UN'INVOCAZIONE CHE SI RIPETE...

 

LE INFINITE “COPIE” DEL VOLONTARIATO

È sempre assente la “vera” solidarietà per alienare

la burocrazia…  Anzi, forse non è mai esistita

di Ernesto Bodini

Ad essere ottimisti e cristianamente votati, non è mai abbastanza parlare di volontariato, specie in circostanze come l’attuale in cui tutti (o quasi) si soffre a vario titolo. È una parola-azione che ricorre da 36 anni, ossia da quando le Nazioni Unite (Onu) hanno decretato il 5 dicembre del 1985 la Giornata Internazionale del Volontariato. Un input davvero significativo che ogni Paese dovrebbe recepire ed attuare soprattutto quando nella comunità si ravvisano particolari esigenze di rispondere a determinati bisogni, che le sole Istituzioni preposte non sono in grado di farvi fronte. Su questo versante il nostro Paese primeggia per numero di associazioni e di volontari, operando nei più diversi ambiti ancor prima del 1985. Dice bene il presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando afferma (citando l’Ansa): «Il volontariato è una straordinaria energia civile che aiuta le comunità ad affrontare le sfide del tempo e le sue difficoltà. Rinsalda i legami tra le persone, è vicino a chi si trova nel bisogno, riduce i divari sociali, promuove l’accoglienza e la sostenibilità». Concetti sacrosanti che rispondono alle realtà quotidiane, ancor più in questo periodo di pandemia, ma non riesco a capacitarmi di fronte ad alcune incongruenze. Va ricordato che superato il primo periodo di benessere (anni ’50-’60) in cui la solidarietà ha contribuito a risollevare le sorti del Paese in seguito all’ultimo conflitto, espressa da associazioni di volontariato che sono incrementate notevolmente, sia perché sull’onda del Cristianesimo sia perché non sono mai mancate (e non mancano) le inefficienze delle Istituzioni, ragione per cui ognuno si è sentito in “dovere” di intervenire un po’ ovunque… Infatti, vi sono comparti istituzionali in cui il volontario è molto ben accolto, come ad esempio nei Vigili del Fuoco e nella Protezione Civile, ma anche in certe realtà sanitarie. E questo perché? È palese che lo Stato non ha mai inteso e non intende intervenire rafforzando l’organico di ruolo, quindi un voler “risparmiare” grazie alla disponibilità di quei volontari che lì non dovrebbero esistere… nonostante il loro lodevole intendimento, ad eccezione, ovviamente, nei casi di notevoli calamità ed impellenze. A riguardo, in un altro passo di Mattarella, si legge: «Abbiamo avuto ulteriore prova dell’importanza del coraggio dei volontari e delle loro associazioni nell’emergenza provocata dalla pandemia. I volontari sono stati in prima fila, nel costruire connessioni laddove tanti rischiavano di venire esclusi». Pienamente d’accordo sulla collaborazione di molti che in questo frangente con il loro operato hanno contribuito a gestire le più disparate situazioni, essendo magari insufficiente la disponibilità degli organici delle Stato; ma mi sento di dissentire quando afferma (sempre tratto dall’Ansa): «Le Istituzioni locali, nazionali, internazionali hanno nei volontari e nelle loro associazioni alleati importanti nell’affrontare i cambiamenti che si rendono necessari per costruire una società migliore». A mio avviso la forza di uno Stato non deve necessariamente basarsi sulla costante disponibilità del volontariato, soprattutto in interventi di “ordinaria amministrazione” perché ciò evidenzia carenze e debolezze che non dovrebbe avere. Se poi ogni anno si dispensano encomi e riconoscimenti vari, magari etichettando qualche meritevole con l’appellativo di “eroe”, allora viene meno la “considerazione” di uno Stato che vuole imporsi come tale perché, come giustamente sosteneva il drammaturgo tedesco Bertolt Brecht (1898-1956): «Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi»; saggezza che per la verità non ha avuto molta fortuna… soprattutto in Italia. Per contro, invece, come da tempo vado ripetendo, ci sarebbe bisogno di una sorta di volontariato che idealizzerei in un Gruppo di Templari contro la cancredine dell’ingiustizia, ossia la burocrazia; ma purtroppo su questo versante mai nessun cittadino ha elevato il proprio scudo, se non per le proprie ingiustizie personali. Ora se veramente si vuole parlare di estesa solidarietà, il concetto non è dare, ma agire contro le ingiustizie e la prima ed immane è la burocrazia che ho ben definito il “cancro dell’Italia”. Quindi, ha un bel dire il presidente della Repubblica nel sostenere il ruolo del volontariato, quando invece potremmo essere veramente solidali con tutti se qualcuno osasse vestire il “mantello con la croce bianca della giustizia”, armato di fede, cristianità e razionalità. Da tempo sono disponibile a montare quel destriero… ma sinora nessuno mi ha seguito e, da solo, riesco a fare ben poco!

 


 

 

 

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