UN PESSIMISMO SEMPRE PIÙ GIUSTIFICATO
Inerzia, lentezza ed anche pseudo competenze non tutelano la
nostra incolumità.
Utile sarebbe investire un maggior “controllo” di determinate
azioni premonitrici
dei nostri simili, e i politici potrebbero fare molto di più. Basta decisamente volerlo
di Ernesto Bodini
Sono sconcertato, avvilito e preoccupato. Mi
spiace fare queste affermazioni ma da come vanno cose nel nostro Paese (tanto
per restare in casa nostra, in quanto non ci facciamo mancare nulla), ho la
quasi convinzione che la situazione generale stia andando fuori controllo… e
non poco! Mi riferisco in particolare alla sempre più inadeguata gestione della
immigrazione, ma soprattutto alla nostra incolumità ad opera di persone (italiani
e stranieri residenti) fuori di senno che nessuno riesce ad “intuire” (tranne
rare eccezioni) come e quando potranno commettere un gesto insano verso il “mal
capitato di turno”. Ma santo Iddio, con tutte le conoscenze della
psicopatologia, neurologia, psichiatria, oltre ai poteri legislativi e
giuridico-legali, come è possibile che questo fenomeno abbia il sopravvento sull’intera
collettività? Accertato che i mezzi necessari ci sono, chi è deputato a
metterli in atto per tutelarci? I 600 deputati che siedono in Parlamento, gran
parte dei quali non rigettano di essere chiamati “onorevoli” (termine desueto
da diversi decenni ma che gli interessati non vogliono scrollarsi di dosso… con
la complicità dei mass media), quali le loro competenze e con quale impegno si
prodigano per salvaguardare il nostro benessere e soprattutto la nostra incolumità?
Il paradosso è, come sempre, che una sola persona può tenere in scacco un
intero Paese, ma non il contrario, per il solo fatto (si direbbe) che spesso
l’azione umana non è prevedibile e, quando la macabra od illecita azione è compiuta,
la si “giustifica” con espressioni come «Ha
agito in un impeto di raptus», definizione impropria e infelice per lo più continuamente
divulgata dai mass media. A tale riguardo, mi permetto di rammentare la
spiegazione dello psichiatra e neuroscienziato Claudio Mencacci il quale ha più
volte precisato che «di tale definizione ne viene fatto un ricorso del
tutto inappropriato, e cosa ancora più grave è che spesso se ne fa un uso
giustificazionista e assolvente. Normalmente c’è una lunga preparazione e
un’attitudine alla violenza e all’aggressività, che trova un momento culminante
già precedentemente manifestato».
Quindi, si tratterebbe di individuare quei segni “premonitori, più o meno
manifesti, che di lì a breve o in tempi successivi portano il soggetto a
compiere un’azione lesiva nei confronti di una o più persone. Ma quando
accadono questi fatti, si dice: «Non doveva
succedere», «Si poteva immaginare che
prima o poi…», «Era da un po’ di
tempo che quella persona faceva sospettare un gesto inconsulto», «È mai possibile che nessuno si sia accorto
di un qualche segnale…?». Tutte domande che non hanno mai avuto risposta…
se non dopo il fattaccio. Inoltre, un altro paradosso è che con l’elevata e
sofisticata tecnologia delle comunicazioni siamo tutti spiati in qualunque
momento della giornata e, anche se le intercettazioni e le cosiddette soffiate
sono indicatori utili, il più delle volte l’azione criminosa contro la persona
o il patrimonio viene commessa… ed è stato troppo tardi per evitarla. Or
dunque, con queste considerazioni non intendo certo arrogarmi di una qualifica
che non mi appartiene, ma sono inconfutabili in quanto rispecchiano una realtà
ormai quotidiana. Quindi, chi Santo invocare? Ed eventualmente quale mozioni
“di forza” attivare verso i detentori del potere che, nonostante il ruolo
assegnato, non sono in grado di garantirci un minimo di sicurezza nonostante (è
auspicabile) le loro buone intenzioni? Personalmente non intendo puntare il
dito contro alcuno in particolare, non solo perché non conosco nessuno di loro
ma soprattutto perché non rivesto alcun ruolo politico, giuridico e scientifico-accademico…
probabilmente utili se ben applicati da chi di dovere! Ma quale osservatore dei
fenomeni sociali e opinionista-divulgatore degli stessi, mi si conceda il
diritto di esprimere le mie preoccupazioni, che poi sarebbero di tutti, giacché
la salute e la vita credo sia un diritto mantenere e nessuno ha il diritto di
sottrarcele. Ebbene, cari lettori, non voglio con questo articolo acuire del
pessimismo, ma evidenziare constatazioni che dovrebbero allarmarci tutti e, se
il caso, diffidare dei ridondanti sproloqui e pseudo promesse di chi si è candidato
per condurre il Paese, dei quali peraltro non è dato a conoscere il loro
passato e il loro curriculum. Ad essi va sollecitata, oltre che più competenza,
una maggiore incisività mettendo concretamente in atto tutti quei poteri loro
conferiti… e che si beano di rappresentare. Se ciò non avviene, o si verifica a
rilento, possiamo decisamente invocare il nostro Santo protettore, e che Dio ce
la mandi buona!
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