magari anche un certo numero di Oss. Per la carenza di questi ultimi operatori Ti avvali però di volontari appartenenti a diverse associazioni, e questo non va bene perché si tratta di “estranei” al tuo SSN e/o SSR che vengono a conoscenza dei dati sensbili dei cittadini-pazienti. Poi la pandemia da Covid 19 ha creato ulteriori difficoltà, anche se i Tuoi dipendenti si sono dedicati ad oltranza (alcune centinaia si sono ammalati ed altri sono deceduti), sia dal punto di vista medico e assistenziale, che burocratico da parte degli amministrativi. Ma purtroppo, va anche detto,  la gestione della pandemia ha presentato lacune per inefficienza (ed eccessivi presenzialismi di diversi gestori e operatori prestando il fianco ai mass media blaterando a perdifiato e sovrapponendosi all’inverosimile anche nei concetti medico-scientifici), ma soprattutto dei politici tant’è che non sono mancati episodi di inefficienza e “malaffare”…  Personalmente in questi ultimi trent’anni ho avuto modo di vivere “in diretta” (e quindi al tuo interno) la Sanità pubblica piemontese quale ospite-osservatore (autorizzato da chi di dovere, bene inteso), al fine di divulgare potenzialità e modalità di espletamento delle Strutture sia in ambito ospedaliero che territoriale. Oltre ad essere sempre stato “gradito” per le mie etica professionale e capacità di entrare nel merito per capire i vari aspetti della Sanità locale, con risvolti al nazionale, ho dato censo della mia “testimonianza” non solo perché in qualità di ospite-osservatore, ma anche per l’aver rilevato le molteplici efficienze di taluni Servizi, e ciò grazie alla professionalità di molti operatori. Tale esperienza è durata sino all’inizio della pandemia. Ma il mio impegno è ripreso e continua tuttora.


Ora, caro SSN, concedimi la libertà nonché il diritto di “rafforzare” e divulgare l’evidenza delle Tue carenze come sopra descritte (sia pur in sintesi); ma nel contempo devo fare ammenda alla maggior parte dei cittadini in quanto non sanno (come) o non vogliono rivendicare quanto hanno subito o stanno subendo per il Tuo sistema (che per certi versi si sta “svendendo”), non avvalendosi della possibilità di fare un esposto a titolo cautelativo ogni volta che vanno incontro a carenza e/o assenza delle prestazioni sanitarie. Tu, che rientri nell’inevitabile contesto politico, e Sei un’ala di estrema e vitale importanza per la salute pubblica, hai la responsabilità diretta e indiretta del destino di molti cittadini-pazienti, ivi compresi gli operatori che quasi quotidianamente vengono aggrediti… e se non anche a rischio della propria incolumità. Per concludere, vorrei rammentarTi che quando non “esistevi”, ossia prima della Riforma del 1978, paradossalmente, determinate realtà non presentavano particolari lacune, anche se non erano previste molte prestazioni; personalmente anch’io ho vissuto quel periodo e, per quanto banale, per certi versi vale ancora il detto: “Si stava meglio quando si stava peggio”, ovviamente tutto in proporzione e con il vantaggio (a mio avviso) che la gestione della Sanità era centrale e non demandata alle singole Regioni: è meglio una unica “discutibile” gestione che 21 dispersioni…, frutto della disomogeneità e disuguaglianze, ovviamente con il rispetto delle debite eccezioni! Il mio essere antifederalista? È palese, ma ti garantisco che se la Sanità dovesse tornare alla cosiddetta centralità, ne pretenderei ed otterrei migliori benefici, a patto di istituire il cosiddetto “controllore del controllato”, e favorire un dialogo più diretto con i cittadini (più trasparenza), intervenendo con severità nei loro confronti e di chi è prepasto a condurre la Sanità in caso di reciproche infedeltà, abusi e inadempienze. Probabilmente non si potrà fare un passo indietro per “l’ostracismo” della politica, ma sappi che da parte mia non Ti risparmierò (come da sempre) le mie osservazioni, le mie testimonianze e i miei interventi a difesa di me stesso, dei miei cari, e dei miei concittadini che vorranno essere aiutati e tutelati. Lascio a Te ogni eventuale considerazione.

Ernesto Bodini (giornalista scientifico e opinionista)

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