PRESTIGIOSO
RICONOSCIMENTO SCIENTIFICO AL PROF. ADRIANO CHIÒ
Il trattamento della SLA sotto la guida del responsabile del CRESLA
di Ernesto Bodini
Un
medico di successo, una carriera in onore alla scienza medica in cui la malattia
se non è sconfitta è continuamente combattuta. Il riferimento non può che
essere al docente di Neurologia prof. Adriano Chiò (vercellese di origine, torinese
di adozione) all’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di
Torino, che da anni si occupa di ricerca e clinica per il trattamento della
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), nonché responsabile del CRESLA, ovvero
Centro Esperto Regionale di Riferimento per la SLA; per il cui impegno nei
giorni scorsi gli è stato riconosciuto dall’International Alliance delle
ASL/MND Association il Forbes Norris
Award 2021. È il massimo riconoscimento mondiale nel campo clinico della
SLA che comprende la combinazione di due maggiori qualità: la cura e
l’assistenza dei pazienti e il progresso delle conoscenze scientifiche. La
costante dedizione del prof. Chiò, che è anche direttore della Neurologia 1
Universitaria, dura da oltre sei lustri, sia verso i pazienti che verso le loro
famiglie: scrupolosità e massimo rispetto delle scelte personali dei pazienti
sono le sue ulteriori peculiarità. Il cattedratico, che ho avuto il piacere di
conoscere e l’onore di intervistare più volte, unitamente alla sua équipe, ha
iniziato a seguire pazienti affetti da SLA e malattie del motoneurone nel 1988,
aprendo il primo ambulatorio dedicato a questa patologia nell’ospedale
torinese. In seguito, ha costruito una Rete di assistenza multidisciplinare con
una Rete regionale completa, organizzata secondo il modello hub and spoke. Nel 200o il Centro è
stato riconosciuto dalla Regione Piemonte con l’acronimo CRESLA, e subito dopo è
stato istituito un servizio di assistenza domiciliare per questi pazienti;
verso la fine degli anni ’90 ha creato un servizio di supporto psicologico, il
cui particolare interesse d’azione comprende il ruolo e l’onere degli
assistenti dei pazienti. Una ulteriore iniziativa che ha preso il via nel 2009,
riguarda la prima collaborazione italiana con le Unità di cure palliative,
attraverso l’organizzazione di uno specifico protocollo di cura negli stadi
avanzati della malattia. In occasione del riconoscimento ha dichiarato: «Sono estremamente onorato di ricevere il
Forbes Norris Award. Tale riconoscimento rappresenta l’apice di un lavoro di squadra che desidero
condividere con tutto il Gruppo del CRESLA, e mi spinge a proseguire con sempre
maggiore entusiasmo e forza verso l’obiettivo di un trattamento efficace per la
SLA». La semplicità, la sintesi e la modestia di queste affermazioni,
denotano nel cattedratico una ulteriore sua caratteristica: l’umiltà che,
accompagnata dalla disponibilità in chi lo contatta, fanno del suo essere un
medico grande osservatore e attento non solo della malattia, ma soprattutto del
paziente che soffre e che a lui si rivolge per un minimo di conforto e sostegno
nel lungo, o breve, percorso della malattia. A questo riguardo, ossia sul modo
di reagire di un paziente quando viene diagnosticata con certezza la SLA, in
occasione di una intervista che mi rilasciò alcuni fa, affermò: «È evidente che la reazione è immaginabile… Se
il paziente viene preso in carico da un Gruppo multidisciplinare ed in modo
“opportuno”, il più delle volte ne prende atto in modo del tutto cosciente, ma
se viene fatta in modo “sbagliato” il paziente è “distrutto”. Il malato di SLA
è un paziente “meraviglioso” che, nonostante la gravità della sua malattia,
molte volte ha una grande serenità nell’affrontare il decorso della stessa, e
questo è anche d’aiuto per noi operatori sanitari». A queste affermazioni
non si può che renderci in qualche modo partecipi, se non altro con il
sentimento della comprensione, della condivisione e del rispetto per chi come
il prof. Chiò e la sua équipe sanno elevare la Neurologia agli onori della
Scienza medica ippocratica.
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