SOCIOLOGIA
“SPICCIOLA” MA CONCRETA
Si stanno perdendo certi valori che fanno presagire un futuro
sempre più incerto, e
maggiormente “lesivo” della dignità
di Ernesto Bodini
Di
questo passo non riuscirò mai a capacitarmi: nonostante le avversità di ogni
ordine e grado che incombono ogni giorno sull’umanità, sono sempre di più le
persone che si entusiasmano (fin troppo facilmente) per le perfomance ludico-artistiche
di determinati personaggi, spesso sino a quel momento emeriti sconosciuti. Si
prendano, ad esempio, le esibizioni di partecipanti alle trasmissioni
televisive di Canale 5 “Tù si che vales”
(dal 2014), lo “Show dei record” (dal
2011), “Scherzi a parte” su Italia 1
dal 1992, e su Canale 5 dal 2012. Programmi di forte intrattenimento e seguitissimi
in cui improvvisati, o meno, artisti dalle più originali spettacolarità, tengono
con il fiato sospeso giuria, pubblico in sala e telespettatori, e guai a
perdere una puntata… con buona pace degli sponsor. Cosa significa ciò? Non solo
che i produttori delle emittenti hanno bisogno di inventare di sana pianta (o
di importare dall’estero) programmi di intrattenimento, ma anche che è
sufficiente “sciorinare o scimmiottare” per una manciata di minuti di fronte ai
potenti riflettori, per aggiudicarsi un premio ma soprattutto garantirsi il
tripudio del pubblico e relativa notorietà. Quest’ultimo, infatti, sembra essere
ancora più entusiasta degli stessi protagonisti sul palco, come se la loro singolare
spettacolarità (creatrice di catarsi) annegasse i loro problemi del quotidiano,
tra applausi, espressioni di grande emozione e se non anche di delirio… Per
contro, ho conosciuto alcuni famosi protagonisti della Scienza, e della Cultura, parte dei quali hanno reso all’umanità notevoli benefici in tema di
salute fisica e psicologica e a maggior sostegno dell’esistenza, ma non ho mai
visto avere un pubblico particolarmente entusiasta del loro operato, non perché
non meritevoli ma perché le performance di intrattenimento ludico risultano essere per molti maggiormente allettanti. Messe a confronto le due realtà danno
il quadro di una società in gran parte sempre più distante dai valori umani,
umanitari e culturali, eredi del detto latino Panem e Circenses in uso sin dall’antichità. Ora, se per diventare
famosi e conquistarsi un posto nella società basta proporsi in questi contesti
di “sfacciata” teatralità, o improvvisarsi barzellettieri (spesso con volgarità
o sottointesi in tal senso) con la complicità della televisione e del cinema,
io credo che andremo incontro ad una co-esistenza per molti versi
dissacratoria, e non ci sono valenze psicologiche (o psichiatriche) che tengano
per giustificare questa evoluzione. E questo vale anche per i numerosissimi
tifosi degli sport agonistici in genere, una fiumana incontenibile di esaltati
che danno valore ed importanza a chi sa tirare un calcio al pallone, chi è in
grado di fare molti chilometri in bicicletta nel minor tempo possibile, chi sa
meglio destreggiarsi alla guida di una in moto o di un’auto da competizione, o
chi sa colpire meglio l’avversario sul ring, etc., tanto per citarne alcuni tra
più “assurdi” e decisamente inutili ai fini della reale qualificazione umana.
Per non parlare poi di chi pratica i cosiddetti sport estremi, giustificati
dalla innata o nascente passione per il brivido, con l’aggravante della
irresponsabilità per il rischio della propria vita ed altrui, e per i conseguenti
costi in ogni senso per la società. Evidentemente per tutti questi protagonisti
la vita vale molto meno rispetto a quello che si prefiggono di ottenere, un
prezzo che pagano volentieri e che, purtroppo, loro malgrado (o volutamente)
sono indice di emulazione creando potenziali proseliti. Ecco, cari lettori,
cos’è la vita oggi (oltre a quella di ieri), con la differenza che quella
attuale e in divenire sarà sempre più povera, e questo, grazie anche ai potenti
mezzi di comunicazione e alla eccessiva libertà che non pone limiti al
contegno, disprezzando quanto di meglio il buon Dio ci abbia donato: la vita e
la libertà di saperla vivere con intelligenza nel rispetto di tutti.
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