Lettera aperta ai politici di oggi e di domani…
di Ernesto Bodini
Il susseguirsi ed affaccendarsi dei vostri impegni
in sede istituzionale, e oltre, seguito da quotidiane affermazioni pubbliche
(spesso inaccettabili), non fa altro che disorientare la maggior parte della
popolazione che voi invitate con tanto di proclami ad andare votare il prossimo
25 settembre. Ma come si fa a credere a quanto voi affermate pubblicamente ai
giornalisti e nelle pubbliche piazze quando siete in troppi nel far
“privilegiare” le vostre innumerevoli considerazioni e relative promesse, come
se ciascuno avesse il proprio ricettario per la cura di un Paese ormai più che
infettato politicamente? Per non parlare poi del vostro esibizionismo e della
vostra saccenza facendovi invitare nei vari talk show, intervenendo in modo spesso
“incivile” in quanto non siete in grado di rispettare le più elementari regole
del comunicare: dal sovrapporvi con toni elevati ed enfatizzanti, se non anche
scurrili… Molti di voi hanno anche la presunzione di sapere più di altri e
l’assurdo è che ogni affermazione ne prevarica un’altra, quasi a voler imporsi
usando un linguaggio burocratico e in politichese i cui termini sono
comprensibili solo a pochi. Ad esempio la gran parte della popolazione non sa
che cos’é il PNRR (Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza), oppure cos’è la spending review, un piano
di rientro, uno scostamento di bilancio e tanti altri concetti e sigle il cui
elenco è interminabile; inoltre ogni volta citate la burocrazia che andrebbe
alienata, ma non spiegate in che modo lo si possa fare. Ora, se non ci si
rivolge al cittadino comune (cioè, tutti noi) con un linguaggio semplice ed
esempi pratici, ne consegue che sarete eletti soltanto dai vostri “accoliti” e
da una minoranza (pseudo fiduciosa) rispetto a precedenti legislature, e non
avrete soddisfatto in alcun modo le esigenze della popolazione convinti di aver
operato politicamente al meglio, e non c’é modo peggiore di proporsi agli
elettori in assenza di trasparenza... Personalmente sono sempre stato convinto
che dedicarsi alla politica (se necessaria) implica totale dedizione,
competenze e soprattutto poca ambizione; del resto anche il saggio Platone
sosteneva che «L’accesso al potere dev’essere limitato agli uomini che non ne nutrono la
passione»; una saggezza che se osservata, ridurrebbe di molto le candidature, ancor
più se venissero ridimensionati i vitalizi. In buona sostanza, a mio avviso
nessuno dovrebbe avere la presunzione di “saper” dirigere un Paese, ma poiché limiti, scarsa umiltà e presunzione fanno parte di chi ambisce al potere, noi
cittadini-sudditi saremo destinati a restare figli di quel sistema feudale che
mai prometterà nulla di buono. Naturalmente ho rispetto di voi persone, ma ciò
non toglie che possiate essere collocati in un girone dantesco per rendere conto del vostro agire lontano dai sani
principi per il bene della comunità, soprattutto per non averla supportata nel
rispetto dei suoi diritti e delle sue esigenze. E non venitemi a dire che l’attività
politica è sempre stata un ruolo improbo e necessario, ma da qui a non essere
in grado di garantire soluzioni (realtà pandemica e questione conflittuale
Russia-Ucrania a parte) ce ne passa… Intanto, e da tempo, la maggior parte
della popolazione langue, in particolare i 5,6 milioni di poveri, i disabili e
i molti anziani con pluri patologie; per non parlare inoltre della gestione
della Sanità pubblica che, per quanto garantista, a tutt’oggi presenta molte
lacune (sic!), oltre il perdurare della non incolumità collettiva e
individuale, mentre voi (chi più e chi meno) godete una vita agiata e senza
particolari problemi… confortati dal fatto di essere stati eletti e quindi
senza alcuna responsabilità. Ciò detto, ovviamente nulla da eccepire sul
sacrosanto diritto-dovere di recarsi alle urne per addivenire ad una
rappresentanza, ma nello stesso tempo mi permetto di rilevare l’inconsistenza
del vostro “gestire” la politica che è basato praticamente sul nulla! Non mi si
legga come un disfattista, che non lo sono affatto, ma semplicemente un
cittadino che ha l’illusione (e non la presunzione) di accarezzare la coerenza
socratica: il diritto di dissentire una legge ma di rispettarla per dovere
etico e civile, in quanto residente nel Paese che ha emanato dette Leggi. Una
coerenza che regna in me sovrana, avvalorata dal credere in me stesso e dalla
modesta predisposizione alla solidarietà nei confronti dei più deboli,
svantaggiati e se non anche degli illusi…!
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