NUOVO
GOVERNO, NUOVA VITA? STAREMO A VEDERE
Ma intanto
continuiamo a subire i gravi effetti della crisi con il rischio di una
recessione
alle porte. Mentre sarebbe auspicabile ideare un Ministero per
controllare gli effetti della
burocrazia sino ad alienarla. Una provocazione?
Forse, ma è bene farci un pensiero
di Ernesto
Bodini
Chiarisco
subito: non conosco alcuno dei componenti del nuovo Governo, e né ho mai avuto
a che fare in alcun modo con essi o con altre persone a loro vicine,
politicamente e non. E non è bene fare illazioni ancor prima di vedere
all’opera questa “tornata” politica al potere, come pure nulla da dire per il
fatto che la Premier sia donna e che sui 24 ministri 6 siano donne. Pari
opportunità ed obiettività devono andare di pari passo se si vuole mantenere il
senso di uguaglianza e quindi di umanità in quanto tali. Ma su ciò che vorrei
disquisire in particolare è sui due nuovi (e rinnovati) Dicasteri , ossia “Istruzione e Merito” e “Politiche del mare e sud”. Ben vengano i
più o meno accettabili curriculum dei due neo eletti e dei loro colleghi, come
pure le innovazioni; ma si tratta di impostare una serie di programmi volti a
fare chiarezza sul concetto di “Merito” nel primo caso, e sul concetto per
estensione di “Mare e sud” nel secondo caso. A mio avviso bisognerebbe capire
se per merito si intende considerazione della meritocrazia che, detto per
inciso, nel nostro Paese è sempre stata una chimera; in tal caso lode sia
espressa ai più meritevoli (senza raccomandazioni) con l’auspicio di non
vederli espatriare portando le acquisizioni accademiche avute in Italia per
esportarle all’estero… sia pur nel rispetto del cosiddetto europeismo. Se
questo Ministero si prodigherà in tal senso sarà bene investire nel modo più opportuno,
avendo l’accortezza della obiettività e rifuggendo da ogni clientelismo e
nepotismo. Per quanto riguarda il Ministero che prenda in considerazione una
politica a tutela dei nostri mari e del sempre più martoriato sud, l’impegno è
a dir poco improbo e richiede competenze di varia natura, in cui il concetto di
internazionalità mi sembra inevitabile. Si dice che il mondo ci appartiene in
quanto deputati ad abitarlo, e quindi tutti con il diritto di godere delle sue
bellezze e delle sue risorse come quelle offerte dai nostri mari; ma nello
stesso tempo è indispensabile un’azione di maggior tutela del nostro patrimonio
“marino e marittimo”. Va detto che siamo in periodo di congiuntura con non
pochi problemi per l’intera popolazione, e con risvolti internazionali, per i
quali si chiede a questo nuovo Governo, e quindi a tutti i componenti, di agire
in sinergia anche in considerazione delle opposizioni, avendo l’umiltà di
astenersi di fronte al “non sapere” e di imporsi con decisione e intelligenza
quando si tratta di promulgare una Legge o un semplice provvedimento.
Quindi,
24 Ministeri, 24 Persone e un Presidente con determinate responsabilità non
solo perché hanno fatto Giuramento al Presidente della Repubblica e per
riflesso al popolo italiano, ma anche e soprattutto perché il loro dettato
operativo deve avere in primis l’input dell’etica, in assenza della quale è
bene astenersi dal ruolo assunto. Chi intende dedicarsi alla politica con
l’obiettivo (si spera) finalizzato a tutelare gli interessi della collettività,
dovrebbe avere un’indole un po’ filantropica, quindi amore per il prossimo e
noi cittadini di questo Paese siamo il prossimo! Un’ultima osservazione. Nel
corso delle ultime Legislature si sono creati nuovi Ministeri per essere al
passo coi tempi, ma alla caduta dei vari Governi non tutti sono riusciti a dare
corso al loro mandato e, questo, non solo per la costante presenza delle
opposizioni, ma anche per l’intramontabile ostacolo della burocrazia che, a mio
avviso, rappresenta il primo impedimento per la conduzione del Paese. E chissà
perché, ma è forse è immaginabile, non si è pensato di istituire un Ministero
volto al “controllo” di tutto ciò che è burocrazia… Per dare una risposta si
potrebbero fare alcune illazioni, ma è immaginabile che alienare questo
fenomeno prettamente italiano, equivarrebbe a “destabilizzare” il sistema
politico-gestionale del Paese. Una conseguenza che gli “avidi” del potere
vorrebbero evitare ma non lo farebbero mai perché, diciamolo pure, paradossalmente
la burocrazia fa un po’ comodo a tutti… a loro in particolare!
Commenti
Posta un commento