SERVE PIU' SOBRIETA' E PRAGMATISMO

 

CONSIDERAZIONI SUL RUOLO DEL PONTEFICE

Breve analisi sui misteri della vita e soprattutto sulla Fede che tutti dovremmo avere

di Ernesto Bodini

Ancora oggi folle oceaniche, o quasi, sono presenti alle manifestazioni dei vip (protagonisti dello sport, del cinema, della canzone, etc.); come pure nutrite sono le presenze in San Pietro a Roma all’Angelus del Papa. Quest’ultimo non si può dire che in questi ultimi anni (a parte il periodo pandemico) abbia avuto la visione di una immensa folla, perché con tutto il rispetto per Sua Santità e dei fedeli, io credo che il presenziare pubblicamente ai cristiani discorsi del Papa oggi faccia meno presa, sia perché la Fede va sempre più vacillando e sia perché omelie e messaggi evangelici e biblici da Lui pronunciati non vengono più recepiti come un tempo per il loro reale valore. Ogni volta che il Pontefice “ammonisce” parte dell’umanità i destinatari additati non certo si inchinano, ma al contrario continuano a peccare allontanandosi sempre più dalla parola di Dio; ciò è certamente una questione di credere o non credere, e nella migliore delle ipotesi di appartenere ad una religione o ad un’altra, per non parlare poi dei molti interrogativi che alcuni non credenti e altri “sfiduciati” si pongono, senza per questo avere una risposta… Ma quanto servono le parole del massimo rappresentante della Chiesa, ovvero il successore di San Pietro? Non intendo certo sconfinare nei meandri della Teologia, intelligente e secolare disciplina che rispetto, ma quale credente (sia pur poco praticante) ritengo che certe distanze dalla Chiesa e dal Suo massimo Esponente, che pure rispetto, abbiano ragione d’essere proprio perché Dio non solo predicava ma dava il buon esempio, Come? A cominciare (secondo come ci viene proposto dalle icone sacre) dall’abbigliamento: una tunica o un lunga veste e quand’anche scalzo, esempio di estrema sobrietà e povertà; mentre il Papa (da sempre) è solito indossare paramenti sacri la cui stoffa non è certo a buon mercato. Inoltre, non credo parlasse molto ai suoi discepoli in quanto poche parole e uno sguardo diretto, sincero ed umile, erano sufficienti per annoverarli tra i Suoi “prediletti” e meritevoli di varcare la soglia dell’Eden, e farsi portatori della Sua parola. Or bene, a mio avviso il Papa dovrebbe usare meno retorica perché ciò che lui dice ogni volta (spesso ripetutamente) sono considerazioni scontate, specie se afferiscono agli eventi della vita umana e della Natura. Ma come colmare i vuoti interiori di chi è caduto in disgrazia: povertà, sofferenza, lesione della propria dignità ed altro ancora, e quindi non crede in Dio?

Anzitutto, anche se posso sembrare provocatorio, inviterei Sua Santità ad indossare paramenti sacri di fattura molto più semplice e quindi meno costosi: non mi scandalizzerei se vestisse come Dio, ammesso che le icone rispondano al vero; inoltre, per quanto il Suo ruolo implichi onerosi impegni quotidiani, dovrebbe riservare una maggior porzione del Suo tempo a visitare coloro che soffrono, ed ammonire in modo più “coercitivo” i politici e i potenti del mondo che sono i principali responsabili dei mali della terra… come se madre Natura non causasse abbastanza problemi. Infine, dovrebbe spiegare a tutti, e in parole semplici, la duplice contraddizione insita nella preghiera dedita alla Madonna nel cui testo si dice: «…Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori». La prima contraddizione sta nel fatto che se la Madonna è la madre di Dio, noi stessi siamo Suoi fratelli, in quanto da sempre si asserisce da più parti che siamo tutti Figli di Dio; la seconda contraddizione sta nel fatto che siamo noi terreni invitati a pregare loro e i Santi, e non il contrario… Da tutto ciò non posso che dedurre, da modesto cristiano credente, peccatore, seppur ignorante, che i misteri della vita sono infiniti e, a parer mio, nessuno è tenuto sondarli poiché il concetto Divino implica quanto segue: «Chi crede in me vivrà in me, chi non crede in me sarà dannato per l’eternità». Queste mie considerazioni-affermazioni di sana convinzione ed accorati inviti, rientrano in quello che credo essere la mia Fede, alla quale mi aggrappo ogni volta che mi sento in pericolo e, in più occasioni, ho trovato soccorso e giovamento… non miracoli ma grandi compensazioni”

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