RISCHIO RECESSIONE? FORSE. MA SI PUÒ EVITARE
Stiamo assistendo ad una evoluzione esistenziale che richiede il massimo impegno di tutti, al fine di far fronte agli eventi funesti d’ogni sorta a tutela della collettività
di Ernesto Bodini
Ora che si sta concretizzando l’ormai noto PNRR
(Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), approvato dal Consiglio europeo il
13 luglio 2021, sarebbe bene prenderne atto tutti, in quanto breve una serie
di interventi che riguardano la popolazione, ovvero i consumatori, i
risparmiatori, i contribuenti, gli enti locali, le imprese, la
digitalizzazione, l’aumento dei prezzi e la sinergia Governo-Parlamento per
l’attuazione del Piano stesso. La pubblicazione PNRR, cos’è, a cosa serve, edita da Il Sole 24 Ore, a cura del
caporedattore Mauro Meazza (pagg. 165, euro, 12,90), è il contenuto di questo
complesso programma che indica come impiegare i fondi europei, la cui
erogazione è connessa all’esecuzione di interventi puntuali e importanti
riforme. «Il libro – è sintetizzato
in seconda di copertina – riepiloga e
illustra i progetti del Pnrr, indicando dove informarsi e spiegando come le
voci del Piano ricadranno sulle nostre attività, da quelle economiche al tempo
libero, dal welfare agli uffici pubblici». Il lavoro editoriale, nel dettaglio,
illustra ad esempio, il debutto del Piano nazionale (aprile 2021), l’inizio dei
progetti (agosto 2021), le misure e gli importi, le normative (2022); mentre un
più esteso capitolo comprende i punti di alcun riforme, e un altro le varie mission:
dalla digitalizzazione, innovazione, competitività, rivoluzione verde e
transizione ecologica alle infrastruttura per una mobilità sostenibile;
dall’istruzione e ricerca, all’inclusione e coesione alla Salute. Quest’ultimo
aspetto è stato scritto con particolare attenzione alla “ripresa” e alla
“resilienza” nel dopo Covid: una missione che complessivamente potrà contare
su una disponibilità di 20 miliardi, di cui 15,6 miliardi effettivi di
investimenti all’interni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a cui si
aggiungono 2,9 miliardi del fondo complementare e altri 1,7 miliardi dal piano
React-Eu. Ovvero, l'assistenza
alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU),
che amplia le misure dir risposta e superamento della crisi attuate attraverso
l'iniziativa di investimento per la risposta al coronavirus (CRII) e
l'iniziativa di investimento per la risposta al coronavirus plus (CRII+) e
costituisce un ponte verso il piano di ripresa a lungo termine. Insomma, le
acque si stanno smuovendo ma a mio avviso sarebbero meno agitate se, tutti i
politici preposti, fossero dei saggi nocchieri per condurre in porto questo
“Transatlantico Europa” con minor danni possibili!
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