RIVEDENDO QUALCHE PASSO DELLA COSTITUZIONE
La scarsa concretezza ne penalizza i nobili valori che l’hanno
ispirata
(una sorta di “offesa” per chi vive in Paesi di estrema restrizione)
di Ernesto Bodini
Forse
non è il momento adatto per richiamare l’attenzione sui valori (espressi ma in
parte discutibili per carenza di pragmatismo) della nostra Costituzione.
Tuttavia, tale richiamo è motivato dal fatto che è proprio la nostra realtà
quotidiana, politica e non, che richiede una qualche puntualizzazione visto il
perpetuarsi di molte ingiustizie, assurdità e paradossi, ancorché quotidiane. Sui
principi ispiratori e la successiva stesura dei 139 articoli e XVIII
Disposizioni transitorie nulla da eccepire, ma per quanto riguarda la non
concretezza di qualche articolo credo che sia onesto e doveroso precisare
quanto segue. Partendo dai tre pilastri che formano la nostra società: uguaglianza, libertà e giustizia, viene
spiegato che tutti gli uomini sono (in teoria) uguali, tutti liberi e che la
giustizia non fa distinzione tra essi. Ciò costituisce un grande progresso di
democrazia (facendo però attenzione a non “abusare” troppo di questo termine),
ma poi con il passare degli anni abbiamo assistito ad innumerevoli
incongruenze, e ad episodi in netto contrasto con quei principi che tanto hanno
ispirato i padri della Costituente. Infatti, per il mantenimento di tali
principi della Costituzione sono state emanate molte leggi (fin troppe!),
peraltro regolate dai quattro Codici ed altre normative, affinché i doveri e i
diritti fossero rispettivamente espletati e rispettati. Ma la tanto decantata
democrazia che ha facilitato ulteriori progressi e sviluppi nella società, a
cominciare dal diritto (sacrosanto) della contestazione, ha portato alla
eccessiva libertà in usi e costumi e, seppur garantita la libertà di pensiero
ed opinione, l’inosservanza del rispetto altrui e quindi delle leggi, resta uno
dei cardini costituzionali ancora da superare… Tra le leggi più innovative ma dallo
scarso pragmatismo vi è quella relativa alla tutela delle vittime della strada,
quella per la tutela delle persone mobbizzate, come pure quella relativa alla
tutela delle persone soggette a stalking e al femminicidio, ma ancor meno
efficiente quella per la tutela degli infortuni sul lavoro, etc.; tutte benvenute
nell’ordinamento civile e penale ma purtroppo in molti casi non hanno avuto (e
non hanno) nemmeno il “potere” di deterrenza. E per quanto riguarda la
violazione della vita privata e del patrimonio comune, sia la Costituzione che
le leggi preposte alla tutela non risultano essere efficienti nel loro intento.
Per non parlare poi della sanità e della assistenza che, a causa della Riforma
del Titolo V della Costituzione (Federalismo), si riscontrano ogni giorno
discrepanze: malati diversamente trattati, carenze d’ogni sorta, etc.; come
pure sarebbe discutibile il sistema giudiziario sempre oggetto di violente
contestazioni, con l’aggiunta vergognosa del “fenomeno” (mai risolto) degli
errori giudiziari e conseguenti ingiuste detenzioni (circa 30 mila nell’ultimo
trentennio). E come ho più volte scritto, è anche assai scarsa la trasparenza
tra Istituzioni e i cittadini, a cominciare dal semplice fatto che oggi più di
ieri quando questi ultimi interpellano i vertici quasi mai ricevono riscontro
e, a livello locale, difficilmente sono ricevuti da un assessore piuttosto che
da un funzionario della Pubblica Amministrazione. Quindi, anche se le varie
fazioni politiche si sono confrontate più volte su questi versanti, quella che
dovrebbe essere una garanzia di rispetto, uguaglianza e giustizia la stessa
continua ad essere disattesa e quindi a dir poco discutibile (sic!). Se il buon
Dio ci ha posto sulla terra per lo stesso fine (mi scusino gli atei e gli agnostici)
significa che siamo veramente tutti uguali, ma al tempo stesso con ampia
libertà di autogestirci… sia pur con le conseguenze del caso. È pur vero che
origini e culture diverse continuano a differenziare i popoli, ma un Paese come
il nostro che si reputa democratico ispirandosi alla Costituzione e che ben
poco fa per farla rispettare, mi sembra che anche questo sia una sorta di abuso
della “divina” libertà che ci è stata concessa.
Il vivere quotidiano con immensi problemi che non solo non si risolvono ma che si incrementano, denota da una parte l’eccesso di pretese e dall’altra l’incapacità del loro contenimento e, di conseguenza, inevitabilmente mi sovviene quanto sosteneva il cardinale francese e duca di Richelieu Armand-Jean du Plessis (1585-1642): «Promulgare una legge e non farla rispettare è come autorizzare la cosa che si vuole proibire». Non un aforisma ma una constatazione dell’epoca d’oltralpe che purtroppo a tutt’oggi vale anche per noi, e il fatto che nessun politico o movimento associativo voglia intraprendere come affrontare il primo nemico della Costituzione, ovvero il cancro burocrazia, a mio avviso significa che abbiamo vissuto settant’anni di pseudo libertà e di pseudo democrazia. Del resto già Alessandro Manzoni (1785-1873), sosteneva: «Noi uomini siamo in genere fatti così: ci rivoltiamo sdegnati contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi». Per queste mie convinzioni, che ritengo oggettive, se non si vogliono negare i fatti, mi scusino coloro che vivono in Paesi dove esistono assenza di libertà e vessazioni d’ogni sorta; ma ho voluto evidenziare la nostra irrazionalità che, per certi versi, non è meno importante. Ciò detto, non mi si accusi di anticonformismo perché è noto che in molti casi il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico della crescita; le brave persone non hanno bisogno di leggi che dicano loro di agire responsabilmente, mentre le cattive persone troveranno un modo per aggirarle, come il disattendere i sani principi costituzionali non riuscendo a concretizzarli.
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