ECCESSO DI AMBIZIONE

 

LETTERA APERTA A CHI AMBISCE AL POTERE

INOSSERVANTI DELLA SAGGEZZA DI PLATONE…

Nelle molteplici formazioni di Governo, chi più e chi meno, molti di voi si sono alternati con affermazioni di sentenza o di carattere promettente come ad esempio: «Ognuno deve fare la sua parte», «È ora di dare una svolta», «Bisogna garantire un futuro alle nuove generazioni», «Non c’è più tempo da perdere», «Abbiamo la responsabilità di chi non è ancora nato». Pronunce di ieri e di oggi, alle quali se ne  possono aggiungere altre centinaia dello stesso tono fatte nel corso delle diverse Legislature, recepite e riportate dai mass media ma poco intese ed ancor meno soppesate dall’opinione pubblica, ad eccezione dei molti commenti di vari opinionisti in televisione o in versione cartacea e, che in sostanza, le vostre affermazioni non si sono quasi mai tradotte nel concreto. Ora che voi Parlamentari dell’ultima ora siete ridotti di un terzo (a mio parere sarebbe necessaria un’altra consistente sforbiciata), sarete maggiormente impegnati e forse più “facilitati” nel confrontarvi in sede di dibattiti e relative decisioni da deliberare. Ma mi volete spiegare quali le reali ragioni che parte di voi attempati (che ritornate sulle vecchie orme) ambiscono a mantenere lo scranno, e voi nuovi candidati quali le ragioni che vi hanno indotto ad inseguire la meta del Parlamento? C’è da supporre una risposta univoca, ossia l’amor patrio per risanare le sorti del Paese, qualunque sia la vostra cordata di appartenenza? In queste ultime elezioni pare che il più giovane candidato (del Pd) alla Camera sia un 25enne ed abbia affermato (riportato dai mass media): «Siamo il presente, non il futuro». Una frase concisa che può dire molto come anche nulla, in virtù del fatto che di per sé non è esaustiva (preciso che per me la sua corrente politica di appartenenza è del tutto irrilevante), oltre a considerare quali (e quante?) esperienze di vita si possono maturare a quella età, tolti gli anni dell’infanzia e della adolescenza, perché per far parte di uno “staff” parlamentare non è sufficiente schierarsi pro o contro ed avere eventuali iniziali basi accademiche e culturali, pur avendo frequentato movimenti politici da pochissimi anni. Per non parlare di qualche candidato che direttamente o indirettamente ha subito gravi disavventure (per la prima volta), una “dedizione” per perseguire una cordata politica sino a farsi eleggere; a mio avviso una sorta di ipocrisia (e di opportunismo) perché se non avesse subito certe vicissitudini personali non si sarebbe candidato e fatto eleggere! Io credo che a tutti voi politici, ammesso che abbiate consolidati ideali, manchi quel substrato che consiste nel dimostrare alla popolazione l’indole evergetica, ossia propensione alla filantropia intesa come amore verso la collettività e quindi tutelando gli interessi comuni. Ho sempre sostenuto, quale libero pensatore e sostenitore dell’etica tout court, che non è un simbolo o un colore di appartenenza a dare determinate garanzie, bensì la capacità di immedesimarsi sul fronte dei problemi di tutti i concittadini, vivendo accanto a loro per comprenderli e ricavarne utili suggerimenti. In tal senso vorrei sapere quanti di voi hanno varcato in modo costante la soglia di un ospedale, di una RSA, si sono soffermati sui marciapiedi delle città occupati da migliaia di clochard, e quanti si sono affiancati agli 8 milioni di caregiver, o hanno avvicinato famiglie con figli affetti da malattie rare dalle gravi complicanze, o hanno varcato la soglia di un carcere per cercare di capire i problemi dei detenuti, cercando di individuare quelli che risultano essere innocenti… Ed ancora, quanti di voi hanno studiato (e studiano) alacremente a tavolino le conseguenze e le varianti che ogni giorno condizionano la vita di tutte queste persone, ivi compresi i fenomeni come i femminicidi e gli infortuni mortali sul lavoro, ormai in ambedue i casi più che quotidiani. Certo, voi affermerete che ci vuole tempo per analizzarli tutti proponendo possibili soluzioni e per questo, una o più leggi mirate non si realizzano in pochi mesi… opposizioni permettendo. Ecco, anche questo aspetto delle cosiddette “correnti contrarie”, ossia dei franchi tiratori, lo considerate una sorta di giustificazione del vostro operato, sia pur ben intenzionati nel proporre soluzioni migliori per il Paese; ma ho ragione di sostenere che spesso ciò costituisca una sorta di alibi, e intanto si perde tempo prezioso… lasciando molti cittadini a languire a causa delle loro pene che non si risolvono. In questo trascorrere, che dura almeno una Legislatura se qualcuno non fa cadere il Governo, come è successo due volte in questi ultimi tre-quattro anni, avrete maturato un vitalizio e una certa notorietà grazie anche ai molti mass media che, in bene o in male, vi fanno la corte, ancorché estesa se vi prestate ai vostri fan sottoponendovi ai selfie. Pertanto, sono stato sempre convinto, e più passa il tempo maggiormente lo sono, che una buona conduzione politica di un Paese come il nostro sia mera utopia perché, se così non fosse, non ci sarebbe bisogno di vedere molti pretendenti percorrere quella che io definisco, parafrasando San Paolo, la “via di Damasco ego nostrum”. Sia bene inteso, non sono un vostro “nemico”, anzi sono un garantista ma nello stesso tempo anche una sorta di premonitore, e non perché io creda ai sogni o abbia la sfera di cristallo, ma più semplicemente perché mi limito ad osservare ogni giorno quello che accade e quello che non accade, ivi compresa la vostra inconsistenza (sovente alimentata da sempre più sterili dibattiti a destra e a manca) che, a mio modesto avviso, potreste tramutare in concretezza incominciando a gettare le basi per alienare la burocrazia, il primo “cancro” dell’Italia per il quale dovreste voi per primi predisporne l’antidoto. Si dice che volere è potere, ma a tutt’oggi il potere è sempre più orientato verso altri orizzonti, specie se dello stesso si ha eccesso di ambizione!

                                                                                        Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

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