UN DECORSO MEDICO-SOCIALE E POLITICO DA VALUTARE
Al di là di talune discutibili competenze la ratio vuole che sia
la
saggezza e quindi il buon senso a prevalere per auto-tutelarci
di Ernesto Bodini
Sia pur lentamente, ma
per la verità non troppo, stanno riprendendo un po’ ovunque incontri ed
iniziative culturali e/o professionali in presenza, essendo modificato
l’andamento della pandemia, anche se ancora incontrollato il comportamento del
virus (Covid-19). A conferma di ciò non solo sono le cifre in riduzione (casi
infetti, ricoveri e decessi), ma anche il fatto che dal settembre scorso è
cessato l’obbligo di usare le mascherine, ad eccezione negli ospedali e nelle
Rsa… oltre al “reintegro” al lavoro del personale sanitario (medici e
infermieri) appartenenti alla schiera cosiddetta dei no-vax. Ma è giustificato
questo azzardo inteso come precoce liberalizzazione del sistema coercitivo
avente carattere squisitamente preventivo? Chiunque potrebbe intervenire per
esprimere la propria opinione in merito (compreso chi scrive), ma una parte,
sia pur minore, sarebbe in linea con le decisioni prese dai gestori politici i
quali, molto probabilmente si sono attenuti ai pareri di esperti ma anche di
fronte alle esigenze politico-economico-finaziarie (sia locali che
internazionali) sempre più pressanti e ulteriormente inderogabili. Ma in buona
sostanza, dove sta la ratio di tale prosieguo, in concomitanza con il fatto che
si è di fronte alle continue mutazioni del virus tanto da insistere nel voler
vaccinare con la quarta e quinta dose, sia gli over 60 e in taluni casi anche
minori in età scolare? A mio avviso la questione per certi versi sta assumendo
un atteggiamento da “lana caprina”, sia perché permangono anche fra gli addetti
pareri non concordi e sia perché a ricaduta la popolazione è sempre più
disorientata. Da buon divulgatore, quale mi ritengo, ho sempre sostenuto
l’importanza di credere nel lavoro della Scienza medica e quindi nelle
vaccinazioni, ma nello stesso tempo mantenendo qualche riserva proprio per i
conclamati casi di non omogeneità nella gestione di una situazione come quella
che ci sta coinvogendo da circa tre anni. A monte di tutto ciò va rilevato che
un ruolo non meno importante ha avuto ed ha l’informazione, sia da parte delle
istituzioni preposte che da parte dei mass media, i cui lavori divulgativi
hanno spesso dimostrato effetti fuorvianti e negativi soprattutto nel corso di
dibatti in talk show televisivi, dove tutti si sono espressi (cattedratici illustri
compresi) con continue sopraffazioni e contraddizioni, sino a rasentare
talvolta espressioni di pessimo gusto indignando non poco il pubblico presente
e i telespettaori. Rievocando la lotta delle epidemie nella storia, come quella
causata dal virus della poliomielite, quindi relativamente recente, si evince
che nonostante i carenti mezzi di comunicazione di allora, l’informazione e la
sensibilizzazione furono carenti ma nello stesso tempo il “disorientamento
popolare” era paradossalmente più contenuto, mentre incisive erano le
divergenze di carattere politico nel rendere, o meno, obbligatoria la
vaccinazione contro la polio. Or bene, anche se tale paragone per alcuni non è
forse condivisibile, io credo che nel rispetto delle proporzioni dei tempi e dei
mezzi la lotta alla epidemia poliomielitica dell’epoca abbia avuto maggior
considerazione, sia pur a fronte del fatto che il ritardo di alcuni anni nella
adozione del vaccino Sabin/Salk abbia causato alcune migliaia di paralisi e
circa un migliaio di decessi. Oggi, invece, che abbiamo a disposizione potenti
mezzi tecnico-scientifici ed altrettanti di comunicazione, si sono fatti
notevoli passi avanti ma “ostacolati” dalla eccessiva pletora di politici, e
dai troppi presenzialismi sociali… spesso incompetenti ma pur di apparire
l’irresponsabilità non conosce confini. Ecco che continua quel “sali-scendi”
sul pro e sul contro i provvedimenti della politica attuale che, vorrei ben
capire, quanto siano competenti gli addetti preposti tanto da “segnare” il nostro
destino in tema di salute. Il mio ergermi con una certa severità trova
riscontro non solo nella realtà dei fatti (si provi a negarli), ma anche
invocazione di un’etica che nell’esercizio politico non esiste e per
antonomasia non è mai esistita, tanto che i drammi umani sono sempre più
incontenibili su tutti i fronti, sia essi causati dalla Natura che dall’Uomo
stesso. Personalmente resto in attesa ad osservare come procedono le azioni di
chi si è voluto candidare (e farsi eleggere) per tutelare la nostra incolumità
in senso lato, salute psico-fisica in primis; mantenendo perciò il diritto di
astenermi o meno da disposizioni che tecnicamente e culturalmente non mi
convincono. Intanto, continuo a tutelarmi con i mezzi disponibili e il dovere
della saggezza
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