IL MISTERO DEI MIRACOLI NELL’ESISTENZA UMANA
Tra fede e “scetticismo” sono in molti a credere in una possibile guarigione da una malattia, e la scienza sempre più rigorosa pare non “deludere” chi crede o vive di sola speranza. Il primo miracolo del beato don Carlo Gnocchi
di Ernesto Bodini
Quante volte ci si siamo chiesti se esistono i miracoli? E soprattutto che cos’é un miracolo? È certamente argomento per credenti e non per atei e agnostici, ma che comunque non può che incuriosire tutti e mettere a “dura prova” la fede di ognuno, sia essa reale o pseudo tale. Probabilmente si è scritto non poco in merito, ma vale la pena riprendere questo “fenomeno della cristianità” per cercare di capire qualcosa di più come, ad esempio, le note guarigioni miracolose di Lourdes, e pare essere altrettanti noti i messaggi segreti di Fatima, e i miracoli raccontati nel Vangelo fino alle misteriose apparizioni di Medjugorje. Tutti eventi (e forse molti altri) che fanno parte della storia costellata di casi che hanno avuto dello straordinario, o dell’inverosimile tanto da risultare inspiegabili per la ragione umana al punto di non saper rispondere ai molti interrogativi. Per quanto riguarda i pellegrinaggi di Lourdes che risalgono ad oltre un secolo e mezzo fa, sono definiti i “pellegrinaggi della speranza” e, tanto per dare un’idea di tale “movimento di fede”, sino a non pochi anni fa si sono attivati 53 mila aerei, 588 treni speciali, e 403.399 persone si sono immerse nelle acque della sua piscina miracolosa; inoltre nel 1994 il santuario è stato il più frequentato dai cattolici di tutto il mondo. In quello stesso anno sono arrivati nel piccolo paese dei Pirenei francesi quasi sei milioni di pellegrini; un milione e mezzo solo dall’Italia, gli altri ripartiti tra oltre 150 nazioni. Anche questa realtà d’oltralpe annovera una serie di miracoli che non è facile stabilire con concretezza e tanto meno dal punto di vista della quantità, e questo anche perché particolarmente rigorosi sono i controlli medici dal punto di vista scientifico, presso l’Ufficio Medico creato sin dal 1883, aperto a tutti i medici presenti a Lourdes, qualunque fosse la loro fede religiosa. Tale Ufficio si limita a istituire un dossier medico che certifica sia la malattia che l’avvenuta guarigione, in quanto la malattia deve essere “grave o incurabile, organica e rigorosamente documentata”; come la guarigione deve essere “improvvisa, totale e durevole”, e se risponde a tutti questi criteri, il caso viene passato ad una seconda commissione medica, ossia il Comitato Internazionale di Lourdes, che lo fa riesaminare attraverso uno specialista scelto tra i suoi membri, e solo a questo punto viene confermato, o meno, il carattere “scientificamente inspiegabile” della guarigione. In tal caso il dossier viene inviato al vescovo della Diocesi di provenienza del malato che, finalmente, dichiara la guarigione “miracolosa”.
Ma in momenti di pericolo
per la propria vita la fede fa ancora di più, come è stato dimostrato il caso
di Sperandio Aldeni (nella foto),
colpito da una scarica di migliaia di volt, uscendone vivo, che così raccontò
come riportato dalle pagine del periodico della Fondazione Don Gnocchi: «Rimasi lì, credo qualche
minuto, aspettando la morte, sempre con la mente lucida, mi ripetevo che avevo
preso una scarica di 15 mila volt, ormai mi consideravo spacciato, la sedia
elettrica per la pena capitale è 6 mila volt. Ripetevo dentro di me: adesso
muoio, adesso muoio». Passano i secondi. Scorrono i minuti. Un
timidissimo istinto di sopravvivenza fa capolino nella mente dell’uomo: prova
ad aprire gli occhi. Ci riesce. Vede sangue ovunque. Però capisce che gli occhi
funzionano. E si accorge di sentire anche un nauseante odore di carne bruciata:
la sua. «Cominciai a gridare! Chiamavo il Signore, la Madonna,
supplicai don Gnocchi di aiutarmi perché non sentivo più le gambe, pensai che
sarei rimasto in carrozzina per sempre come i suoi ragazzi che portavo in
giro». Poiché questo miracolo è stato attribuito a Don
Carlo Gnocchi, proprio perché da lui invocato,
in seguito la Chiesa, ritenendolo come tale, istituì una istruttoria per
la beatificazione del papà dei mutilatini e poliomielitici, che avvenne il 25
ottobre 2009. Un processo che precede la santità e che, a mio avviso, quale ex
allievo, potrebbe diventare il protettore di tutti i mutilati e affetti da
malattie infettive invalidanti.
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