INTERVISTA AL PROF. ADRIANO CHIÒ DIRETTORE DEL CRESLA
Realizzata una nuova terapia a beneficio di pazienti affetti da
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), soprattutto se rientranti in una certa
fascia di età, del Gruppo di ricerca della A.O.U. Molinette di Torino. E intanto la ricerca continua. Si stima che i
pazienti nel mondo siano circa 350 mila, di cui 30-60 mila in Europa e 6 mila
in Italia
di Ernesto Bodini
“Abbiamo novità su molteplici aspetti che vanno dal miglioramento dei processi diagnostici alle conseguenze come i disturbi cognitivi, etc. Ciò che è ulteriormente interessante sono le novità terapeutiche, e su questo cominciamo ad avere un discreto segnale positivo”
È recente la realizzazione di una terapia per il trattamento della SLA. Di cosa si tratta?
“Ciò che è stato recentemente pubblicato riguarda una terapia indicata per i pazienti con mutazione del gene SOD 1, il più noto della malattia, ma che interessa solo il 2% dei pazienti con SLA. Quella attuale è una terapia basata su una molecola che si chiama “Oligonucleotide antisenso” (il nome commerciale è “Tofersen””, che riduce la produzione della proteina tossica (alterata), e determina un importante rallentamento della malattia, in qualche caso l’arresto della stessa, e che si osserva circa un anno e mezzo dopo il trattamento”
“Il farmaco è stato individuato e realizzato da due aziende americane (una biotecnologica e una farmacologica). Lo studio è stato coordinato dalla Washington University di St. Louis (Prof. Timothy Miller), unitamente a diversi Centri americani ed europei, compreso il nostro Cresla, con nostra soddisfazione di essere stato prescelto”
“Il farmaco determina il rallentamento dell’evoluzione della malattia solo una determinata tipologia di pazienti. Si tratta di un rallentamento molto importante perché dopo un certo periodo del trattamento stesso, favorisce la stabilizzazione della malattia. Altro aspetto interessante di questo farmaco, sia pur non ancora approvato dagli Enti regolatori, è comunque a disposizione di questi pazienti, e attualmente in Italia sono in trattamento circa 60 pazienti”. Possono prescriverlo le Aziende Sanitarie dei vari Centri italiani che si occupano della SLA, ed è fruibile a titolo gratuito”
“Si tratta del gene “Superossidodismutasi 1, che è il primo gene scoperto nel 1993, il quale sintetizza una proteina che interagisce con i meccanismi di tipo ossidativo. Si è visto che riducendo solo il 25% la produzione di questa proteina, si piò ottenere un risultato e ciò è stato consolidato nello studio stesso”
“Un avanzamento importante sia perché è il farmaco che ha dato risultati migliori per questa malattia, e sia perché è stato di notevole interesse per tutte le Industrie farmaceutiche. Ne consegue un grande ottimismo, e questo avrà ricadute positive per tutti i pazienti…”
Il gruppo di Ricerca del Cresla
“In realtà no perché siamo partiti proprio un mese prima dell’evento pandemico. Tuttavia, va detto che il nostro ospedale, anche se sono stati bloccati gli accessi, ci ha dato il permesso di proseguire questo studio che è andato avanti, anche nei mesi successivi della pandemia, con la possibilità di vedere e reclutare i pazienti da sottoporre al trattamento”
“Abbiamo molte speranze nei farmaci che stiamo sperimentando, ed è estremamente importante lavorare sul paziente grave. Personalmente da molto tempo insisto sul fatto che bisogna potenziare le Reti territoriali, ossia il nostro paziente deve avere accesso ad una serie di servizi localmente, soprattutto nelle fasi avanzate della malattia. Il nostro Centro effettua visite domiciliari gratuite, grazie anche alla Associazione Piemontese per l'Assistenza alla Sclerosi Laterale Amiotrofica (APASLA), che interviene con i rimborsi delle visite. È dunque fondamentale che l’ospedale si diriga verso il Territorio”
Corrisponde al vero che un paziente con SLA lungamente ospedalizzato è soggetto ad infezioni?
“Sicuramente, proprio perché l’ospedale è un luogo settico. Quindi, anche per tale ragione questi pazienti, dopo il necessario ricovero dovrebbero essere gestiti a domicilio con l’assistenza territoriale”
Di conseguenza altri vantaggi per il paziente?
“La Regione Piemonte in questi casi
riconosce a tutti i pazienti affetti da SLA e tracheostomizzati 2.000 euro al
mese per il proprio sostegno: ausilii, fisioterapia, assistenza da parte del
caregiver, etc. E inoltre auspicabile che neurologi e pneumologi si rendano
disponibile per le visite domiciliari periodiche al domicilio dei pazienti,
almeno ogni due-tre mesi. Questa esigenza dovrebbe essere riconosciuta e
deliberata dalla Regione Piemonte”
Quale supporto può dare in questi casi il medico di famiglia?
“Noi cerchiamo sempre di coinvolgerlo. Parte di loro sono presenti alle nostre visite, ma non tutti. La Medicina di famiglia è complessa e non priva di problematiche, ma ritengo che la Medicina Generale deve essere il Centro del sistema”
INTERVIEW WITH PROF. ADRIANO CHI CRESLA DIRECTOR
A new therapy has been created for the benefit of patients suffering from Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS), especially if they are within a certain age group, of the A.O.U. Molinette of Turin. Meanwhile, the research continues. It is estimated that there are approximately 350,000 patients worldwide, of which 30-60,000 in Europe and 6,000 in Italy
Have the approximately three years of the pandemic "slowed down" this research further, and therefore the development of the drug?
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